Risposta dell’Assessora regionale Emma Petitti all’On. Elena Raffaelli
RISPOSTA DELL’ASSESSORA REGIONALE
EMMA PETITTI
La parlamentare leghista di Riccione Elena Raffaelli dirama un comunicato stampa in cui afferma che il nuovo bando da 1 milione di euro della Regione Emilia-Romagna contro le discriminazioni e la violenza di genere sarebbe rivolto soltanto alle donne migranti e rifugiate. Credo che la deputata, dopo la figuraccia di pochi giorni fa davanti agli emiliano-romagnoli per aver bollato come “sovietico” il provvedimento regionale per abbattere le rette degli asili nido, anche questa volta avrebbe fatto meglio a non intervenire, ma a riflettere un pochino di più prima di parlare. E’ un suggerimento personale. Perché attaccare proprio la nostra terra sul tema delle pari opportunità è un insulto alla propria onestà intellettuale e a tutti gli enti locali, le associazioni, le onlus e le organizzazioni che lavorano quotidianamente e con impegno per garantire protezione, ascolto e vicinanza alle vittime. Alle vittime TUTTE, indipendentemente dalla loro provenienza o da quella dell’autore dell’atto. Non esistono donne di seria A e di serie B. Ma esistono donne che purtroppo, si ritrovano a vivere in contesti difficili e violenti, e quindi ad aver bisogno di aiuto. Mi sembra ridicolo che l’onorevole Raffaelli voglia sostenere che vi sia una pista privilegiata per una categoria di donne piuttosto che un’altra, permettendosi di strumentalizzare politicamente un tema tanto delicato come quello della violenza contro le donne. Sarebbe più opportuno che andasse a studiare quanto fatto in questi anni di legislatura sul tema e magari si mettesse in campo anche lei con delle proposte e delle azioni, invece che con sterili polemiche. L’aiuto è onnicomprensivo e non premia una vittima a discapito dell’altra.
Solo quest’anno in Regione Emilia-Romagna abbiamo investito un totale di 2,5 milioni di euro per combattere la violenza contro le donne e 11 milioni dal 2015, quando la nostra giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini si è insediata. Oggi abbiamo una delle reti di protezione, prevenzione e ascolto più diffuse sul territorio nazionale (21 centri antiviolenza, 40 case rifugio, 56 sportelli d’ascolto e 10 centri di aiuto per uomini maltrattanti) attraverso un lavoro di squadra e in sinergia tra la Regione, gli enti e il mondo dell’associazionismo in cui si è voluto davvero dare una mano nel concreto alle donne che purtroppo subiscono violenza e dare loro il coraggio di denunciare il fenomeno. La deputata riccionese aggiunge che la Regione dovrebbe attivarsi per sostenere le donne che fanno fatica a conciliare i tempi lavoro-famiglia. Sono molto d’accordo. Se l’Emilia-Romagna è la regione con il più alto tasso di occupazione femminile, come le ha di recente ricordato il presidente, è grazie a una rete diffusa di asili nido e a misure di conciliazione vita-lavoro. Proprio a fine ottobre siamo stati premiati dal Politecnico di Milano per lo smart working, una nuova modalità di lavoro che permettere ai dipendenti di avere una flessibilità oraria e presenza in sede in modo da consentire loro di gestire meglio il loro tempo. Potrei andare avanti raccontando molto altro (come il recente bando su donne e lavoro) ma mi dilungherei troppo: se è interessata a informarsi possiamo prendere un appuntamento, vederci e discuterne.
Leggere che il finanziamento da 1 milione di euro che facciamo ogni anno da tre anni sia rivolto soltanto a una “parte” fa davvero tristezza. Questa pochezza e bassezza di argomentazioni pur di attaccare l’avversario politico ha stancato. Inviterei la Raffaelli a lanciare meno provocazioni e agire di più. Quando avrà idee, il nostro assessorato avrà per lei le porte aperte per ascoltarla.
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