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A Riccione al Congresso regionale della CGIL Funzione Pubblica

A Riccione. Al congresso regionale della Funzione Pubblica della CGIL. Innovare. Qualificare. Valorizzare. Il lavoro che insieme alle forze sociali la nostra Regione Emilia-Romagna ha realizzato in questi anni rappresenta un valore per la qualità della nostra PA. Investimenti sul capitale umano con risorse per la formazione e per l’Agenzia regionale per il lavoro  garantendo stretto rapporto tra politiche attive e passive. Smartworking e potenziamento forme di lavoro flessibile.

Il mio saluto al XVIII Congresso provinciale della CGIL di Rimini

Buongiorno a tutte e tutti e grazie al Segretario Generale Primo Gatta per l’invito a partecipare ai lavori di questo congresso, che come sempre rappresenta un momento di grande importanza nella vita associativa di un’organizzazione come il sindacato.

 

Vi porto il saluto a nome della Regione Emilia-Romagna e mio personale.

 

Questa è anche l’occasione per tracciare un breve bilancio dell’attività svolta, anche insieme, in questi anni, perché anche noi, come regione, siamo quasi arrivati al completamento della nostra legislatura amministrativa.

 

E lo faccio ricordando da dove siamo partiti, ad inizio 2015, col nostro lavoro.

Abbiamo da sempre effettuato la scelta di coniugare al massimo i due filoni della contrattazione puntando tantissimo sul “sociale” ma favorendo, al tempo stesso lo “sviluppo”.

Sicuramente uno degli atti più importanti che ha compiuto la regione per provare a dare risposte adeguate alla crisi economica e sociale che da diversi anni sta attraversando la nostra nazione e il nostro territorio regionale è rappresentato dal Patto per il Lavoro.

Patto che sin dall’inizio del mandato ha favorito, sostanzialmente, una rete di relazioni e la formazione di una sede di confronto “alta” dalla quale fare discendere una serie molto estesa di programmi e azioni condivise. Proprio questi elementi dimostrano, ancora una volta, come la nostra amministrazione crede fortemente nella contrattazione sociale intesa come strumento utile alla formazione di un tessuto sociale che di comune accordo decide di investire tutte le sue migliori risorse e competenze sull’innovazione, sulla ricerca, sul welfare universale, sulla sostenibilità ambientale, sulla legalità e sulla buona e piena occupazione.

E’ ovvio che parlare di questi temi qui in Camera del lavoro, è molto agevole e sono sicura che quando le istituzioni avviano trattative e programmano i propri atti partendo proprio da questi capisaldi basandosi su questi principi avranno sempre il vostro sostegno.

 

Voi oggi vi concentrerete giustamente su dati provinciali mentre la nostra attenzione si sofferma su quelli regionali; e da questo punto di vista posso tranquillamente affermare che i principali indicatori dell’economia italiana sono abbastanza postivi, ma per la Regione Emilia-Romagna si evidenzia una maggiore accelerazione rispetto al resto d’Italia, sia della dinamica congiunturale che degli effetti sull’occupazione.

Risultati a fine 2017 hanno segnalato un calo ulteriore della disoccupazione collocata al 9.1% nel 2015 è diminuita di quasi 3 punti percentuale rispetto all’6,3% di fine 2017. Si stima possa arrivare al 5,6 per cento alla fine del presente anno, esattamente la metà del tasso atteso a livello nazionale, 11,1 per cento.

L’Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per ritmo di crescita nel 2017, insieme alla Lombardia (Rapporto Unioncamere, ottobre 2017), con un valore del PIL a +1,7 per cento. La crescita del PIL è trainata soprattutto dal ciclo positivo dell’industria (+1,9%), degli investimenti (+3,1%) e delle esportazioni (+2,9). Sono attesi incrementi considerevoli per l’Export.

Nel corso del 2017 gli occupati in Emilia-Romagna sfiorano i 2 milioni e sono cresciuti, rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente, di circa 16 mila unità: per il terzo anno consecutivo vi è una contrazione del numero delle persone che cercano un’occupazione. Dati positivi anche dalla gestione Inps della cassa integrazione guadagni. In particolare, le ore di cassa integrazione autorizzate nel 2017 risultano in notevole calo rispetto allo stesso periodo del 2016.

Questo sul tema del lavoro. Mi sento poi di dire che abbiamo avuto grande attenzione su due temi che sono certa vi stanno a cuore e sui quali abbiamo anche lavorato molto insieme e con risultati direi proficui.

