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Inaugurata la nuova scuola primaria Marino Moretti a Poggio Torriana

Sarà un anno scolastico più bello per i bambini di Poggio Torriana, in provincia di Rimini. E’ stata infatti inaugurata la nuova scuola primaria “Marino Moretti”, dopo la conclusione dei lavori del primo stralcio realizzati grazie allo stanziamento della Regione Emilia-Romagna di 1 milione e 214 mila euro, risorse interamente del bilancio regionale, al quale si sono aggiunti 70mila euro stanziati dall’amministrazione comunale.

Presente alla cerimonia il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, assieme al sindaco di Poggio Torriana, Daniele Amati, all’assessora regionale al Bilancio, Emma Petitti, all’assessora alla Scuola della Provincia di Rimini e sindaco di Santarcangelo, Alice Parma, e all’assessora comunale alla scuola, Cinzia Casadei.

La scuola è stata completamente ricostruita poiché quella esistente non rispondeva più alle esigenze gestionali e didattiche, e la capienza permetteva di ospitare al massimo 95 ragazzi. Pochi, considerando anche la fusione, avvenuta nel 2013, tra i Comuni di Poggio Berni e Torriana.

L’edificio è di 783 metri quadrati, interamente in legno, ed è suddiviso in 5 aule didattiche, di oltre 45 metri quadrati ciascuna con la possibilità di ospitare fino a 25 alunni per aula. Vi è anche un’aula mensa di oltre 122 metri quadri, un’aula di scienze e informatica di oltre 50 metri quadri e un’aula di musica/multimediale di 80 metri quadri con ambiente acusticamente idoneo, tutte complete del loro arredo specifico. Inoltre, il cortile esterno accoglie un’area verde didattica.

L’ufficio tecnico del Comune di Poggio Torriana ha già avviato le procedure per la gara del 2^ stralcio funzionale che sorgerà a fianco dell’attuale edificio e che prevede ulteriori 390 metri quadrati che saranno messi a disposizione per altre attività scolastiche per accogliere eventuali temporanee punte di iscrizioni che ciclicamente si verificano.

La Regione è già impegnata su una nuova programmazione per garantire continuità di investimenti sul patrimonio scolastico. Al Piano regionale pluriennale del 2015, si sono aggiunti altri 110 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Istruzione e destinati a 300 nuovi interventi di riqualificazione di edifici scolastici in Emilia-Romagna, fino ai lavori su solai e controsoffitti dove necessario. Oltre a 15,4 milioni derivanti da un nuovo mutuo Bei per altri 62 interventi.

“Investiamo su edifici scolastici nuovi, moderni e sicuri perché vogliamo investire sul presente dei nostri ragazzi e quindi sul futuro dell’Emilia-Romagna. Un futuro – commenta il presidente della Regione Stefano Bonaccini – fatto di opportunità non lo si può pensare se non partendo dai più giovani, dalla scuola e dagli spazi per la crescita e la formazione. Una nuova scuola accogliente, senza barriere architettoniche e pensata per la didattica diventa così un segnale importante per l’intera comunità regionale, in primo luogo per genitori e famiglie. Uno dei primi atti che abbiamo approvato a inizio legislatura, nel 2015, è stato il piano regionale di edilizia scolastica da 140 milioni di euro, con oltre 250 interventi di riqualificazione, ampliamento o costruzione di nuove strutture che saranno stati completati alla fine di quest’anno. Inoltre, abbiamo avviato il piano per avere tutte le scuole cablate con la banda larga entro il 2020, almeno 100 mega per internet veloce. Fin da subito abbiamo apprezzato la qualità del progetto sulla ‘Marino Moretti’ e del contesto, caratterizzato dalla concentrazione di altri edifici pubblici come il centro sportivo, il centro sociale, la scuola dell’infanzia e la biblioteca: nel cuore della comunità locale”.

“Quando ci siamo confrontati sulla fattibilità di sostenere questo progetto – aggiunge l’assessora al Bilancio Emma Petitti – ci hanno convinto diverse argomentazioni tra cui l’esigenza di intervenire per dare risposta ad un numero superiore di studenti rispetto a quella che era la capienza del vecchio edificio scolastico. Ora auspichiamo venga completato velocemente anche il secondo stralcio dell’edificio, ma certo quello di oggi è solo l’ultimo esempio della grande mole di investimenti che in questi anni la Regione ha destinato all’edilizia scolastica”.

