Una riflessione sul Rapporto sull’economia della Camera di Commercio Rn-Fc

Rapporto sull’economia Rimini e Forlì-Cesena. Petitti: “Abbiamo risorse e competenze per tornare ai livelli positivi pre-pandemia. Puntiamo su innovazione ed Europa”

“Decisivo l’impegno e le sinergie che verranno messe in campo nei prossimi mesi”

 

I dati emersi dal “Rapporto sull’economia”, presentato ieri dalla Camera di Commercio della Romagna, ci confermano che il nostro territorio non ha ricevuto “sconti” e, in linea con quanto sta accadendo a livello nazionale e internazionale, la crisi legata alla pandemia da Covid ha colpito al cuore il nostro tessuto sociale e produttivo.

Nel 2020 nelle province di Rimini e Forlì-Cesena si è registrato un calo delle imprese attive dello 0,5%; ancor più significativa la riduzione delle presenze turistiche, diminuite del 43,5%, andando ad incidere di conseguenza su tutta la filiera e l’indotto.

Preoccupanti le dinamiche riferite al tasso di occupazione 15-64 anni (-2,3%) che sono peggiori di quelle di Emilia-Romagna (-1,6%) e Italia (-0,9%); anche le dinamiche riferite ai tassi di disoccupazione totale (+0,7%) e giovanile (+10,3%) sono peggiori di quelle di Emilia-Romagna (rispettivamente, +0,2 e +2,8) e Italia (nell’ordine, -0,8 e +0,2).

Ho seguito con attenzione l’analisi fatta dai relatori ed è inevitabile aspettarsi che nei prossimi mesi dovremo fare i conti con sistemi produttivi indeboliti e di conseguenza con un mercato del lavoro in affanno. Come ha sottolineato il segretario generale della Camera di Commercio Roberto Albonetti una crisi grave e prolungata di questa portata rischia di essere irreversibile. Per questo occorre uno sforzo comune per valorizzare i punti di forza dei nostri territori che si sono sempre distinti per competenze e innovazione. Ma ora più che mai servono idee e strumenti diversi dal passato, pronti al cambiamento e a interpretarlo.

Per raccogliere e affrontare questa sfida, condividendo il pensiero del professor Carlo Cottarelli, intervenuto in questo interessante dibattito, non possiamo prescindere da una leva fondamentale che è il contributo dei giovani e delle donne agevolando la riduzione della burocrazia, potenziando gli investimenti su pubblica istruzione, ricerca e formazione e sugli strumenti per evitare l’uscita delle donne dal mercato del lavoro in seguito alla maternità.

Di fronte agli scenari attuali e prospettati dovremo affrontare nuove sfide, consapevoli che nessuna nazione può affrontarle da sola. Per questo dobbiamo valorizzare il ruolo centrale dell’Europa e il principio di solidarietà su cui è fondata, grazie alla quale è stato approvato un piano da 750 miliardi di euro del fondo Next Generation UE, di cui 209 miliardi destinati all’Italia, per sostenere gli Stati membri, e sul fondo SURE per attenuare i rischi di disoccupazione, grazie al quale all’Italia sono già stati erogati 17 miliardi. Starà a noi sfruttare al meglio queste opportunità, per riportare la crescita economica e l’occupazione ai livelli positivi pre-pandemia.

 

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