Il mio messaggio di cordoglio per la scomparsa di Sergio Zavoli
Se ne è andato Sergio Zavoli, maestro del giornalismo d’inchiesta, scrittore e politico. È una notizia che apprendo con grande dolore.
Sergio Zavoli ha avuto il raro dono di saper essere uomo di qualità senza essere altezzoso: che fosse dietro le cineprese di “Processo alla tappa” o alla guida della Rai, che stesse intervistando qualche protagonista degli anni di piombo per “La notte della Repubblica” o parlasse di Fellini era sempre lui: una persona sobria, conscia del proprio ruolo. Per l’Emilia-Romagna è stato per quasi un secolo un simbolo, per Rimini ha rappresentato un punto fermo della vita cittadina, sia politica, sia intellettuale. La sua morte ci priva di un faro, di un uomo dai pensieri lungi e dalle idee chiare. Capace di mettere le tecnologie al servizio della persona, come ci insegna la vicenda di Publiphono, il servizio di “radiodiffusione” sulle spiagge della Riviera inventato proprio dal grande giornalista. La Regione Emilia-Romagna gli è anche debitrice degli anni in cui fu Presidente della Fondazione per le Vittime di reati, dando lustro alla Regione e a tutta la nostra terra.
Ci siamo incrociati in molte occasioni e dibattiti politici in questi anni, e per me era sempre un estremo piacere. Considero una fortuna conoscerlo, ammirare da vicino la sua cordialità, la sua intelligenza e capacità di analisi. Le sue inchieste hanno fatto la storia dell’informazione pubblica, per serietà e accuratezza nel narrare storie e testimonianze. Era e rimarrà un riminese d’adozione, per il suo forte legame con la nostra terra e la sua genialità, la sua capacità di guardare oltre i confini del presente. Mi piacerebbe che a Sergio Zavoli fosse dedicata una piazza, una via o un simbolo della nostra città, che l’ha stimato e amato. Le mie condoglianze alla famiglia e a chi gli ha voluto bene.
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