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A Rimini per “Le Città visibili”, la violenza sulle donne raccontata attraverso le parole

All’ex macello di Rimini le “Città visibili” affronta attraverso le parole il tema della violenza sulle donne, per rendere sempre più collettivo l’impegno sul contrasto e dare consapevolezza alle ragioni delle differenze. Con “Rompi il silenzio” amiche di viaggio, nell’impegno per le donne.

Strategie di intervento per una genitorialità responsabile. Il convegno a Bologna

Lavorare in via preventiva sugli uomini maltrattanti e offrire sostegno, attraverso i servizi sociali, ai minori che vivono in contesti di maltrattamenti. Sono i temi sviluppati al convegno “Parenting in domestic violence. Strategie di intervento per una genitorialità responsabile”, che si è svolto questa mattina a Bologna. Sono anche gli obiettivi della Regione Emilia-Romagna che ha già promosso tantissime iniziative per fornire un aiuto concreto alle donne e figli che vittime di violenza: dalle Case rifugio ai Centri antiviolenza, ai Centri per uomini maltrattanti. Fondamentale il lavoro di rete che in questi anni stiamo svolgendo e ci pone tra le regioni più all’avanguardia nel contrasto alla violenza di genere.

 

Contrasto alla violenza: all’Emilia-Romagna assegnati 1,8 milioni di euro

“Con queste risorse può proseguire il lavoro della Regione, garantendo un maggiore sostegno ai 19 centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, un presidio certo per le nostre donne che si trovino in condizioni di difficoltà e richiedano aiuto. Centri che nel corso del 2018 saliranno a 21 grazie ad un finanziamento dello scorso anno”. Così l’assessora regionale, Emma Petitti, commenta il riparto dei fondi per il 2018 per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità che hanno assegnato all’Emilia-Romagna 1 milione e 778 mila euro. “Una buona notizia- ha aggiunto l’assessora Petitti– sia la conferma delle stesse risorse dello scorso anno, addirittura in lieve incremento rispetto ai fondi del 2017, sia la certezza di poter continuare nella costruzione di quelle reti che sostengono le donne che a causa della violenza sono in maggiore difficoltà e necessitano di un costante e qualificato impegno. La continuità nel sostegno ai Centri e alle case rifugio è essenziale per garantire protezione alle donne e ai loro figli nei percorsi di uscita dalla violenza, di solito molto lunghi e faticosi”. Il parere positivo è giunto oggi da Roma in sede di Conferenza Stato-Regioni, che ha varato il riparto di 20 milioni complessivi, un terzo destinato all’istituzione di nuovi centri antiviolenza e di case-rifugio, gli altri due terzi per finanziare gli interventi regionali già operativi e i centri antiviolenza esistenti.
“Bisogna tenere sempre alto il livello di attenzione sulla lotta alla violenza contro le donne e questo riparto non fa altro che confermare come sul territorio si rafforzino le politiche in tal senso”, ha dichiarato il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Nel 2017, i 19 Centri antiviolenza della rete regionale hanno accolto 3625 donne di cui 2852 accolte per la prima volta e nella maggior parte dei casi con figli. In generale i figli delle donne accolte sono 3.538: in media 1,8 figli per donna. Fra questi coloro che hanno subito violenza sono 1.839, pari al 55,8%1, una percentuale superiore di un punto rispetto al 2016.

Save the date: venerdì 11 maggio dalle 9 convegno sulla “genitorialità”

Quale protezione e supporto per bambini e adolescenti che vivono in contesti familiari di maltrattamenti. Come prevenire, attraverso progetti per uomini maltrattanti, e come assistere e sostenere le donne con figli che subiscono violenza. Sono i temi al centro del convegno dal titolo “Parentin in domestic violence. Strategie di intervento per una genitorialità responsabile” in programma venerdì 11 maggio dalle ore 9 nell’aula magna di via Aldo Moro 30, promosso dagli assessorati alle Pari opportunità e alla Sanità della Regione Emilia-Romagna.

A Ravenna, per parlare di politiche di genere e contrasto alla violenza

A Ravenna, insieme a Lucia Annibali, ai consiglieri Gianni Bessi, Roberta Mori, e Mirella Del Fiume coordinati da Simona Branchetti. Abbiamo fatto il punto sulle politiche di genere e sul contrasto alla violenza sulle donne. Cosa si è fatto e cosa serve fare per aiutare e sostenere le donne vittime di violenza e per contrastare il fenomeno.

