Una mia intervista al Corriere Romagna su come la Regione sta affrontando la crisi
LA MIA INTERVISTA DEL 22 APRILE SUL CORRIERE ROMAGNA SUGLI INTERVENTI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE IL COVID19
Grazie a Nicola Strazzacapa
? Dopo un mandato di giunta con la responsabilità (fra le altre deleghe) del bilancio regionale, sull’onda delle oltre 8000 preferenze Emma Petitti è tornata in consiglio con il prestigioso ruolo di presidente dell’assise. Chi meglio di lei dunque per un’accurata panoramica delle tante iniziative di sostegno messe in campo per fronteggiare a ogni livello la pandemia da Coronavirus? “Il virus verrà sconfitto solo quando avremo un vaccino, una cura: solo allora potremo parlare di un reale ritorno alla normalità e tirare un sospiro di sollievo, ma fino a quel momento, a partire dal 3 maggio, sarà solo un graduale e ponderato reingresso alla vita di tutti i giorni e ad abitudini che vedremo profondamente mutate. La fase 2 non rappresenta un ‘Tana libera tutti’, serve ancora pazienza” la sua premessa.
? Petitti, da cosa siete partiti come Regione Emilia Romagna?
? “Comuni, Regione e Governo stanno dimostrando grande serietà nel gestire le misure legate alla fase 2 e mettere in campo uno schema valido ed efficace che tenga in considerazione sia l’emergenza sanitaria sia le necessità economiche. Ora più che mai la gente ha bisogno di lungimiranza, precisione e concretezza, per poter capire come muoversi e gestirsi una volta finito il lockdown. Con il presidente Bonaccini, la giunta e il consiglio che ho l’onore di rapprentare, insieme a tutte le rappresentanze istituzionali e sociali, abbiamo messo in piedi un tavolo di concertazione per lavorare a un piano di investimenti, misure e sostegno alle imprese, ai cittadini e alle famiglie, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno. Lavoro è dignità sono le basi di partenza (anche della nostra Costituzione, all’articolo 1) e noi dispiegheremo tutte le nostre forze affinché non si generino ferite”.
? Come riuscirci?
? “Abbiamo scelto di investire innanzitutto su un Patto per la Ricostruzione da costruire insieme a un gruppo di economisti, umanisti e scienziati, compresi giovani esperti di tecnologie innovative, per tracciare la direzione dell’Emilia-Romagna del dopo Coronavirus. Guardiamo con fiducia alla ripartenza di alcune attività, nella piena sicurezza però delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo messo a disposizione 2 milioni di mascherine per le imprese, stanziato 1,5 milioni di euro per implementare le nuove misure di sicurezza e studiare pratiche innovative, investito 5 milioni per progetti di sanificazione di alberghi e campeggi, 2 milioni per le prime attrezzature idonee. E ancora: 4,5 milioni per il sostegno allo sport e al mondo della cultura, 11 milioni per il sostegno economico a 18 mila tirocinanti, 5 milioni per le lezioni a distanza e la distribuzione di sim e pc alle famiglie, 8 milioni per la liquidità per piccole e medie società cooperative, 31 milioni per la liquidità delle imprese agricole, 10 milioni per l’accesso al credito a tasso zero, 11 milioni per abbattere l’Irap alle imprese delle zone montane così da incentivare la competitività delle attività che operano in zone dove è più difficile fare impresa, 21 milioni per nidi e welfare, 20 milioni per il nuovo hub nazionale terapie intensive e 65 milioni per dare un riconoscimento economico di circa 1000 euro ai medici, infermieri e operatori sanitari che da mesi sono in prima linea per combattere questo virus e curare le persone infette, spesso mettendo a rischio anche la propria salute. Insomma parliamo di un investimento di 320 milioni di euro per rimettere in moto la nostra economia, dando sostegno a imprese, lavoratori, studenti e famiglie, con un occhio di riguardo verso le categorie escluse – del tutto o in maniera parziale – dal Decreto “Cura Italia”. Il tutto, con quella modalità di concertazione e condivisione degli obiettivi comuni che da sempre caratterizza la nostra Regione”.
? Avete individuato anche chi rimetterà in moto prima la macchina economica?
? “Abbiamo indicato alcune filiere produttive di valenza internazionale da cui ricominciare, come le automotive e la ceramica, la meccatronica e la meccanica agricola, pilastri dell’economia regionale, con particolare riferimento ai cantieri delle opere pubbliche e di supporto alle filiere manifatturiere già operative. A questo si affianca un piano di investimenti pubblici da miliardi di euro. Unendo le nostre forze, mettendo in rete le varie professionalità e aggiungendo la nota caparbietà, intraprendenza e laboriosità degli emiliano-romagnolo da sempre votati all’innovazione, vinceremo anche questa battaglia. Uniti ne usciremo”.
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