Via libera dell’Assemblea al documento di pre-intesa per una maggiore autonomia

La Regione Emilia-Romagna va verso la firma di un accordo col Governo per ottenere maggiore autonomia. Nella mattinata di lunedì 12 febbraio l’Assemblea legislativa ha dato il via libera al documento di pre-intesa sull’autonomia rafforzata, frutto del negoziato istituzionale con il Governo. Il testo contiene le linee d’indirizzo dell’accordo e conferisce il mandato politico al presidente della Regione per la sottoscrizione dell’intesa-quadro sull’autonomia rafforzata, preludio all’accordo finale prima del passaggio parlamentare.
Dato politico rilevante, oltre al voto favorevole della maggioranza, è stata l’astensione delle minoranze. “Il via libera di oggi segna una tappa fondamentale del percorso per ottenere maggiore autonomia per la nostra Regione. Un lavoro di squadra, tra Giunta, assemblea regionale e tavolo del Patto per il lavoro, un intreccio virtuoso che ha portato a condividere tutti i passaggi procedurali e a migliorare una proposta importante”, sottolinea l’assessora al Riordino istituzionale e Bilancio Emma Petitti.
“Come ricordato nella seduta del 16 gennaio – afferma Petitti – a seguito della sottoscrizione della “Dichiarazione di intenti” da parte del presidente Bonaccini con il presidente Gentiloni dello scorso 18 ottobre, abbiamo formalizzato la volontà di avviare il percorso di negoziato tra Emilia-Romagna e Governo”.
Subito dopo, al percorso hanno aderito anche Lombardia e Veneto.
“Il merito principale dell’iniziativa della Regione Emilia-Romagna – aggiunge Petitti – è quello di aver dimostrato che attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla Costituzione possono emergere le specificità e le capacità di un determinato territorio”.
Il mandato consente al presidente della Regione di concludere questa prima fase con la sottoscrizione di un’intesa-quadro che, dopo una premessa di carattere generale, definisce i criteri per la quantificazione delle risorse finanziarie connesse all’attribuzione di maggiori competenze legislative e amministrative differenziate nonché le quattro aree strategiche – politiche del lavoro; istruzione; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; salute – in cui rientrano le 12 le materie per le quali la Regione chiede la gestione diretta: rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; giustizia di pace.
Alle quattro aree strategiche si accompagnano poi il coordinamento della finanza pubblica, la partecipazione alla formazione e all’attuazione del diritto dell’Unione Europea nonché alla governance istituzionale.
Per quanto riguarda le risorse, l’intesa punta all’individuazione di criteri e parametri, anche inediti, per l’attribuzione di tutte le risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie ad implementare politiche nuove su base territoriale. Si potrà quindi fare ricorso a meccanismi di compartecipazione, o riserva di aliquota, al gettito dei tributi erariali maturati sul territorio regionale, ovvero al criterio dei così detti fabbisogni standard.

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