All’edizione 2018 del “Summer pride” di Rimini, una festa per i diritti di tutte e tutti

Sono felice di aver partecipato anche quest’anno al “Summer pride” e di rappresentare la Regione Emilia-Romagna in questo importante momento di festa per i diritti. In Regione abbiamo sostenuto la nascita di questa manifestazione e continuiamo a sostenerla perché i diritti appartengono a tutti e tutti abbiamo la responsabilità di impegnarci a difenderli e rafforzarli. Dobbiamo essere capaci di farli vivere in ogni momento e in ogni aspetto del nostro essere cittadini. Dobbiamo avere la forza di essere sempre donne e uomini consapevoli rispetto alla nostra comunità. Persone che non vedono la “differenza” come un ostacolo, ma che, al contrario, possono fare la “differenza” all’interno delle dinamiche della vita sociale, economica, politica, culturale del nostro Paese e non solo. Purtroppo, sono ancora diffuse forme di discriminazione che si presentano nelle forme più volgari e subdole, ma che comunque hanno all’origine pregiudizi e stereotipi, su cui è importante intervenire. Spesso le azioni di discriminazione e violenza nei confronti delle persone omosessuali, transgender e transessuali non sono irrazionali o il frutto di una paura, ma sono il frutto dell’ignoranza e della mancanza di un’educazione adeguata . Riconoscere questo, significa poter mettere in atto meccanismi che creino consapevolezza e conoscenza su questi temi. La Regione su questo ha investito tantissimo. Anche nel 2018 abbiamo messo a disposizione un milione di euro per promuovere progetti contro le discriminazioni. E’ la strada sulla quale continuiamo a impegnarci. La diffusione di una cultura delle differenze è la strada principale da seguire nel contrasto agli stereotipi di genere. Creare cittadini consapevoli, educati all’inclusione, al cambiamento, al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, costituisce la premessa fondamentale per una società in cui esiste il rispetto della “persona” nella sua totalità e unicità. Le istituzioni hanno il dovere di creare le condizioni perché questo avvenga, perché ognuno di noi possa sentirsi ed essere una persona compiuta all’interno della società. E questo è ancora più vero e necessario in un momento in cui la logica oppositiva, il meccanismo dell’esclusione, l’odio e le paure, ritornano a essere elemento dominante di creazione di legami sociali. Non possiamo permettere che le conquiste raggiunte sino ad ora grazie a una politica aperta e inclusiva vengano messe in discussione. Abbiamo lottato a lungo e ottenuto leggi di civiltà come quella per le unioni civili e il fine vita, perché quando non ci lasciamo sopraffare dalla paura, possiamo raggiungere traguardi importanti, finalizzati al benessere di tutte e di tutti. Oggi addirittura assistiamo all’imbarbarimento del linguaggio anche di chi ha importanti ruoli istituzionali, quando sono la politica e le istituzioni che dovrebbero contrastare razzismo e intolleranza; e invece siamo nell’epoca in cui a dover essere rieducata è proprio una certa idea di politica.  Ancora c’è tanto da fare. Penso ad esempio al tema delle adozioni, è la prossima sfida sulla quale ci dobbiamo concentrare. I diritti hanno un potere dirompente, perché possono stravolgere la storia di una società. Questo genera paura in chi non concepisce il cambiamento come un’occasione di evoluzione e crescita, ma come un elemento di disturbo e perdita di posizioni acquisite. Non possiamo lasciarci sopraffare da paure e pregiudizi. Tutte le volte in cui le paure hanno vinto sul coraggio, la società è precipitata nel gorgo dell’incertezza. Per questo oggi lo dico di nuovo con forza: i bambini e le bambine cresciuti da due persone dello stesso sesso devono avere gli stessi diritti di tutti gli altri. Anche questa, al pari di altre, è una battaglia di civiltà. Questa sarà la nostra battaglia. Chiudo facendo un plauso a quei Sindaci che hanno avuto posizioni nette e chiare sul tema: Appendino a Torino, Merola a Bologna, Sala a Milano, Nardella a Firenze, De Magistris a Napoli, Pizzarotti a Parma e tanti altri. Loro hanno capito che i bambini sono tutti uguali e soprattutto che se la società è un passo avanti, non può certamente essere la politica a riportarla due passi indietro.

 

Programma di riordino territoriale, nuove regole per erogare i contributi alle Unioni

Nuove regole per erogare i contributi a sostegno dell’attività delle Unioni di Comuni, per aumentare, qualificare e rafforzare le gestioni associate di servizi a beneficio delle comunità locali, cittadini e imprese. Sono previste nel nuovo Programma di riordino territoriale 2018-2020 approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi. Non più regole uguali per tutti per ottenere i fondi, bensì più risorse là dove la gestione associata si è rivelata maggiormente efficace e, in secondo luogo, a sostegno delle Unioni già avviate (il cui budget con l’assestamento di bilancio appena approvato è stato aumentato di 300mila euro), valorizzando però la progettualità attraverso Piani di sviluppo triennale che le stesse Unioni dovranno presentare.

