“Sono tante e importanti le sfide che ci attendono”. L’assessora regionale Emma Petitti guarda già ai progetti futuri, qui sintetizzati per punti principali, e traccia un bilancio di quanto realizzato sino ad ora.
Riordino istituzionale
Il primo grande traguardo che ci poniamo per il 2018 sarà l’autonomia della Regione Emilia-Romagna, frutto di un percorso avviato nei mesi scorsi, secondo quanto previsto dall’articolo 116 della Costituzione, e che adesso anche altre Regioni stanno seguendo. Il nostro obiettivo è di poter sottoscrivere entro fine gennaio un preaccordo con il Governo, che ci permetterebbe di completare l’intesa già con il prossimo esecutivo e il futuro Parlamento. Nelle prossime settimane è prevista la convocazione di tutte le parti sociali e si tornerà in Aula per dare aggiornamenti sulla trattativa. L’Emilia-Romagna sarebbe la prima Regione a raggiungere tale obiettivo, senza percorrere l’inutile strada del referendum. Altro obiettivo al quale puntiamo in questi prossimi mesi è l’approvazione del nuovo Piano territoriale per lo sviluppo e il consolidamento delle Unioni di Comuni.
Bilancio
Per il terzo anno consecutivo abbiamo chiuso un bilancio senza alzare le tasse, rafforzando il nostro sforzo per la crescita. Una manovra di 12,17 miliardi, di cui 8,3 dal Fondo sanitario nazionale per la sanità regionale, con investimenti per oltre 1 miliardo e 400 milioni per crescita e occupazione in tutti i settori, una gestione efficace, 33 milioni recuperati dal contenimento delle spese e dalla semplificazione mentre è di 42 milioni l’avanzo di gestione, che permette di liberare oltre 250 milioni per ulteriori investimenti in completo autofinanziamento. Il metodo di confronto con le forze sociali ed economiche ha portato a una condivisione delle scelte strategiche della Regione. Pur in un contesto difficile per la finanza pubblica e per il nuovo assetto costituzionale che si va delineando, l’Emilia-Romagna ha ottenuto risultati al di là delle aspettative nella crescita e nell’occupazione. E ciò grazie alle politiche messe in atto nell’ambito del Patto per il lavoro. Il nostro impegno è finalizzato a raggiungere un’intesa con il Governo sull’aumento della capacità di spesa regionale al fine di liberare risorse da destinare agli investimenti. Tra gli obiettivi anche il piano di razionalizzazione patrimoniale per ricercare nuovi strumenti finanziari diretti e indiretti per creare investimenti e ammodernare spazi e uffici delle strutture regionali.
Pari opportunità
Per una parità di genere occorre continuare a lavorare seguendo il percorso già intrapreso: puntare sulla cultura, in particolare delle giovani generazioni, che sono da considerare come uno dei principali interlocutori e quali leve per il necessario cambiamento. Puntare sui giovani è una scommessa ma anche un investimento. In questa direzione, è stato pubblicato un bando per un milione di euro a sostegno di progetti presentati da enti locali e associazioni rivolti alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto della violenza di genere. Per dare continuità agli interventi promossi dalla Regione Emilia-Romagna anche per il 2018 si procederà ad un nuovo bando, confermando in un milione di euro le risorse dedicate. Sono inoltre quattro gli step da raggiungere a partire dall’anno in corso: censimento puntuale delle case e centri antiviolenza; corso di formazione regionale per operatori che si occupano di violenza di genere; nuovo bilancio di genere in collaborazione con università; rapporto dell’osservatorio sulla violenza di genere.