Interventi formativi contro la violenza sulle donne, al via il percorso

Migliorare la capacità di accoglienza delle donne che subiscono violenza e dei loro figli e definire i protocolli di assistenza avvalendosi della professionalità delle operatrici dei centri antiviolenza, del personale socio-sanitario dei servizi di emergenza-urgenza e della rete territoriale. Sono questi gli obiettivi del progetto della Regione Emilia-Romagna che prevede la realizzazione di percorsi formativi ad hoc. Piacenza, Ferrara e Romagna sono le tre Aziende Usl scelte come capofila dell’iniziativa. Per sostenere il progetto la Regione Emilia-Romagna ha investito 240 mila euro degli oltre 920 mila euro assegnati nel novembre 2016 per promuovere interventi formativi.

Attraverso i corsi, gli operatori acquisiranno le competenze per accompagnare le vittime nel percorso di uscita dalla violenza. Tutti i dettagli sono stati illustrati questa mattina, in occasione di un seminario che si è svolto nell’Auditorium di viale della Fiera 8, a Bologna, al quale ha preso parte la rete degli operatori socio-sanitari della Regione Emilia-Romagna, oltre ai formatori che parteciperanno al progetto (circa 150 in questa prima fase) che si concluderà entro l’anno in corso. Con l’incontro odierno si è segnato di fatto l’avvio del percorso.

“Sappiamo quanto sia importante, per una donna che abbia subito violenza, affrontare le ‘prime fasi’ perché naturalmente è il momento in cui è più fragile e indifesa- ha commentato l’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti, intervenuta al seminario-. Il ruolo degli operatori che si trovano a gestire l’emergenza è per questo molto importante. Con questa iniziativa aggiungiamo un tassello in più che conferma ancora una volta la nostra capacità di fare rete, uno dei punti di forza che fanno della nostra Regione un modello di eccellenza in Italia nel contrasto alla violenza contro le donne».

Le professionalità che entrano in contatto con i destinatari del “Percorso per le donne che subiscono violenza” dovranno essere formate per prendere in carico i casi di violenza dichiarati, individuare le situazioni di rischio e fornire assistenza specifica secondo un modello condiviso e attraverso una rete di servizi dedicati. Per questo sono coinvolti operatori del pronto soccorso, del 118 e, in generale, della rete ospedaliera e territoriale sanitaria e sociale.

Violenza di genere: i giovani possono rendere possibile il cambiamento

Puntare sui giovani e sulla loro formazione culturale. Soprattutto quando si parla di violenza di genere. Le istituzioni ci sono, la rete di sostegno per le donne vittime di violenza c’è. Ma anche il sistema educativo, insieme alle altre forze in campo, può fare la differenza sul contrasto e la prevenzione. Lo testimonia la bella iniziativa organizzata questa mattina a Rimini dai rappresentanti di istituto del liceo Valgimigli al palasport Flaminio. È stato emozionante vedere tanti ragazze e ragazzi attenti e interessati a un tema così delicato e attuale come la violenza di genere. Puntare sui giovani è una scommessa ma anche un investimento per rendere possibile il cambiamento.

Autonomia abitativa per donne vittime di violenza, premiati 16 progetti

Con un contributo di 640.400 euro la regione Emilia-Romagna ha premiato 16 progetti finalizzati all’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza e ai loro figli. La giunta regionale ha recentemente approvato la graduatoria degli enti che hanno partecipato a un apposito bando (chiuso il 20 novembre scorso) e ha assegnato le risorse necessarie all’attuazione. Il finanziamento è biennale e riferito alle annualità 2017 e 2018. Nello specifico, per il 2017 sono destinati 39.469 euro mentre per il 2018 la quota è di 600.930 euro per un totale di 640.399 euro.

“Con l’assegnazione di questi contributi ai progetti per l’autonomia abitativa si aggiunge un altro importante tassello nel quadro di iniziative che la Regione Emilia-Romagna sta portando avanti per tutelare le donne vittime di violenza – ha commentato l’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti -. Sappiamo quanto sia importante per una donna che subisce maltrattamenti, spesso in ambito familiare, avere un luogo dove poter vivere e sentirsi al sicuro, sola o con i propri figli”.

Tutti i progetti finanziati.