Il Prt punta a innovare la disciplina sui criteri e le modalità per concedere i contributi annuali alle forme associative intercomunali per le quali la Regione mette a disposizione, già per quest’anno, 17,3 milioni di euro, di cui 9,5 milioni sono risorse regionali e 7,8 milioni fondi statali.

Grazie a un bando già aperto, gli Enti interessati potranno presentare le richieste per accedere ai finanziamenti e farlo entro lunedì 10 settembre 2018: entro il successivo 30 ottobre la concessione dei contributi.

Oggi in Emilia-Romagna sono presenti 43 Unioni di Comuni, che coinvolgono 280 amministrazioni comunali sulle 331 esistenti in regione.

L’indirizzo del nuovo Prt punta a premiare le realtà che promuovono le Unioni, aiutare i territori in difficoltà, valorizzare le Unioni più virtuose e aumentare il grado di integrazione tra i territori e i Comuni stessi.

“Il Programma di riordino territoriale è frutto di un percorso partecipato con gli interlocutori istituzionali e di un lavoro di analisi e approfondimento condiviso con i rappresentanti delle Unioni, Anci e Uncem, ovvero di tutti gli organismi dei Comuni, compresi quelli montani- spiega l’assessora al Bilancio e al Riordino istituzionale, Emma Petitti-. Le novità di questo strumento prevedono innanzitutto incentivi con nuove regole, per i prossimi tre anni, per le attività delle Unioni comunali con l’obiettivo di incrementare e qualificare le gestioni associate e rafforzare le Unioni stesse valorizzando, al contempo, le esperienze dei vari territori”.

Inoltre, nell’attuale contesto “è importante l’azione della Regione- aggiunge Petitti– quale motore fondamentale dell’integrazione territoriale, volta alla gestione dei servizi, ma anche allo sviluppo del territorio. Il Prt è un tassello di un disegno di riordino istituzionale e territoriale complessivo che la Regione Emilia-Romagna sta definendo e portando avanti nell’ambito del piano delle riforme istituzionali”.

Per formulare il nuovo strumento sono stati costituiti, a metà 2017, gruppi di lavoro tematici formati da dirigenti delle Unioni, della Regione e dai rappresentanti delle associazioni degli Enti locali. I gruppi hanno avanzato proposte tecniche sull’impostazione del Prt e sui contenuti essenziali delle gestioni associate: questo lavoro si è successivamente tradotto nelle linee guida per il Prt 2018-2020.

Le novità del Prt

Tre le principali innovazioni del nuovo Programma di riordino territoriale c’è il superamento della precedente impostazione che prevedeva premialità e incentivi alle Unioni di Comuni con regole uguali per tutti, individuando una diversa modalità di sostegno fondata sulla differenziazione, per far crescere e rafforzare il sistema delle Unioni tenendo conto della disomogeneità delle situazioni attuali.

Inoltre, prevede il rafforzamento del criterio premiale legato alla verifica dell’effettività delle gestioni associate e del livello di efficacia raggiunto dalle unioni, attraverso la compilazione di schede-funzione che parametrizzano il punteggio assegnato in relazione all’effettiva operatività delle funzioni.

Con lo strumento si introduce un approccio che valorizza la progettualità, in particolare per le Unioni avviate ma ancora in difficoltà, che sono chiamate predisporre e mettere in pratica un piano di sviluppo triennale avvalendosi di competenze specializzate interne o esterne all’unione, che consenta loro di avviare un percorso di miglioramento ed ampliamento delle gestioni associate.

Autonomia differenziata: la nostra proposta consegnata alla ministra Stefani

Al Ministero per gli Affari Regionali con la ministra Erika Stefani per consegnare la nostra proposta sull’autonomia differenziata. 15 materie condivise con l’Assemblea legislativa e con le forze sociali, economiche ed istituzionali del nostro sistema regionale. Ambiti che riguardano le politiche strategiche dell’Emilia Romagna, per continuare a crescere ed essere competitivi.

“L’incontro è andato davvero molto bene, con la piena e reciproca volontà di collaborare insieme per arrivare all’obiettivo comune, che per quanto ci riguarda è la maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna. Con l’auspicio, ribadisco, che ci sia il via libera del Parlamento entro l’anno”. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, esprime tutta la sua soddisfazione al termine della riunione avuta nel pomeriggio a Roma con la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani, alla quale ha consegnato il progetto per ottenere un regionalismo differenziato per l’Emilia-Romagna, con la proposta, illustrata ieri in Assemblea legislativa e in precedenza alle parti sociali riunite nel Patto per il Lavoro, di un aumento delle competenze di cui la Regione chiede la gestione diretta. Alle 12 già definite, infatti, si aggiungonoagricoltura, acquacoltura, protezione della fauna e attività venatoria;cultura e spettacoloesport: in totale 15, tutte nell’ambito di aree strategiche comepolitiche per il lavoro,istruzione,sanità,tutela dell’ambiente e dell’ecosistema,relazioni internazionali e rapporti con la Ue.

