Dalla parte dei lavoratori frontalieri: Decreto Rilancio ed Osservatorio

Ritengo sia importante e di impatto anche per il nostro territorio ciò che ieri è accaduto in Commissione Bilancio della Camera. Alcuni deputati del Partito Democratico (Braga, Borghi e Serracchiani) hanno presentato un emendamento al Decreto Rilancio riguardante i lavoratori frontalieri italiani che non risultano già coperti da forme di protezione sanitaria e economica previsti dalla legge o da contratti di lavoro individuali e collettivi applicati dal Paese estero, affidando all’Inps l’erogazione delle misure necessarie.

Nello specifico si tratta di equiparare il periodo trascorso in quarantena da Covid-19 con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria alla condizione di malattia ai fini del trattamento economico anche per i lavoratori frontalieri; accordare loro la possibilità di usufruire di permessi retribuiti di dodici giorni complessivi usufruibili per i mesi di maggio e giugno 2020; estendere ai lavoratori frontalieri titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, ai lavoratori subordinati, ai titolari di partita Iva che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro frontaliere a far data dal 23 febbraio 2020 l’indennità di 600 euro per i mesi di marzo aprile e maggio 2020 ovvero il trattamento previsto dal reddito di emergenza; estendere le misure dei congedi parentali a sostegno dei lavoratori frontalieri.

L’obiettivo è quello di garantire equità di trattamento a tutti i lavoratori frontalieri che hanno subito pesanti contraccolpi per effetto delle conseguenze economiche della pandemia da Coronavirus.

Mi farò carico di sollecitare nelle prossime ore Ministri e Sottosegretari di mia conoscenza affinché vi sia un accoglimento totale di tali proposte. La realtà del lavoro frontaliero per quanto riguarda la Repubblica di San Marino coinvolge un numero di lavoratori italiani che supera le 6000 unità, in gran parte riminesi, ma non solo.

Credo che sia assolutamente giunto il tempo di riprendere il percorso iniziato dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Rimini e dai coordinatori sindacali nazionali dei lavoratori frontalieri di Cgil, Cisl e Uil e del consiglio sindacale interregionale delle oo.ss. italiane e di San Marino, sull’istituzione di un osservatorio sui lavoratori frontalieri.

Una serie di eventi (elezioni nella Repubblica di San Marino, elezioni regionali in Emilia-Romagna, emergenza sanitaria) hanno bloccato l’iter che era iniziato, rispetto al quale occorrerà fin da subito coinvolgere il Governo sammarinese.

L’istituzione dell’Osservatorio ha l’obiettivo di mettere in campo uno strumento che possa continuamente monitorare le dinamiche, formulare analisi e definire proposte. Visto che il fenomeno non riguarda solo lavoratori riminesi, sarà compito delle istituzioni proporre anche alle Province di Forlì-Cesena e Pesaro-Urbino, oltre che alla regione Marche, di farne parte, in quanto sono i territori di confine che hanno più persone che si recano al lavoro in uno Stato estero.

La finalità del lavoro non è solo quella di osservare il fenomeno e monitorarlo statisticamente, ma anche di entrare nel merito delle problematiche che riguardano centinaia di lavoratori, che hanno a che fare con problemi di carattere fiscale, normativo e diritti in senso più generale.

Visto che le competenze dirette per la risoluzione delle problematiche sono il più delle volte di carattere legislativo nazionale, una delle finalità del lavoro del tavolo sarà proprio quella di avanzare proposte ai livelli istituzionali competenti, italiani e sammarinesi, affinché la condizione lavorativa di migliaia di lavoratori italiani nella Repubblica di San Marino (e, più in generale, in altre parti d’Italia confinanti con paesi esteri) sia la migliore possibile.

Mi farò parte attiva nei prossimi giorni affinché tale lavoro riprenda il suo corso e possa portare quanto prima possibile alla nascita dell’Osservatorio.

 

Emma Petitti

 

 

 

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