Orgogliosa della candidatura per il PD alle elezioni regionali del 17-18 novembre

Si parte! Sono ufficialmente candidata alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre per il Partito Democratico.
È un vero onore aver l’occasione di rappresentare di nuovo Rimini e tutta la provincia, la mia terra. Non vedo l’ora di rimboccarmi le maniche e lavorare per rilanciare in Regione i nostri valori: il coraggio, la passione, la solidarietà e la voglia di fare.
Insieme possiamo fare tanto, come questi anni ci hanno dimostrato. Malgrado pandemie, alluvioni e difficoltà abbiamo sempre rialzato la testa, abbiamo migliorato e lavorato per il nostro territorio.
Come solo noi romagnoli sappiamo fare, concreti e coraggiosi.

Con l’associazione “Alzheimer Rimini” per il 30mo compleanno della loro nascita

Oggi sono passata a salutare gli amici e le amiche di Alzheimer Rimini, che proprio oggi compie 30 anni di attività.
L’associazione da anni s’impegna per non lasciare mai sole le persone affette da demenza e le loro famiglie e soprattutto per sensibilizzare su una malattia così importante e diffusa: nella provincia di Rimini si stimano circa 5mila casi, la maggior parte donne.
Un grande ringraziamento quindi a Giorgio Romersa, pilastro dell’associazione, ai professionisti che ormai da 10 anni operano e a tutti i volontari e le volontarie!

A Sant’Agata Feltria per l’inaugurazione del primo asilo nido in paese

Il primo asilo nido di Sant’Agata Feltria!
È stata una vera emozione e un grande onore inaugurare l’Istituto suore figlie di Nazareth, il primo asilo nido di Sant’Agata.
Questo nido è il primo passo concreto verso il miglioramento della qualità della vita di questo territorio. E un passo fondamentale anche per le donne, le famiglie e i più piccoli che vivono nel nostro entroterra.
Un ringraziamento speciale per il lavoro svolto al sindaco Goffredo Polidori, al vice Francesco Bagnoli, all’assessore Emanuel Peruzzi e a tutto il consiglio comunale e ovviamente al Convento delle Sorelle Figlie di Nazareth!

Una mia riflessione sull’inizio dell’anno scolastico 2024-2025 e sullo Ius Scholae

La mia lettera alle studenti e agli studenti Emiliano-Romagnoli, più una riflessione su Ius scholae, con i numeri della regione e della provincia di Rimini.

L’anno che sta per iniziare sia finalmente quello buono per l’attuazione dello Ius scholae. Un diritto che riguarda 99 mila studenti della Regione, di cui quasi 6 mila a Rimini”.

 

Questa mattina ho avuto il piacere e l’onore di  inviare, a nome della Regione Emilia-Romagna, la mia lettera di saluti e augurio (che allego) per le studenti e gli studenti che stanno per iniziare un nuovo anno scolastico. Un abbraccio simbolico in un momento così importante per tante famiglie del nostro territorio. Lunedì 16 settembre avrò poi, sempre a nome della Regione Emilia-Romagna, la soddisfazione di portare un saluto nel corso della prima campanella al Liceo linguistico ed economico sociale nel centro studi di Viserba (in cui avrò il piacere di conoscere la nuova dirigente scolastica, Roberta Fantianto)sempre a Rimini, al Liceo scientifico “Einstein” in cui ho compiuto i miei studi superiori. Sarà l’occasione per salutare e  ringraziare di persona le docenti e i docenti che, con professionalità, sacrificio e dedizione portano avanti una dei lavori più difficili e fondamentali per la nostra comunità. Una professione che, come ci ha ricordato Elly Shlein, andrebbe valorizzata, a partire dall’adeguamento di stipendi che, ad oggi, sono invece tra i più penalizzati in Europa.