“Ci sono le condizioni per accelerare- prosegue Bonaccini, affiancato nella delegazione regionale dall’assessore al Riordino istituzionale, Emma Petitti-. Infatti, possono già partire i tavoli tecnici di approfondimento sulle singole materie. Nel frattempo, la Regione perfezionerà la sua proposta anche sulle nuove materie presentate ieri in Aula: abbiamo intenzione di proseguire con il pieno coinvolgimento dei Gruppi consiliari e dell’Assemblea legislativa come fin qui accaduto, nonché con le rappresentanze sociali e istituzionali. Un aspetto- sottolinea-, quello della maggior condivisione possibile con la società regionale, molto apprezzato dal Governo”.

Prima dell’incontro, in Conferenza delle Regioni sempre sul tema del regionalismo differenziato Bonaccini e Stefani hanno condiviso, in positivo, altri due elementi: “Anzitutto altre Regioni stanno decidendo di intraprendere la strada che per primi come Emilia-Romagna abbiamo battuto, e questo ci conforta sulla bontà della scelta fatta. In secondo luogo, come si è visto anche nel dibattito in assemblea ieri, tutte le forze politiche condividono la scelta di fondo. Certo- precisa il presidente della Regione- ciascuno con la propria sensibilità e il proprio punto di vista, ma è estremamente importante e positivo che questo nuovo processo riformatore avvenga senza strappi e contrapposizioni”.

Infine, “abbiamo posto una questione di metodo sia in Conferenza delle Regioni, sia con la ministra, su cui abbiamo registrato consenso: affinché il percorso sia lineare, trasparente e non conflittuale, è importante individuare uno strumento normativo uguale per tutte le Regioni. È legittimo avere opinioni diverse su quale sia lo strumento preferibile. Noi abbiamo fatto le nostre proposte, e cioè una proposta di legge governativa sulla base dell’intesa definitiva con le Regioni, approvata dalle Camere a maggioranza qualificata, e ci confronteremo. Certamente non faremo barricate e non abbiamo preclusioni, purché si trovi la soluzione più efficace e condivisa per fare in fretta e bene. Ma alla fine- chiude Bonaccini- servirà una scelta comune e mi conforta aver trovato condivisione anche su questo”.

In Conferenza Stato-Regioni per definire le questioni finanziarie prioritarie

A Roma. In conferenza Stato Regioni con il Presidente Stefano Bonaccini e il viceministro al Mef Massimo Garavaglia per definire le questioni finanziarie prioritarie per le Regioni da affrontare con la nuova legge di stabilità.

Risparmi e recupero dell’evasione fiscale, via libera all’assestamento di bilancio

Nuove risorse liberate per crescita, welfare e sviluppo dei territori. Grazie a minori spese derivate da risparmi – circa 15 milioni di euro, di cui 3 dell’Assemblea legislativa – e a maggiori entrate dal recupero dell’evasione fiscale -circa 18 milioni, soprattutto da Iva e addizionale Irpef, oltre che dal bollo auto -, la Regione sostiene ulteriori interventi per 55 milioni di euro. E’ l’entità dell’assestamento di bilancio messo a punto dalla Giunta regionale e approvato oggi dall’Assemblea legislativa, una manovra che prevede investimenti principalmente per la sanità emiliano-romagnola (12,6 milioni di euro), l’impiantistica sportiva (10 milioni, che si aggiungono ai 20 milioni già stanziati), il fondo delle Province (7,8 milioni), la banda ultra-larga e la realizzazione dell’agenda digitale (5,2 milioni), e il ripristino delle strade provinciali (3 milioni). Altrettanto importanti, fra gli altri, i fondi per l’abbattimento delle barriere architettoniche (1,4 milioni), fondo imprevisti calamità naturali (3 milioni), acquisto di auto ibride (1 milione) e agli enti locali per la riduzione dei costi degli abbonamenti dei bus (500mila euro).