 

In primis mi riferisco al consolidamento e potenziamento degli interventi sullo stato sociale e le politiche di contenimento tariffario, attraverso il fondo per la non autosufficienza (complessivamente pari a 478 milioni, dei quali un terzo per la disabilità grave) e con l’intervento a sostegno del reddito e di contrasto della povertà per le famiglie in situazione di grave difficoltà economica iniziato nel 2017 (35 milioni all’anno per l’intero triennio 2018-2020)

 

La Regione attua uno sforzo importantissimo per mantenere lo stesso livello dei servizi destinati ai cittadini dando continuità alle azioni di welfare compiute in questi anni e ad alcune priorità: innanzitutto la lotta all’esclusione, alla fragilità e alla povertà, poi un’attenzione particolare per le giovani generazioni e per le famiglie. Investe ingenti risorse per proseguire con la misura a sostegno del reddito e di contrasto della povertà per le famiglie in situazione di grave difficoltà economica (Legge Regionale sul Reddito di Solidarietà n. 24 approvata a dicembre 2016). Tale stanziamento costituisce una parte considerevole dell’intero bilancio dell’Assessorato al Sociale e consente di proseguire con la lotta alla povertà estrema di minori, anziani e adulti entrata ufficialmente nell’agenda strategica della Regione Emilia-Romagna.

Il bilancio conferma inoltre la cifra stanziata per la programmazione territoriale realizzata dagli EE.LL. attraverso i Piani di Zona che nel 2018 saranno approvati dai territori in coerenza e in attuazione del nuovo Piano Sociale e Sanitario 2017-2019 approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 120/2017 e della deliberazione della giunta regionale n. 1423/2017 di attuazione del Piano.

 

Nel complesso, dunque per le politiche di welfare vengono destinate risorse regionali pari a 68,6 milioni di euro per la continuità delle politiche sociali che comprendono i 33 milioni di euro per il Reddito di Solidarietà. A questi stanziamenti si aggiungeranno le risorse provenienti dai Fondi nazionali approvati in sede di legge di stabilità. Si conferma la quota destinata ai servizi 0-6 anni e si dà continuità a tutti i servizi sociali erogati dall’Assessorato al Sociale, mantenendo inalterato lo stanziamento per la programmazione territoriale realizzata dagli EE.LL. attraverso i Piani di Zona. Si confermano quindi le risorse destinate alle politiche per le giovani generazioni, per il Servizio Civile e per le politiche familiari.

 

Secondo tema: la concertazione.

Mi riferisco al grande lavoro fatto insieme alle vostre rappresentanze quando ci siamo trovati a dover gestire la riforma delle Province avviata dalla Legge Delrio e proseguita con l’approvazione della Legge regionale 13 , che in prima battuta ci ha causato non pochi problemi, che spaziavano dalla tutela dell’occupazione dei lavoratori degli enti provinciali coinvolti dal processo di riforma, ma soprattutto ha causato diversi problemi alla funzionalità del sistema, che in regioni avanzate come la nostra, non è stato facile superare.

La risposta che abbiamo inteso dare non ha previsto percorsi imposti dall’alto, ma passaggi di condivisione dal basso che sono stati attuati anche grazie alla preziosa collaborazione delle vostre rappresentanze.

Non a caso in Regione Emilia-Romagna, grazie al forte investimento fatto, nessun dipendente ha perso il posto di lavoro o è stato messo in mobilità, abbiamo pensato e attuato un modello di creazione e rafforzamento dei c.d. centri di competenza interistituzionale dato dal rafforzamento delle Agenzie regionali già esistenti. Mi riferisco all’Agenzia di protezione civile e all’Arpa. Ma ancor più importante è la creazione dell’Agenzia regionale per il Lavoro. Proprio su questo terreno, come sapete la nostra Regione ha giocato un ruolo di precursore di quella che poi è diventata una scelta “copiata” a livello nazionale.

Ritengo questo un grande risultato raggiunto insieme.

 

Siglato l’accordo per prevenire e contrastare le molestie nei luoghi di lavoro

Un importante accordo per prevenire e contrastare le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro. Lo hanno sottoscritto oggi, 16 aprile 2018, a Bologna Cgil, Cisl, Uil dell’Emilia-Romagna, Legacooperative, Confcooperative e Agci regionali.

I lavoratori dei settori coinvolti ammontano complessivamente a circa 240mila unità, di cui il 70% è composto da lavoratrici. Alla firma erano presenti l’assessore regionale alle pari opportunità, Emma Petitti, la consigliera di parità regionale Sonia Alvisi.

“Questo protocollo – dichiara Petitti – segna un altro importante passo nel lavoro di rete che in Emilia-Romagna istituzioni, associazioni, forze sociali ed economiche e il mondo della cooperazione, stanno portando avanti. Sui temi delle pari opportunità, proprio il lavoro di squadra ci ha permesso di fare la differenza. L’esperienza ci insegna che intese come questa, frutto del lavoro di mesi, se declinati con azioni concrete funzionano. Siamo la regione con il più alto tasso di occupazione femminile e in questi anni abbiamo messo in campo strumenti innovativi come la legge quadro sulla parità e il piano regionale contro la violenza sulle donne. Anche attraverso la rete socio-sanitaria si può fare molto: essere incisivi e presenti sui territori attraverso il potenziamento dell’attività dei consultori. Ora il passo da fare è culturale, nelle famiglie, nei posti di lavoro e nelle scuole. Perché le battaglie per le pari opportunità, contro la violenza e le molestie, sono battaglie di tutti. La qualità di un sistema democratico si misura anche attraverso la qualità del lavoro delle donne”.