Visto il particolare momento storico, e dati alla mano, voglio però cogliere questa data simbolica anche per una riflessione politica su un tema fondamentale così al centro del dibattito sui media nazionali e locali, lo Ius scholae. Purtroppo il dubbio che l’apertura di una parte della maggioranza al Governo si rilevasse alla prova dei fatti sono un dibattito agostano, lo abbiamo avuto nel corso  delle votazioni all’emendamento proposto dal PD all’interno del ddl Sicurezza, in cui si proponeva che al completamento di un ciclo scolastico di 5 anni si potesse richiedere la cittadinanza italiana per le studenti e gli studenti con cittadinanza non italiana. Proposta respinta, senza troppe spiegazioni o alternative, come a dire, “abbiamo scherzato”, spegnendo una promessa di speranza, una risposta concreta alle ragazze e ai ragazzi, alle loro famiglie e al loro giusto desiderio di appartenere ed essere riconosciuti per quello che in realtà già sono, italiani a tutti gli effetti.

Una scelta, quella del Governo, che lontana da proporre alternative concrete, rischia di lasciare in un vicolo cieco lo Ius scholae. Eppure i numeri messi nero su bianco proprio dal Ministero dell’Istruzione evidenziano l’urgenza di questa misura.

 

I numeri di Rimini e dell’Emilia-Romagna

A Rimini gli alunni con cittadinanza non italiana sono, secondo gli ultimi dati resi disponibili dal Ministero dell’Istruzione, 5.982, pari al 14,5% del totale. Situazione disomogenea con gli estremi della via Emilia che si segnalano anche come estremi numerici, se Rimini è la provincia dell’Emilia-Romagna dove minore è l’incidenza percentuale di alunne e alunni con cittadinanza non italiana (14,5%), Piacenza è quella con il dato percentuale superiore, addirittura sopra il 24%.

 

Infanzia primaria I grado II grado Totale
Rimini – provincia 542 2.187 1.217 2.036 5.982
15,8% 16,7% 13,0% 13,1% 14,5%

 

Infanzia primaria I graado II grado Totale
Emilia-Romagna 12.868 39.573 21.196 25.657 99.294
27,6% 22,8% 18% 12,6% 18,4%

 

Fonte Dati: selezione da Anagrafe Nazionale Alunni, maggio 2023. Esclusa Istruzione degli Adulti. Sito Ministero Istruzione

 

I dati più recenti sul numero di alunni e studenti con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole statali dell’Emilia-Romagna si riferiscono all’anno scolastico 2022/2023 (Dati: Anagrafe Nazionale Alunni, aggiornata a maggio 2023 per l’a.s. 2022/2023). Numeri che evidenziano la presenza costante, da diversi anni scolastici, di alunne e alunni con cittadinanza non italiana in tutti gli ordini e gradi scolastici, a conferma ulteriore della loro consolidata presenza in Emilia-Romagna.

Gli alunni con cittadinanza non italiana, provenienti da contesti migratori, le nuove generazioni di giovani di origine straniera nati in Italia, gli alunni con vissuti migratori personali o familiari e i minori stranieri non accompagnati rappresentano vissuti complessi, diversificati e spesso difficili, accomunati dal bisogno di un’effettiva integrazione scolastica e sociale.

La speranza, ora, è che si sviluppino i presupposti per un nuovo percorso in Parlamento, e che l’anno scolastico alle porte sia ricordato come l’inizio di una nuova speranza di inclusione e diritti per una parte così importante di nostri concittadini emiliano-romagnoli e riminesi.

 

 

A Rimini alla celebrazione dei 100 anni dalla nascita di Don Oreste Benzi

Oggi ho avuto il piacere di partecipare alla celebrazione dei 100 anni dalla nascita di don Oreste Benzi, organizzata dalla Chiesa e dalla comunità Papà Giovanni XXIII.
Don Oreste Benzi è stato un esempio per tutti noi, un grande uomo che ha dedicato la vita ad aiutare il prossimo e gli ultimi. È stato perciò un onore portare i saluti e il contributo della Regione Emilia-Romagna.