“Si tratta di ulteriori e rilevanti risorse destinate ad attività strategiche per lo sviluppo del nostro territorio- ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-, frutto di una gestione equilibrata del bilancio, come riconosciuto alla Regione dalla Corte dei Conti. Conti in ordine, riduzione del debito di 150 milioni di euro in tre anni, taglio degli incarichi esterni del 90%, diminuzione dei costi della politica, con l’abolizione dei vitalizi in anticipo rispetto al dibattito in corso, ci hanno consentito l’introduzione del Reddito di solidarietà, di non far pagare l’autobus in 13 città ai pendolari abbonati ai treni regionali e di abolire i superticket sanitari dal prossimo 1^ gennaio, lasciandoli solo per i redditi familiari sopra i 100mila euro anni così da coprire anche l’abrogazione del ticket base da 23 euro sulle prime visite per genitori e figli delle famiglie numerose, oltre all’assunzione e stabilizzazione di 5 mila medici, infermieri e operatori in sanità. Tutto questo senza aumentare le tasse dei cittadini. Risultati che sono sotto gli occhi di tutti, alla base della nostra richiesta di avere maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna, per continuare a crescere potenziando sanità e welfare e le misure per chi ha più bisogno”.

Da inizio legislatura, nel 2015, è la prima volta che l’assestamento di bilancio raggiunge una tale entità, facendo ovviamente riferimento a risorse recuperate interamente dal bilancio regionale.

“Siamo così in grado- dichiara soddisfatta l’assessora regionale al Bilancio, Emma Petitti– di realizzare ulteriori interventi dando un forte impulso ai territori e riposte concrete alle esigenze delle nostre comunità. Con l’assestamento mettiamo in campo nuove e maggiori risorse per la crescita dell’Emilia-Romagna in diversi ambiti: dall’impiantistica sportiva alla promozione turistica, dalle bonifiche in agricoltura alla cooperazione internazionale. I protagonisti di questo assestamento sono proprio gli enti locali che grazie a queste risorse potranno realizzare importanti progetti sia come singoli enti che attraverso le forme associative. Il tutto frutto di un lavoro di confronto e concertazione con tutte la parti sociali ed economiche dei nostri territori”.

Oltre ai fondi alle aziende sanitarie locali, la voce più significativa di investimento riguarda l’incremento delle risorse per l’impiantistica sportiva: 10 milioni di euro. Queste permetteranno di rinnovare o ristrutturare il patrimonio impiantistico e sportivo regionale: dai nuovi palazzetti alle strutture polivalenti, con interventi in 120 Comuni da Piacenza a Rimini. L’investimento della Regione raggiunge così i 30 milioni, e salirà entro l’anno a 35, per progetti da 100 milioni di euro complessivi.

Ulteriori risorse andranno al piano di promozione turistica (1,2 milione di euro) gestito da Apt e agli impianti sciistici di risalita (700mila euro). Inoltre, sono stati stanziati 100 mila per contributi ad associazioni ed istituzioni sociali private, per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive.

In vista di “Parma Capitale italiana della cultura 2020”, saranno erogati 3,5 milioni di euro al Comune di Parma per interventi agli immobili della Palazzina Nervi e della Casa della musica.

Sarà ripristinato il fondo imprevisti per calamità naturali con uno stanziamento di 3 milioni di euro. Quattro milioni di euro saranno destinati alla protezione civile e un milione di euro è l’ulteriore contributo per il funzionamento dell’Arpa, mentre per il parco delle foreste Casentinesi sono previsti 80mila euro. Mezzo milione di euro sarà destinato alle bonifiche in agricoltura, in particolare per finanziare investimenti e la manutenzione straordinaria delle opere di bonifica realizzate attraverso i Consorzi.

Nel settore dei servizi educativi (0-6 anni), sono previsti 600 mila euro in più alle scuole per l’infanzia paritarie facendo salire a 4,7 milioni di euro le risorse stanziate per qualificare l’offerta educativa e il coordinamento pedagogico nelle 830 scuole, tra comunali e private presenti sul territorio regionale.

Quasi 1,4 milioni di euro saranno destinati all’eliminazione delle barriere architettoniche e che si aggiungono ai fondi statali per 29,4 milioni nel triennio 2018-2020.

Con 1,4 milioni di euro si realizzerà un parziale rifinanziamento della Legge regionale sulla formazione professionale e 500 mila euro vanno alla cooperazione internazionale.

Contributi anche agli Enti Locali: per la riqualificazione delle aree commerciali (1,2 milioni di euro); per le Unioni di Comuni (300mila euro); per la riduzione dei costi degli abbonamenti dei bus (500mila euro); per l’acquisto di auto ibride (1 milione).