All’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, col progetto “Una casa per noi” è andato un contributo di 37.120 euro;

Comune di Cattolica, progetto “Liberadonna”, 16.700 euro;

Comune di Reggio Emilia progetto “Casa mia”, 85.610 euro di cui 7mila per l’annualità 2017 e 78.610 euro per l’annualità 2018;

Unione Terre di Castelli, progetto “La violenza non abita qui”, 24.240 euro;

Città metropolitana di Bologna, progetto “Insieme per… una casa per te”, 107.040 euro;

Comune di Parma, progetto “Ce la faccio da S.O.L.A. (Sostegno opportunità libertà autonomia), 50.350 euro;

Unione Rubicone Mare, progetto “Donne in movimento. Supporto a percorsi di fuoriuscita dalla violenza per ritrovare l’autonomia”, 36.399 euro di cui 2.999 per il 2017 e 33.400 per il 2018;

Comune di cento, progetto “Welcome home”, 34.830 euro;

Unione della Romagna Faentina, progetto “Ricomincio da me”, 38.710 euro di cui 10mila per il 2017 e 28.710 euro per il 2018;

Comune di Ferrara, progetto “Casa dolce casa”, 26.010 euro di cui 3.310 per il 2017 e 22.700 per il 2018;

Comune di Piacenza, progetto “Kairos, 43.350 euro;

Comune di Rimini, progetto “La casa che vorrei”, 40.800 euro;

Comune di Modena, progetto “Dalla violenza all’autonomia abitativa”, 15.300 euro;

Unione dei Comuni del distretto ceramico, progetto “Ricomincio da me”, 15.300 euro;

Comune di Ravenna, progetto “A.D.A. – Autonomia donne abitativa”, 56.160 euro di cui 16.160 per il 2017 e 40mila per il 2018;

Comune di Cesena, progetto “A un passo dall’autonomia”, 12.480 euro.

 

A Cattolica, una serata di confronto sul tema della violenza sulle donne

A Cattolica, allo Spazio Z. A confronto sul tema della violenza sulle donne davanti a una platea con molti uomini. Si è parlato del potenziamento della rete territoriale per la protezione delle donne. E poi della formazione. E l’ascolto, la prevenzione, l’educazione ai sentimenti per compiere una svolta culturale nelle relazioni di genere. La Regione Emilia-Romagna sta mettendo in campo diversi strumenti per contrastare il fenomeno. Ultimo importante tassello, il recente insidiamento dell’Osservatorio regionale contro la violenza. Uno strumento per monitorare il fenomeno e intervenire, dove necessario, con una rete di supporto e sostegno alle donne maltrattate.

Interventi formativi per aiutare donne vittime di violenza, dalla Regione 240mila euro

Sono in arrivo 240mila euro per tre Ausl dell’Emilia-Romagna per promuovere interventi formativi in attuazione del Piano regionale contro la violenza di genere. Lo ha stabilito la Giunta regionale con una delibera che così ripartisce le quote: 145mila euro per l’Ausl di Piacenza, 69mila euro per l’Ausl di Ferrara e 26mila euro per l’Ausl Romagna.Il progetto rientra in una delle quattro linee di azione (formazione, inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, interventi finalizzati all’autonomia abitativa, implementazione dei sistemi informativi) del Piano di azione straordinario contro la violenza sulle donne che, per l’Emilia-Romagna, prevede un finanziamento statale complessivo di 920.400 euro per il 2017. «Un tassello in più- ha commentato l’assessora alle Pari opportunità Emma Petitti- che conferma ancora una volta la nostra capacità di fare rete, uno dei punti di forza che fanno della nostra regione un modello di eccellenza in Italia nel contrasto alla violenza contro le donne. Una donna che ha subito violenza ha bisogno di sostegno in tutto il percorso necessario per uscirne». In particolare, l’esigenza di promuovere interventi finalizzati alla formazione del personale sanitario e socio-sanitario impegnato nel primo soccorso alle donne vittime di violenza, al fine di garantire un modello di accoglienza integrato in grado di dare una risposta efficace, era emersa dalle valutazioni fatte sul campo da tecnici e amministratori degli Enti locali e con i gestori dei centri antiviolenza e delle case rifugio del territorio regionale.
Le aziende sanitarie destinatarie del finanziamento dovranno provvedere a una quota di cofinanziamento non inferiore al 20% di quanto assegnato, anche attraverso la valorizzazione di risorse umane e/o beni e servizi messi a disposizione.
La Giunta ha inoltre dato il via libera alla costituzione di un comitato scientifico di livello regionale per la progettazione della formazione, composto da professionisti dei diversi servizi interessati della stessa Direzione generale, da operatori esperti dei centri antiviolenza e degli altri servizi della rete, nonché da esperti in materia di formazione dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale.