Una proposta sui ristori per chi non ha potuto riaprire lunedì 26 aprile
Da lunedì 26 molte attività sono finalmente ripartite, il che è una notizia molto positiva per l’economia del nostro territorio e che ci auguriamo sia definitiva e non soltanto una parentesi. La ripresa però non è stata uguale per tutti.
Penso, ad esempio, ai ristoranti che non hanno potuto riaprire le porte ai clienti perché privi o impossibilitati ad avere spazi esterni, quali terrazze, dehors o giardini, dove al momento è limitato lo svolgimento del servizio di somministrazione.
Ovviamente tra chi non ha potuto riaprire c’è rabbia e tanta amarezza per il fatto che si teme una sleale competizione e che il non aver tavoli all’esterno non può essere un oggetto di discriminazione.
Alla luce di questo problema, ritengo che da parte del Governo centrale debba esserci un forte sostegno verso questi ristoranti e locali che continuano a rimanere chiusi. Un aiuto consistente sia per quanto riguarda il rafforzamento dei ristori sia per prevedere un abbattimento dei costi fissi che continuano a gravare sui portafogli. È sacrosanto che chi ancora non è rientrato al lavoro a causa di questioni che non possono essere considerate una colpa sia supportato il più possibile con misure concrete.
Evitare che chiudano altre attività e che intere famiglie si ritrovino disoccupate dev’essere l’obiettivo primario.
Un altro punto fondamentale è poi quello di mettere in conto l’azzeramento della tasso di occupazione di suolo pubblico non solo per quest’anno ma anche per gli anni a venire, proprio perché, purtroppo, il calo di fatturato con cui gli imprenditori si sono dovuti scontrare fin dall’inizio della pandemia, si farà sentire anche in futuro.
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