In regione al convegno “L’uomo non è il suo errore” sui percorsi di recupero dei detenuti

Carcere Emilia-Romagna. Lavoro, comunità, accoglienza: l’alternativa esiste

Le storie di chi si è riscattato grazie alle case di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII si raccontano in un convegno organizzato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Interventi di Emma Petitti, presidente dell’Assemblea, Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, Debora Serracchiani, componente della commissione Giustizia della Camera, Federico Amico, presidente commissione Parità, Roberto Cavalieri, garante regionale detenuti, Giulia Segatta, magistrata di sorveglianza, Giorgio Pieri e Matteo Fadda della Comunità Papa Giovanni XXIII

Antonio è entrato e uscito più volte dal carcere: un cortocircuito interrotto grazie all’accoglienza in comunità. Ghazi, arrivato in Italia con i viaggi della speranza attraverso il Mar Mediterraneo, ha conosciuto quattro volte il carcere, tra quello minorile e quello per adulti. Ora sta risalendo la china, cercando un riscatto e costruendosi un futuro.

La rinascita dopo il carcere è possibile, soprattutto se la pena, invece che nelle strutture tradizionali, viene scontata in comunità. Come le  “comunità accoglienza carcerati (Cec)” gestite dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, con tassi di ricaduta nel reato pari al 12% a fronte del 70% di chi vive la detenzione tradizionale. Le Cec sono comunità gestite da educatori e volontari dove i detenuti scontano la pena lavorando, studiando, ricostruendo la capacità di avere relazioni sociali.

L’efficacia di queste strutture trova conferma dalle testimonianze ascoltate nel corso de “L’uomo non è il suo errore. Percorsi di rinascita“, convegno organizzato nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna a corredo della mostra “Dall’amore nessuno fugge” allestita in viale Aldo Moro.

A fare gli onori di casa Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa, che sottolinea soprattutto l’importanza di garantire il diritto al lavoro dei detenuti come momento di reinserimento sociale: “Il lavoro, anche in carcere, è un diritto e un segno di civiltà: occorre favorire percorsi, anche attraverso la presa di coscienza degli errori fatti, che consentano a questi uomini e queste donne di riprendersi in mano la propria vita. Un trattamento pedagogico-risocializzante con obiettivi chiari. Per ripartire, per ricostruire”, spiega Petitti, ricordando come “l’Emilia-Romagna è tra le regioni più attive in questa direzione e oggi l’azione educativa in carcere serve a promuovere un cambiamento, non coercitivo, non correttivo, ma di opportunità. A queste azioni, all’interno delle strutture, ne devono poi seguire altre all’esterno, per garantire a queste cittadine e questi cittadini la possibilità di ripartire attraverso la rimozione degli ostacoli che possono essere la causa di possibili recidive”.

“Siamo contrari alla cultura dello scarto: vogliamo potenziare il modello della casa-comunità perche abbiamo visto che funziona. Fra i nostri obiettivi c’è quello di ricostruire relazioni sociali per i nostri ospiti perché noi vediamo la persona come soggetto da recuperare e non per il danno che hanno fatto”, ricorda Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII.

“il problema del carcere italiano è il sovraffollamento a cui si aggiunge il dramma dei suicidi fra i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria. La soluzione non può essere quella di costruire nuove carceri. Bisogna, invece, assumere nuovi agenti della polizia penitenziaria, applicare le norme alternative alla detenzione e aiutare chi esce dal carcere ad avere reti di coesione sociale che gli impediscano di tornare a commettere reati”, spiega Debora Serracchiani, deputata del Pd e componente della commissione Giustizia della Camera, mentre Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, fa il punto sull’azione svolta in questi due anni dal governo: “Il 2022 è stato l’anno che ha fatto registrare il maggior numero di suicidi in carcere. Per questo il governo si è messo d’impegno e ha trovato soluzioni: abbiamo sbloccato 300 milioni di euro per interventi sulle carcere e nominato un commissario straordinario per l’edilizia carceraria. In carcere ci sono problemi e per risolverli bisogna evitare di farsi guidare dalle ideologie ma, al contrario, concentrarsi sulle soluzioni”.

Giulia Segatta, magistrato di sorveglianza a Trento, ricorda come “la sicurezza sociale non è dettata dalla certezza della pena, ma dalla certezza del recupero delle persone. Per questo si deve riflettere su come e dove avviene la pena. Nel 1948, con l’approvazione della Costituzione, ci si è posti per la prima volta il tema del recupero dei condannati e questo dettato è quanto mai valido”.