Risorse umane
Altra grande sfida alla quale stiamo lavorando è porre fine al precariato e puntare a una nuova e buona occupazione. Entro il 2020 intendiamo stabilizzare oltre 300 persone in Regione, che si aggiungono ai 5mila dipendenti della sanità assunti a tempo indeterminato soltanto negli ultimi due anni. Inoltre vogliamo: attuare il piano dei fabbisogni del personale per proseguire con le procedure di stabilizzazione del precariato e attuare nuove procedure concorsuali; avviare i programmi dell’Accademy, con progetti di formazione per rigenerare competenze e investire nel nostro capitale umano; avviare sperimentazioni di “smart working” e un progetto di ascolto e partecipazione con i dipendenti su migliorie organizzative e traduzione degli obiettivi di governo in programmi condivisi e partecipati; applicare il contratto collettivo nazionale.
Tante le cose fatte in questi primi tre anni di mandato.
Taglio dei costi
La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha fatto della sobrietà il cardine della propria azione di governo. Si è scelto quindi di partire dalla riduzione dei costi, a partire da quelli della politica. L’Emilia-Romagna è stata la prima Regione in Italia ad assumere questa decisione, tagliando i costi di 15 milioni. Entro fine mandato, dalla riorganizzazione della macchina regionale si stima che verranno 36 milioni di euro. In particolare, i risparmi sulle strutture speciali saranno di 6,5 milioni di euro, le posizioni dirigenziali saranno ridotte da 135 a 90 e le relative retribuzioni incideranno per 18,9 milioni. Mentre la riduzione delle spese di funzionamento garantirà risparmi per 10,7 milioni.
Dimezzate le società partecipate
La giunta ha approvato un piano di riordino delle società in house e delle partecipazioni societarie con il dimezzamento complessivo delle partecipate (da 24 a 13 fra società in house e partecipazioni, oggi 17). Il piano porterà risparmi per 9 milioni di euro e un’entrata fino a 11 milioni dalla vendita delle quote oggi in capo alla Regione.
La giunta ha approvato un piano di riordino delle società in house e delle partecipazioni societarie con il dimezzamento complessivo delle partecipate (da 24 a 13 fra società in house e partecipazioni, oggi 17). Il piano porterà risparmi per 9 milioni di euro e un’entrata fino a 11 milioni dalla vendita delle quote oggi in capo alla Regione. Entro pochi mesi partiranno i primi bandi per disciplinare le procedure di cessione.
Per quanto riguarda le società in house, saranno creati due soggetti specializzati: il primo nel settore della programmazione e valorizzazione territoriale con la fusione fra Aster Scpa ed Ervet Spa, previa acquisizione del ramo di azienda di pertinenza regionale di Finanziaria Bologna Metropolitana Spa (e sua successiva liquidazione). Il secondo riguarda le politiche dell’Ict, Information and communications technology, con l’aggregazione di Cup 2000 Scpa e Lepida Spa: quest’ultima acquisirà il ramo di azienda di Cup 2000 inerente l’Ict. Tempi brevi per il progetto di legge che definirà la nascita di questi nuovi soggetti. Confermate Fer Srl e Apt Servizi Srl, peraltro già coinvolte in un processo di razionalizzazione organizzativo e gestionale delle funzioni trasversali. Vengono invece mantenute le partecipazioni in sette società non in house per le loro caratteristiche ritenute strategiche per le politiche regionali: Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna Spa, Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori – Irst Srl, Bolognafiere Spa, Fiere di Parma Spa, Italian Exhibition group Spa (già Fiera di Rimini Spa), Tper Spa, Porto Intermodale Ravenna Spa Sapir.
Le società interessate dalle dismissioni sono: Centro Agroalimentare di Bologna, Centro Agro-Alimentare Riminese e Cal – Centro agroalimentare e logistica di Parma; Reggio Children- Centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini Srl e Banca Popolare Etica Scpa.
In questi casi la scelta è quella di orientarsi verso percorsi alternativi a quelli attuali, cioè creare sostegno a favore di iniziative e progetti che si caratterizzano per la loro qualità e rilievo per la crescita della comunità territoriale. Terme di Castrocaro Spa, Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa; Infrastrutture Fluviali Srl; Piacenza Expo Spa, coinvolta nel più ampio ridisegno dell’assetto industriale e societario del sistema fieristico regionale, incentrato sull’integrazione dei poli di Parma, Bologna e Rimini.