L’accordo prende come riferimento l’Accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro sottoscritto il 26 aprile 2007 dalle parti sociali e tutta la normativa nazionale e regionale che affronta queste tematiche. Viene ribadito che ogni atto o comportamento molesto o violento sul luogo di lavoro è inaccettabile, che la dignità di chi lavora non può essere violata e che le molestie o la violenza subite devono essere denunciate.

Le parti si impegnano a: promuovere l’adozione della dichiarazione di inaccettabilità di comportamenti molesti e violenti nelle imprese, nelle aziende, nei luoghi di lavoro; dare la massima diffusione dell’Accordo regionale nei territori e nei luoghi di lavoro, anche attraverso la contrattazione di secondo livello; promuovere attività di informazione e formazione, finanziate anche da risorse pubbliche e di Foncoop, rivolte ai vari soggetti del mondo del lavoro (dirigenti, lavoratrici e lavoratori, Rls) allo scopo di prevenire l’insorgenza del fenomeno e di diffondere maggiore consapevolezza e discernimento dei comportamenti a rischio; adottare misure organizzative per la prevenzione e la cessazione di eventuali casi di molestie e violenza, anche da parte di terzi (clienti, fornitori); garantire la tutela delle vittime di molestie e violenza in ambiente di lavoro.

In particolare i particolari che realizzare i contenuti dell’accordo e adottare la dichiarazione di inaccettabilità in tutti i posti di lavoro sia un passo fondamentale e necessario per creare un ambiente in cui si rispetta la dignità di ciascuno, favorendo relazioni interpersonali basate su principi di uguaglianza e reciproca correttezza.

L’accordo individua anche una rete regionale di sostegno per le vittime, a cui potranno liberamente rivolgersi per ricevere aiuto alla rete delle Consigliere di parità e ai servizi dedicati di ascolto e supporto presto attivi presso i consultori delle Ausl.

Inoltre le parti si impegnano a promuovere presso i datori di lavoro l’inserimento lavorativo di chi segue un percorso di uscita dalla violenza di genere, a sostegno dell’autonomia economica.

A Roma, all’iniziativa promossa dalla Cgil sull’analisi dei bilanci delle Regioni

A Roma, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni all’iniziativa della Cgil di presentazione della “analisi dei sui bilanci delle Regioni”.
Un nuovo patto per la crescita nel nostro Paese che superi la politica dei tagli lineari agli Enti territoriali, puntando su una rafforzata politica degli investimenti e che garantisca tutele, salute e processo istituzionale a partire dal regionalismo differenziato. Il ruolo delle forze sociali nel confronto e nella realizzazione del nuovo Patto per la crescita dovrà essere centrale.

Contrattazione territoriale: ne abbiamo parlato a Bologna, al convegno Cgil

Le nuove frontiere della contrattazione territoriale. Dal Patto per il lavoro, alle Unioni dei Comuni e al regionalismo differenziato. Come le sfide di sviluppo diventano sfide comuni ai territori. Sono gli importanti obiettivi di questa legislatura, che la Regione sta portando avanti grande impegno. Ne abbiamo parlato martedì 27 febbraio alla Cgil.

Alla Cgil di Rimini, per affrontare il tema delle molestie sul posto di lavoro

Alla Cgil di Rimini per l’iniziativa “Oltre l’indignazione l’impegno”, un’occasione per affrontare un problema che esiste da tempo: le molestie sul posto di lavoro. Un problema che molte donne, purtroppo, hanno il timore di denunciare forse anche per paura di perdere il posto di lavoro. Le molestie in ambiente lavorativo, al pari di altre situazioni, sono delle vere e proprie violenze e il primo passo da compiere è proprio quello di parlarne: le donne che ne sono vittime devono avere il coraggio denunciare. Dobbiamo sempre tenere presente che il lavoro è il principale obiettivo attraverso cui si realizza quel riconoscimento sociale che porta all’autodeterminazione. L’accesso al lavoro è ancora oggi precluso a molte donne che seppur qualificate e formate professionalmente non riescono ad accedervi. L’uguaglianza di genere costituisce da sempre una priorità della strategia europea per l’occupazione ed è ritenuta imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e inclusivo fissati per il 2020. Valorizzare e rafforzare il ruolo svolto dalle donne nell’economia e nella società regionale è determinante per generare uno sviluppo sostenibile e inclusivo.