Un Piano Strategico per la Romagna
“Dobbiamo proseguire il lavoro di sintesi di tutti i “portatori di interesse” ad iniziare dalle istituzioni e dai Comuni capoluogo per costruire sempre più una identità e un pensiero rispetto al ruolo della Romagna e delle sue potenzialità, perché – in assenza di un piano strategico – ogni Ente continuerà a muoversi singolarmente a tutela dei propri specifici interessi o a geometria variabile senza una visione d’insieme.
Un vuoto che, spesso, genera il rischio che ciascuna realtà pensi di avere tutte le carte in regole per le funzioni e politiche di sistema, favorendo così duplicazioni di compiti, sovrapposizioni e polemiche.
Occorre più che mai rilanciare ora un progetto condiviso della Romagna con la regia della Regione, il protagonismo municipale e la partecipazione attiva della società civile, favorendo sempre più una logica di sussidiarietà tra istituzioni e nel rapporto pubblico – privato.
Procedere separatamente, sia nelle trattative che nella strategia, non conviene agli stessi soggetti coinvolti e indebolisce il territorio. E’ importante, quindi, procedere con unità e all’interno di un quadro comune, mettendo da parte gli interessi individuali e del momento per concentrarsi, invece, su un progetto di ampio respiro e a lungo termine. Solo in questo modo, credo, si possono rafforzare delle relazioni di rete – materiali e immateriali – che permettano di far fare un salto di qualità alle politiche sociali ed economiche della Romagna.
Bene ha fatto il Sindaco Gnassi a porre il problema.
La programmazione e la collaborazione tra i soggetti sono elementi indispensabili. Ecco perché, a mio avviso, serve realizzare quell’idea di un grande Piano Strategico per la Romagna che promuova lo sviluppo e l’integrazione tra i territori con un metodo inclusivo e condiviso. Un Piano Strategico in cui noi come Regione, insieme ai nostri sindaci, ci candidiamo ad esserne promotori e coordinatori, valorizzando il protagonismo delle forze sociali ed economiche del territorio.”
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