A raccontare l’esperienza dell’Emilia-Romagna è Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti: “Spesso il tema carcere è ritenuto ‘materia di Stato’, invece i territori hanno un ruolo fondamentale, come sta avvenendo in questa Regione, nella costruzione della speranza per i detenuti e gli enti locali sono attori strategici. Il tema proposto dalla mostra offre spunti di riflessione per avviare una ‘rivoluzione necessaria’”. Sulla stessa linea Federico Amico, presidente della commissione Parità e diritti dell’Assemblea legislativa, per il quale “in questi anni la Regione ha fatto molte cose per affrontare il tema carceri e, anche grazie a fondi statali, ha triplicato le risorse per sostenere progetti alternativi alla detenzione in carcere. Ora bisogna che tutte le istituzioni lavorino insieme a partire dal fatto che tutti i Comuni si dotino della figura del Garante dei detenuti”.

A tirare le somme del convegno è Giorgio Pieri, coordinatore delle Comunità educanti con i carcerati (Cec), per il quale “viviamo in una società segnata da un forte individualismo e le nostre comunità sono luoghi di espiazione della pena alternativi al carcere che offrono percorsi educativi personalizzati da svolgere in un circuito comunitario protetto, garantendo sicurezza ai cittadini, rispetto alle vittime, riscatto al reo. L’auspicio è che, anche grazie a questo convegno, queste comunità possano essere maggiormente conosciute e avere riconoscimento istituzionale e amministrativo, dato che oggi lo Stato non le finanzia”.

A Talamello per la presentazione del libro ‘Io contro il Duce’ di Onide Donati

Raccontare il nostro passato per mantenere viva la Memoria.
Ieri ho avuto il piacere di partecipare e portare i saluti della Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna alla presentazione di Io contro il Duce, il libro di Onide Donati e Aurora Galli Castaldi che racconta la storia di Bruno Castaldi, anarchico che, da combattente, ha attraversato tutte le tragedie del Novecento: Prima Guerra Mondiale, Guerra civile di Spagna, Seconda Guerra Mondiale.
Una storia personale unica, caratterizzata dalla forte volontà di cambiare il corso della storia al punto da tentare per ben due volte, nel 1921 a Milano, di uccidere Benito Mussolini.
Grazie al Comune di Talamello, ANPI Alta Valmarecchia. Con Anna Maria Bianconi, Martina Brizzi, Paolo Benaglia, Rolando Rossi

A Cattolica all’Alta Marea Beach Village per un importante riconoscimento

Gli stabilimenti Altamarea Beach Village di Cattolica raggiungono un traguardo straordinario ottenendo la Certificazione di Parità di Genere!
Sono molto felice di festeggiare questo traguardo insieme alle titolari, Daniela Bartoli e Mirella Masi, che con il loro impegno costante hanno adottato politiche inclusive e sostenibili, promuovendo l’uguaglianza e il benessere di tutto il personale. Un percorso che rappresenta solo l’inizio di una crescita continua, all’insegna dei valori etici aziendali.

A Rimini al Festival delle Città Visibili nella nuova sala Jolly dell’ex cinema Astoria

Ma ve lo ricordate il cinema Astoria?
Stasera sono stata a vedere Futuro Anteriore, lo spettacolo stupendo del Festival Le città visibili nella nuova sala Jolly dello storico cinema Astoria, che dopo vent’anni ha riaperto al pubblico.
Una riapertura fortemente voluta dal Comune di Rimini, dalle associazioni e dalla Regione Emilia-Romagna che ha finanziato il festival con i bandi legati alla promozione culturale.
Il primo passo per una riapertura totale!

A Rimini iniziativa sulla sanità a insieme a Michele de Pascale

La sanità in Romagna è un’eccellenza, frutto di scelte politiche ma anche dell’impegno e della dedizione di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario.
Per continuare a garantire servizi di qualità e rispondere alle crescenti esigenze è però cruciale investire in infrastrutture e nelle risorse umane.
Questo è stato il tema centrale dell’incontro molto partecipato di ieri a Rimini insieme a Michele de Pascale.
E io concordo molto con quanto emerso dal confronto. Dobbiamo promuovere un sistema sanitario più equo e accessibile a tutti, che non nasconda le criticità ma anzi operi per correggerle, consapevole che la salute è il nostro bene comune più prezioso.