Riduzione delle tasse, crescita, lavoro, equità sociale
Crescita, lavoro, equità sociale: gli impegni presi a inizio del mandato sono stati mantenuti. Il prossimo obiettivo è di ridurre la burocrazia per semplificare la vita delle imprese e dei cittadini. Al centro della manovra finanziaria, le politiche sanitarie e sociali, gli investimenti per le imprese, il lavoro e l’ambiente. Previste più risorse anche per la cultura, il trasporto pubblico locale, il lavoro e l’ambiente. Confermata la scelta di non introdurre alcuna nuova tassa per i cittadini, resa possibile anche grazie a una sempre maggiore efficienza dell’ente.
Più cooperazione tra le istituzioni. Intesa con Città metropolitana Bologna
È stata firmata l’intesa quadro tra Regione e Città metropolitana di Bologna che definisce il nuovo ruolo dell’area vasta metropolitana bolognese, riorganizzandone le competenze e accentuando il grado di integrazione, cooperazione e coesione tra le istituzioni. L’accordo era previsto dalla legge regionale di riordino istituzionale e riguarda nel dettaglio le funzioni e i compiti del nuovo soggetto istituzionale, prevedendo interventi di semplificazione e innovazione in materia di: pianificazione territoriale e urbanistica; mobilità, trasporti e infrastrutture strategiche metropolitane; sviluppo economico e sociale; informatizzazione e digitalizzazione; welfare, governance sociale e sanitaria.
Personale regionale: approvato piano triennale per i fabbisogni
Turnover garantito con assunzioni nei prossimi tre anni, attingendo dalle graduatorie di concorsi pubblici già fatti; poi investimenti sulla formazione dei collaboratori, per continuare ad assicurare qualità alle politiche di governo della Regione. Non euro di taglio sulle risorse umane dell’ente, anzi investimenti in formazione e in strumenti di produttività. Sono questi i punti al centro del piano triennale per i fabbisogni del personale della Regione Emilia-Romagna, presentato dopo il confronto con i sindacati di categoria.
Pari opportunità
Uno specifico piano regionale un primo bando da un milione di euro per contrastare la violenza di genere. Un tema su cui la Regione è impegnata da anni: è del 2014 la Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere e del 2016 il Piano regionale contro la violenza di genere, uno strumento per rafforzare la rete di prevenzione, protezione e sostegno alle donne vittime di violenza. Tra i suoi obiettivi, l’istituzione di un Osservatorio regionale per monitorare costantemente i dati e omogeneizzare i servizi; il sostegno a progetti di formazione e sensibilizzazione, rivolti soprattutto ai giovani e agli operatori; la costruzione di percorsi che favoriscano l’autonomia lavorativa ed economica delle donne che hanno subito violenza; lo sviluppo dell’integrazione tra centri antiviolenza, case-rifugio e servizi pubblici. È partito anche il primo bando regionale per sostenere l’attività degli enti locali e del mondo dell’associazionismo e del volontariato impegnati in progetti di diffusione delle pari opportunità e per il contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere. Prioritarie le azioni di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, il rafforzamento dell’ospitalità in emergenza, i percorsi di uscita dalla violenza e di autonomia e le azioni di prevenzione mirata a gruppi di donne a rischio violenza. Tra i progetti, alcuni propongono il potenziamento di servizi e azioni di formazione e di sensibilizzazione; altri si dedicano a campi finora poco esplorati, come il contrasto a ogni violenza e discriminazione sessista nell’ambito dello sport. La maggior parte vede la scuola come interlocutore naturale, perché è nella scuola che si formano convinzioni e sensibilità. Il comune denominatore: far crescere una consapevolezza e una coscienza fatta di rispetto, di contrasto alla violenza contro le donne, di educazione alla vera parità di genere.