La Corte dei conti nazionale cita la Regione Emilia-Romagna come esempio virtuoso

Risorse per i territori, la Regione Emilia-Romagna un esempio da seguire. La Corte dei Conti nazionale l’ha infatti citata quale esperienza virtuosa rispetto alla gestione dei Patti di stabilità territoriali, che consentono ai Comuni e alle Province margini di azione sui bilanci per gli investimenti, esprimendo un giudizio molto positivo nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato il 12 luglio scorso in Parlamento. Una gestione efficace che, come ha rimarcato anche la Sezione regionale dell’Emilia-Romagna della Corte dei Conti nel recente via libera al consuntivo 2017 della Regione, ha visto quest’ultima liberare l’anno scorso circa 30 milioni di euro a favore degli enti locali, spazi finanziari autorizzati – senza alcun aggravio della spesa pubblica – che hanno creato le condizioni di ulteriore crescita nei territori. E dal 2011, le risorse gestite attraverso i Patti di solidarietà ammontano a 1 miliardo e 91 milioni di euro, a beneficio di Comuni e Province dell’Emilia-Romagna.

Nel Rapporto al Parlamento, la Corte segnala che lo “strumento innovativo ha determinato una disponibilità di spazi finanziari per compensazioni che non si è registrata in nessun’altra regione”, massimizzando la solidarietà orizzontale tra gli enti locali del territorio. E ancora, adottando l’intesa sui Patti con il Consiglio delle autonomie (CAL) dell’Emilia-Romagna, la Regione si è “particolarmente contraddistinta per la capacità di coinvolgere gli enti locali per il raggiungimento di un unico saldo di finanza pubblica a livello regionale”, saldo che ha concorso al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica assunti dall’Italia a livello europeo. Risultato: la gestione del Patto regionale 2017 ha consentito da un lato il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e dall’altro l’incentivazione delle politiche degli investimenti locali e l’accelerazione dei pagamenti alle imprese e alle famiglie.

Soddisfatta l’assessora al Bilancio della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, che sottolinea “come la Corte dei Conti nazionale abbia voluto segnalare la gestione estremamente positiva dei Patti di stabilità regionali che, con il coinvolgimento diretto degli enti locali, ha permesso negli ultimi anni la messa a disposizione di spazi finanziari per oltre 1 miliardo di euro favorendo le politiche di investimento di Comuni e Province oltre che introdurre elementi di maggiore flessibilità nei pagamenti per imprese e famiglie”. La nota positiva, prosegue l’assessora, “è stata sovente rimarcata anche dal fatto che le Regione abbia continuamente innovato le proprie procedure gestionali anticipando le norme assunte successivamente a livello nazionale”.

Dalla Regione 30 milioni di euro per la riqualificazione degli impianti sportivi

“Lo Sport è una priorità come lo sono i Comuni e le Associazioni che hanno deciso di investire sulla riqualificazione di strutture sportive, luoghi fondamentali della socialità e della crescita soprattutto per i più giovani”. Lo sottolinea l’assessora al bilancio Emma Petitti ricordando che la Regione Emilia-Romagna si prepara a una maxi operazione di rinnovamento e ristrutturazione del proprio patrimonio impiantistico sportivo che coinvolgerà 120 Comuni da Piacenza a Rimini, con un investimento della Regione di 30 milioni di euro, destinati a salire a 35, che ne genererà uno complessivo di almeno 100 milioni. La Giunta regionale ha approvato la graduatoria relativa al bando per la presentazione di progetti da parte dei Comuni, che ha visto un fortissimo interesse: 120 i progetti risultati ammissibili al finanziamento sulle 175 domande arrivate, con più di un Comune su due che ha presentato una proposta per migliorare l’offerta di strutture dedicate alla pratica motoria e sportiva.

“Dalla Regione Emilia-Romagna – aggiunge Petitti vengono stanziati – 30 milioni di euro per il rinnovamento e la ristrutturazione degli impianti sportivi, per finanziare 95 progetti (del valore di 100 milioni di euro) da Piacenza a Rimini. Oltre ai 10 milioni inseriti nell’assestamento di bilancio verrà garantito il sostegno finanziario a 95 progetti. Si conta di incrementare in autunno il fondo a disposizione di ulteriori 5 milioni a fine anno (in fase di definizione del bilancio 2019) per dare risposta a tutti i 120 progetti ammessi a finanziamento. In provincia di Rimini saranno finanziati con 3,6 milioni di euro dodici progetti aventi un valore totale di circa 7,6 milioni”.

I 120 progetti ammissibili sono distribuiti in tutti i territori: 12 nella provincia di Piacenza, con un contributo massimo complessivo della Regione che sarà di 2,8 milioni; 18 in quella di Parma, per un investimento regionale fino a 4,4 milioni; 19 in quella di Reggio Emilia per 4,9 milioni; 14 in quella di Modena per 4,7 milioni; 21 in quella di Bologna per 5,6 milioni; 7 sia in quella di Ferrara per 2,6 milioni, sia in quella di Ravenna, per 2,4 milioni; 10 in quella di Forlì-Cesena per 3,2 milioni e 12 in quella di Rimini per 3,5 milioni.

