“La mia scelta? L’ho fatta tre anni fa scegliendo la Regione, dove continua il mio impegno”
Nelle ultime settimane sono stata oggetto di attenzione: cosa farà Emma? Starà in Regione e continuerà a fare l’assessora? Si candiderà a Roma per ritornare a fare l’onorevole? Nei corridoi della politica si dava per scontata una mia candidatura al Parlamento. Alcuni erano contenti, altri scontenti. C’è chi ironizzava sulla mia presunta capacità di uscire ed entrare dall’Aula di Montecitorio a piacere.
Sicuramente ha influito in tutto ciò il fatto che il mio nome è uscito tra i possibili candidati che potevano incrociare area culturale del Pd unitamente al rispetto delle norme sulla rappresentanza di genere. Un’ipotesi fatta a Roma. E a fronte di questa ipotesi nazionale ho risposto che la mia scelta l’ho già fatta quando ho deciso su richiesta del presidente Stefano Bonaccini di lasciare il Parlamento nel 2015 e di accettare la sfida su Bilancio, Riforme, Riorganizzazione regionale e Pari opportunità in Emilia Romagna.
La politica non è una carriera individuale ma una passione. Non è la scelta di un singolo ma un percorso di comunità. Per questo continuerò a dare il mio contributo. E per essere fedele a me stessa, alla mia etica e lealtà e al mio impegno voglio continuare a fare il mio lavoro in Regione.
Ho deleghe che richiedono un grande impegno. Abbiamo approvato a dicembre il bilancio di previsione 2018 e siamo già al lavoro per quello del prossimo anno, che di fatto chiuderà il nostro mandato. Stiamo portando avanti il percorso per ottenere una maggiore autonomia della Regione Emilia-Romagna. Siamo nel pieno del confronto col Governo per la sottoscrizione della pre-intesa, che dovrà portare immediatamente dopo le prossime elezioni, col nuovo esecutivo, ad attuare l’autonomia. C’è un lavoro in corso sul tema delle Unioni di Comuni e sull’assetto futuro delle Province, lavoro che vede sviluppi continui nei confronti con le diverse istituzioni territoriali. Ultimo per citazione ma non per importanza, il tema delle pari opportunità e delle politiche contro la violenza sulle donne, sul quale abbiamo intrapreso un percorso di forte sensibilizzazione e anche di investimento di risorse, ma serve continuare.
Voglio condividere un’ultima riflessione. Quando si parla di ruoli “di potere” ricoperti da donne si tende sempre a volerle giudicare con lo “sguardo agonistico maschile”, quasi che non dovessero portare la loro autonomia, soggettività, sensibilità, il proprio approccio o le peculiarità proprie dello sguardo femminile.
Abbiamo di fronte a noi una campagna elettorale breve e difficile. Non sono in gioco le carriere dei singoli ma è in gioco la prospettiva di un Paese. Sarà una campagna elettorale a chi “la spara più grossa” per solleticare “la pancia dell’elettorato”. Per questa ragione il Pd, chiusa la partita delle candidature, deve spiegare l’azione di governo portata avanti in questi anni e le proposte per la nuova legislatura, lavorando per ricostruire quel campo ampio di centrosinistra ancora incompiuto, largo ed inclusivo. Il mio impegno nella campagna elettorale sarà totale per fare ottenere al Pd un risultato elettorale positivo che ci permetta di continuare a svolgerlo di primo piano nel governo del Paese.
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