Al fianco dei lavoratori del colosso dell’e-commerce ‘Amazon Italia’
Oggi per la prima volta al mondo stanno scioperando tutte le categorie della filiera di Amazon, compresi i lavoratori della sede di Santarcangelo di Romagna, che questa mattina si sono dati appuntamento davanti allo stabilimento.
La richiesta all’azienda da parte dei sindacati e dei collaboratori è quella di un confronto ad ampio raggio su diverse questioni: orari e i ritmi di lavoro dei dipendenti della logistica e dei guidatori, verifica della contrattazione dei turni di lavoro, stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali e il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza.
Un esercito di lavoratrici e lavoratori che soprattutto con lo scoppio della pandemia non hanno mai interrotto il loro servizio lavorando senza sosta con ritmi spesso insostenibili e stipendi molto bassi per garantire che i prodotti da noi acquistati su Amazon arrivassero in tempi brevi nelle nostre case perfettamente impacchettati, nella quasi totale assenza di diritti.
Parliamo di magazzinieri, facchini, driver e addetti agli Hub, per un totale di circa 40mila manifestanti in tutta Italia che lavorano per questo grande colosso dell’e-commerce, che, bisogna dirlo, non ha la sede fiscale in Italia, a danno anche dei negozi di vicinato.
Una protesta che trova tutta la mia solidarietà e vicinanza perché prova a portare avanti una battaglia di giustizia, civiltà e rispetto a nome di chi nonostante un infaticabile lavoro non viene giustamente riconosciuto nel suo valore.
È giusto essere al fianco dei sindacati e dei lavoratori nella pretesa di diritti che sono sacrosanti, a partire da una adeguata remunerazione conforme agli sforzi.
È ora di rimettere davvero al centro dell’agenda politica il lavoro e la dignità nello svolgerlo, accantonando modelli di business che mortificano i dipendenti e contemplano solo ed esclusivamente l’incremento di fatturato dell’azienda generale senza considerare il benessere della persona e del capitale umano.
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