La Corte dei conti promuove la Regione Emilia-Romagna. Saldo positivo di 147 milioni di euro

I conti tornano per la Regione Emilia-Romagna, che ha chiuso il 2017 con un saldo di competenza positivo fra entrate e spese di quasi 147 milioni, rispettando i vincoli del pareggio di bilancio e riducendo il debito di quasi 50 milioni (oltre 150 in tre anni, -21% da inizio legislatura). Tutto senza alzare le tasse per cittadini e imprese, scegliendo invece di tagliare la spesa non intaccando la qualità dei servizi. Una spending review in due mosse: da un lato la riduzione di voci interne come missioni, spese dì rappresentanza e auto a noleggio, fino al record degli incarichi esterni (172mila euro spesi l’anno scorso, 60mila in meno rispetto al 2016 ma il 90% in meno rispetto al 2010); dall’altro il ricorso al mercato elettronico per l’acquisizione di beni e servizi attraverso la centrale unica regionale degli acquisti, l’Agenzia IntercentER (445 milioni di euro risparmiati i tre anni, 374 solo nella sanità). Una gestione efficace che ha visto liberare 30 milioni di euro per i territori, portando a quasi 1,1 miliardi dal 2011le risorse su cui hanno potuto contare gli enti locali per gli investimenti grazie ai Patti di solidarietà coordinati dalla Regione. Bene anche il Servizio sanitario regionale: equilibrio di bilancio insieme ad assunzioni e stabilizzazioni per oltre 5mila medici, infermieri, operatori negli ultimi due anni, aumento delle prestazioni fornite, investimenti in spazi e strutture e l’annunciata abolizione dei superticket per farmaci e prestazioni specialistiche dal 1^ gennaio 2019, che rimarranno solo per i redditi superiori ai 100mila euro l’anno, e dei ticket base da 23 euro per le prime visite di genitori e figli dei nuclei familiari numerosi. E la sanità registra una ottima capacità di spesa, con 8,7 miliardi di pagamenti effettuati a fronte di 9,1 miliardi impegnati.

E’ quanto si ricava dal giudizio di parifica sul rendiconto 2017 della Regione Emilia-Romagna arrivato oggi dalla Corte dei contiSezione regionale di controllo, nel corso dell’udienza pubblica che si è tenuta questa mattina a Bologna nel salone d’onore del Circolo Ufficiali dell’Esercito di Palazzo Grassi, alla presenza al presidente della Sezione regionale, Carlo Greco, dei magistrati istruttori, del Procuratore regionale, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dell’assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti.

Con la concessione del giudizio di parifica, la Corte dei conti certifica il rispetto delle norme contabili, il buon andamento dell’azione amministrativa e la tutela degli equilibri di finanza pubblica.

“Solo avendo i conti in ordine, come succede all’Emilia-Romagna, sono possibili politiche espansive per la crescita e l’occupazione come quelle che abbiamo condiviso e che condividiamo con le parti sociali nel Patto per il lavoro- afferma il presidente Bonaccini-. Investimenti per potenziare il welfare e misure come il Reddito di solidarietà per il contrasto alla povertà. Decisioni come l’abolizione dei superticket sanitari e quella dei ticket sulle prime visite per le famiglie con due o più figli, o, ancora, l’autobus gratuito per gli abbonati al servizio ferroviario regionale, manovre coperte interamente da fondi regionali e che ci permettono di alleggerire il carico fiscale dei cittadini e le loro spese quotidiane, se pensiamo che solo l’operazione sui superticket porterà al risparmio di almeno 22 milioni di euro l’anno per quasi un milione di persone e l’integrazione tariffaria treno-bus a un risparmio fino a 180 euro l’anno per circa 60mila pendolari. Una gestione efficace del denaro pubblico basata sulla costante riduzione dell’indebitamento, la razionalizzazione della spesa, controlli efficaci e taglio degli sprechi là dove esistono, oltre alla centrale unica per gli acquisti, ci permette di restituire ai cittadini. E una Regione virtuosa merita la maggiore autonomia che l’Emilia-Romagna ha chiesto, per fare ancora di più e meglio. Un regionalismo differenziato nel rispetto della Costituzione e dell’unità nazionale che, lo ribadisco,- chiude Bonaccini– mi auguro il nuovo Governo e il nuovo Parlamento ci vogliano riconoscere entro quest’anno”.

Il presidente della Regione ha quindi ringraziato la Corte dei conti e la Sezione regionale “per la collaborazione e il confronto costanti, fondamentali nel continuare a migliorare l’azione amministrativa e l’efficacia del bilancio”.

