Una mia intervista al Corriere Romagna sul tema delle concessioni demaniali marittime

È difficile commentare le indiscrezioni che escono dal Governo e che sono prive di qualsiasi atto formale rispetto al problema della concessioni delle spiagge. Ho l’impressione che le veline che trapelano servano al Governo per tenere ferme le proteste dei balneari, piuttosto che risolvere i problemi veri.
Sarebbe invece strategico che il Governo andasse in Europa per concordare una linea compatibile con le direttive europee: faccio notare che siamo già in procedura di preinfrazione con rischio concreto di essere denunciati dalla Corte di Giustizia europea. A quel punto non solo i cittadini Italiani pagherebbero una multa salta ma sarebbe il caos totale sulle spiagge italiane.
Cosa fare? Dopo anni di proposte irrealizzabili – comprese quelle dei partiti di governo -, ci sono ora alcuni punti fermi che sono condivisi dalla maggioranza delle forze politiche. Mi riferisco alla necessità di fare i bandi che a parte qualcuno nessuno mette più in discussione.
Il problema è arrivare rapidamente ad una legge quadro nazionale che stabilisca alcuni punti fermi per promuovere i bandi. Mi riferisco in particolare alla salvaguardia delle caratteristiche gestionali delle nostre spiagge fatte da micro e piccole imprese (di conseguenza devono essere messi a bandi piccoli comparti di arenile), la salvaguardia ambientale delle nostre spiagge, la continuità del posto di lavoro e della qualità del lavoro e tutti quegli elementi che possono garantire una gestione qualificata delle nostre spiagge.
Rimane aperto un problema che riguarda l’eventuale indennizzo per il concessionario che non si aggiudica la gara: questo aspetto può essere risolto solo in un confronto con la commissione europea. Ritengo possibile stabilire un valore delle attrezzature che eventualmente passano da una gestione all’altra, mentre è cosa diversa il valore commerciale dell’impresa. La soluzione è quindi in mano al Governo, essendo questa materia di concorrenza. Se non lo facesse, i comuni sarebbero costretti a fare i bandi senza avere una legge di riferimento nazionale e con il rischio che ogni bando sia diverso da comune a comune.
Bene fa la nostra Regione Emilia-Romagna a mettere in campo tutti gli sforzi necessari alla risoluzione del problema, consapevoli comunque che la materia spetta al Governo.
Ne ho parlato oggi con il Rimini • Corriere Romagna, che ringrazio per l’attenzione e la sensibilità ai temi impattanti per i nostri territori e la nostra comunità.
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