Nuova udienza e nuovo appello per la piena libertà a Patrick Zaki

Patrick Zaki. Dall’Emilia-Romagna l’appello della presidente Petitti: “È adesso il tempo della sua piena libertà”.

Zaki attualmente si trova fuori dal carcere, dove è stato rinchiuso per quasi due anni, ma non è stato assolto dalle accuse a suo carico, situazione che gli impedisce di viaggiare, quindi di lasciare l’Egitto e raggiungere l’Italia, e in particolare Bologna, per completare il suo percorso di studi.

Domani 9 maggio, a più di tre anni dall’inizio di una vera e propria persecuzione giudiziaria, Patrick Zaki affronterà a Mansura l’ennesima udienza del processo che lo vede accusato ingiustamente del reato di diffusione di notizie false.

“Per Patrick è venuto il tempo della piena libertà. Chiediamo il completo proscioglimento dalle accuse, chiediamo la piena libertà per Patrick Zaki, pretendiamo, dopo un calvario durato più di tre anni, giustizia per questo nostro studente”, il monito arriva dalla presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Emma Petitti. Che fa quindi un appello: “Mi rivolgo  ai livelli istituzionali, a partire da quelli europei, serve l’impegno di tutti per arrivare alla definitiva liberazione di questo giovane che non ha commesso alcun reato, non possiamo più accettare questa messa in scena portata avanti dai tribunali egiziani, vogliamo Patrick in Italia a Bologna, chiediamo urgentemente giustizia”.

Zaki attualmente si trova fuori dal carcere, dove è stato rinchiuso per quasi due anni, ma non è stato assolto, situazione che gli impedisce di viaggiare, quindi di lasciare l’Egitto e raggiungere l’Italia per completare il suo percorso di studi all’Università di Bologna. Patrick Zaki è stato rilasciato l’8 dicembre 2021, dopo 22 mesi di custodia cautelare, pur restando imputato nel processo a suo carico. Era stato arrestato il 7 febbraio del 2020, al suo rientro in Egitto per una vacanza con i familiari.

“Quella che stiamo combattendo, assieme all’Università, al Comune di Bologna, ad Amnesty International e tanti altri – conclude Emma Petitti – è anche una battaglia di valori, quei valori di libertà e giustizia che troppo spesso diamo per scontati ma che invece non lo sono. Davvero per Patrick non possiamo più aspettare”.

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