Al via i referendum consultivi per sette fusioni tra 14 Comuni dell’Emilia-Romagna

“Siamo arrivati a un passaggio importante che segue l’approvazione dei progetti di legge di fusione già licenziati dalla Giunta nei mesi scorsi. Ora la decisione definitiva spetta ai cittadini, che in autunno potranno esprimersi attraverso i referendum consultivi”.

È il commento dell’assessora al Riordino istituzionale, Emma Petitti, al via libera dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna all’indizione dei referendum consultivi per quanto riguarda sette fusioni tra 14 Comuni dell’Emilia-Romagna.

In provincia di Ferrara due le possibili fusioni: Formignana con Tresigallo e Berra con Ro. Due anche in provincia di Parma: la prima tra Colorno e Torrile, la seconda tra Mezzani e Sorbolo. In provincia di Modena la consultazione referendaria riguarderà la possibile fusione tra Lama Mocogno e Montecreto. Nell’area metropolitana di Bologna due le possibili fusioni: la prima tra Castenaso e Granarolo, la seconda Malalbergo e Baricella.

“La Regione- ha concluso l’assessora Petitti- ha messo a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire i percorsi di fusione, con l’obiettivo di migliorare i servizi ottimizzando le risorse e cercando di mantenere un contenimento dei costi. Siamo certi che quella intrapresa sia la strada giusta e che i territori sapranno cogliere questa importante opportunità”.

 

Le fusioni in Emilia-Romagna

Le Unioni e le fusioni dei Comuni rappresentano un’opportunità strategica per migliorare l’organizzazione e la gestione dei servizi. Soltanto per il 2017, i contributi per le fusioni andati ai 9 nuovi Comuni, nati dai 24 precedenti, sono stati 11 milioni, di cui 2,7 della Regione”.

Le fusioni sono previste a partire dall’1 gennaio 2019, dopo un referendum consultivo che si prevede di organizzare nella prima metà del mese di ottobre. Le elezioni degli organi dei nuovi Comuni che si costituiranno potranno avvenire solo nella primavera 2019, mentre gli attuali organi comunali decadranno dall’1 gennaio 2019. Nei primi mesi del prossimo anno gli eventuali nuovi Comuni nascenti da fusione saranno retti da Commissari prefettizi.

Numero Comuni nel 2014: 348

Numero fusioni concluse: 10

Numero Comuni convolti nelle fusioni concluse: 27

Numero Comuni ad oggi: 331

 

L’elenco delle fusioni concluse

  • Comune di Alta Val Tidone: istituito a far data dal 1 gennaio 2018, con L.R. n. 13 del 18 luglio 2017, a seguito della fusione dei Comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara in Provincia di Piacenza.
  • Comune di Terre del Reno: istituito, a far data dal 1 gennaio 2017, con  l.r. n.23 del 19 dicembre 2016, a seguito della fusione dei Comuni di Mirabello e Sant’Agostino in Provincia di Ferrara.
  • Comune di Montescudo – Monte Colombo: istituito, a far data dal 1 gennaio 2016, con l.r. n. 21 del 23 novembre 2015 a seguito della fusione dei  Comuni di Montescudo e Monte Colombo in Provincia di Rimini.
  • Comune di Polesine Zibello: istituito, a far data dal 1 gennaio 2016, con l.r. n. 20 del 23 novembre 2015 a seguito della fusione dei  Comuni di Polesine Parmense e Zibello in Provincia di Parma.
  • Comune di Alto Reno Terme: istituito, a far data dal 1 gennaio 2016, con l.r. n. 19 del 23 novembre 2015 a seguito della fusione dei  Comuni di Granaglione e Porretta Terme in Provincia di Bologna.
  • Comune di Ventasso: istituito, a far data dal 1 gennaio 2016, con l.r. n. 8 del 9 luglio 2015 a seguito della fusione dei 4 Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto in Provincia di Reggio Emilia.
  • Comune di Valsamoggia: istituito, a far data dal 1 gennaio 2014, con  l.r. n 1 del 7 febbraio 2013 a seguito della fusione dei 5 Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno in Provincia di Bologna.
  • Comune di Fiscaglia: istituito, a far data dal 1 gennaio 2014, con l.r. n. 18 del 7 novembre 2013 a seguito della fusione dei 3 Comuni di Massa Fiscaglia, Migliarino e Migliaro in Provincia di Ferrara.
  • Comune di Poggio Torriana: istituito, a far data dal 1 gennaio 2014, con l.r. n. 19 del 7 novembre 2013 a seguito della fusione dei 2 Comuni di Poggio Berni e Torriana in Provincia di Rimini.
  • Comune di Sissa Trecasali: istituito, a far data dal 1 gennaio 2014, con l.r. n. 20 del 7 novembre 2013 a seguito della fusione dei 2 Comuni di Sissa e Trecasali in Provincia di Parma.