Il mio intervento sulla vicenda relativa al Ponte di Verucchio
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Se si dovesse sintetizzare con una battuta una situazione sin troppo seria per le comunità della #Valmarecchia e dell’intera provincia di Rimini, si potrebbe dire che un certo tipo di politica plaude all’invenzione del GPS da smartphone. Una app utilissima per parlamentari, esponenti di vecchia e giovane data di ogni tipo e di ogni livello istituzionale, che si trovano tutti magicamente, muniti di bandiere e proclami roboanti, a fare foto e selfie davanti al ponte che unisce Verucchio a Poggio Torriana. Mai visti né sentiti prima, adesso pare che abbiano la residenza lì da sempre.
Istantanee che confermano, purtroppo, quanto il comunicato stampa congiunto di Provincia, Verucchio e Torriana fosse una (facile) profezia. ‘Giù le mani della politica dal Ponte!’, era il titolo. Puntualmente, quel genere di politica che viene definito ‘teatrino’ si è messo in moto, persino con le sue parti comiche (c’è chi ha proposto di ‘deportare’ in Valmarecchia ingegneri giapponesi per sistemare in due e due quattro il manufatto…) dando un altro bel colpo alla credibilità delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Però…c’è un però. Mano a mano che cala la polvere delle strumentalizzazioni e della propaganda personale, si definiscono i contorni della vicenda, che sinora, fatti e conti alla mano, vede come unici soggetti attivi la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Rimini, i Comuni di Poggio Torriana e Verucchio, il Consorzio di Bonifica.
Nonostante le chiacchiere e le oggettive difficoltà provocate da una situazione eccezionale, queste Istituzioni hanno dimostrato in questi mesi e in queste settimane di stare sul pezzo e di volerci stare da protagonisti con la concretezza degli investimenti e dei progetti.
Lo hanno fatto responsabilizzando i propri consigli comunali (in questo senso l’ordine del giorno approvato dal Comune di Verucchio rappresenta un documento tecnicamente esaustivo e lungimirante, prendendo in esame ogni passaggio della storia). Lo hanno fatto intervenendo immediatamente a esclusiva sicurezza delle persone e delle cose, proprio per evitare quella superficialità e quello scarso senso di responsabilità che in altre parti del Paese ha provocato morti, tragedie, danni profondi alle comunità di riferimento. Lo hanno fatto, lo stanno facendo e lo faranno, investendo in via straordinaria risorse economiche consistenti per dare risposte nell’immediato e in prospettiva alla definitiva soluzione di uno dei punti nevralgici della mobilità dell’intero circondario riminese.
Dal cedimento della briglia nel maggio 2019, avvenuto nell’anno che ha fatto registrare il record di precipitazioni piovose in Italia, peraltro evidentemente caratterizzate da un’intensità anomala rispetto alle medie secolari, sono stati appaltati lavori di somma urgenza e di messa in sicurezza per rinascimenti, protezione piloni, realizzazione di una nuova briglia per 3 milioni di euro. Circa 2 milioni li ha messi la Regione, l’ultimo stanziamento di 600 mila euro è di questi giorni, oltre 400 mila la Provincia di Rimini, e un milione di euro il Consorzio di Bonifica. Questi interventi rapidi consentiranno in poche settimane di potere riaprire il ponte di Verucchio, consentendo a famiglie e imprese di tornare alla normalità del quotidiano. Quindi, nel gran chiacchiericcio di una politica che scimmiotta modalità da ‘turismo della disgrazia’, le istituzioni regionali e locali non hanno perso tempo per assorbire nel modo tecnicamente più rapido l’impatto profondo di una situazione fuori dall’ordinario come questa.
Questo è bene non dimenticarlo: la disponibilità di Regione, Provincia e Comuni di Verucchio e Poggio Torriana è stata massima, sia per gli interventi di somma urgenza, sia per organizzare soluzioni per le necessità immediate (trasporto scolastico ad esempio), sia per ipotizzare meccanismi risarcitori per eventuali danni dalla chiusura del ponte anche in questa prima fase di intervento.
E’ chiaro che superata nelle prossime settimane l’emergenza, e ripristinata la sicurezza del passaggio, la priorità per la Regione, in stretta relazione con il Governo che è già stato informato della situazione, sarà senz’altro quella che potremmo chiamare ‘fase 2’ o ‘soluzione definitiva per il ponte’. Un ponte nuovo o la rigenerazione completa di quello attuale dovrà essere realizzato entro il 2021, attivando percorsi progettuali innovativi, in stretta relazione con la vita naturale del Marecchia (il preziosissimo lavoro del Contratto di Fiume) e facendolo diventare già l’architrave di una riorganizzazione a 360 gradi della mobilità in Valmarecchia, magari anche dotandolo di moderni percorsi ciclabili da collegarsi a piste per le due ruote sia sulla sponda destra che su quella sinistra.
Questa non è una promessa, ma una vera e propria priorità amministrativa e perfino un punto d’onore per Enti comunque che da maggio a oggi hanno già investito 3 milioni di euro e, come gli amministratori comunali, rispondono prima di tutti ai propri cittadini piuttosto che all’esigenza di farsi selfie davanti al ponte. A dimostrazione che la serietà in politica è ancora la strada più semplice e migliore. Non basta certo un GPS sullo smartphone a trovarla.
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