Prosegue il percorso per l’autonomia regionale con il negoziato tra Governo, Emilia-Romagna e Lombardia
Il 9 novembre scorso è ufficialmente partito il negoziato con il Governo per il riconoscimento di una maggiore autonomia all’Emilia-Romagna, per la gestione diretta da parte della Regione di un numero di competenze che potrà essere superiore a 15: fra queste, istruzione, lavoro, tributi, finanza pubblica, salute, ambiente, territorio, ricerca, innovazione. La prima seduta del tavolo paritetico di confronto, comune con la Lombardia, si è svolta a Bologna venerdì 17 novembre, la seconda martedì novembre 21 a Milano e la prossima sarà a Roma. “Prosegue il cammino per ottenere maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna. Stiamo ridisegnando una innovativa fase di rapporti tra Stato, Regioni ed Enti locali. Ha un grande valore il fatto che il negoziato con il Governo, avviato a Roma, prosegua nei territori, prima a Bologna e oggi a Milano. Seguendo le impostazione che ci eravamo dati, sono stati affrontati questa mattina i temi del coordinamento della finanza pubblica, della ricerca scientifica, della cultura e dell’Istruzione, delle infrastrutture, della rigenerazione urbana e anche il ruolo delle Regioni nelle politiche internazionali ed europee. A breve con il governo definiremo nello specifico competenze e risorse necessarie”. Questo il commento dell’assessora al Riordino istituzionale della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, presente al tavolo di confronto con il Governo a Milano. Nel corso dell’incontro sono stati dibattuti i temi relativi alle competenze che le due Regioni chiedono di poter gestire direttamente, con risorse certe. L’Emilia-Romagna ne ha già individuate 12, con la possibilità di aumentarle nel corso del confronto con l’esecutivo nazionale, che ora proseguirà con la convocazione del tavolo a Roma. “Come abbiamo sempre detto – ha chiarito Emma Petitti – questo nostro percorso si snoda all’interno di un quadro di unità nazionale, con l’obiettivo di essere volano per una crescita dell’intero sistema-Paese. Abbiamo definito 12 materie sulle quali chiediamo maggiore autonomia, ma non escludo che, sulla base di un confronto con l’Assemblea legislativa, in sede di Commissioni, se ne possano aggiungere altre 4-5 relative a cultura, sport e agricoltura”. Le 12 materie già definite dalla giunta regionale sono: rapporti internazionali e con l’Unione Europea, sicurezza del lavoro, istruzione (fatta salva l’autonomia delle politiche scolastiche), commercio con l’estero, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione per i settori produttivi, governo del territorio, Protezione Civile, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, tutela della salute, norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, dei beni culturali, organizzazione della Giustizia di pace. Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana viene applicato l’articolo 116 della Costituzione, che al terzo comma consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. E per lavorare all’intesa, è appunto stato insediato il tavolo di confronto fra l’esecutivo nazionale e le due Regioni.