Per il 2018 la Regione premia le Unioni con 1,2 milioni di euro in più

Un milione 200 mila euro in più per il 2018, rispetto agli 8 stanziati nel 2017 (cui si aggiungono 7,5 milioni di risorse statali) e un supporto tecnico per accompagnare la crescita e uno sviluppo personalizzato delle Unioni. È l’impegno della Regione Emilia-Romagna per il Programma di riordino territoriale (Prt) 2018-2020, in parte anticipato in un seminario che si è tenuto il 22 gennaio. Nell’occasione è stato illustrato il lavoro svolto nel triennio scorso, che ha portato a rafforzare le Unioni per una gestione più efficace ed efficiente del territorio. Negli ultimi mesi si sono riuniti dei gruppi di lavoro tematici per analizzare il precedente Prt avanzando idee e proposte. A questi gruppi hanno partecipato Anci, Uncem, le strutture della Regione e le stesse Unioni.

“In Emilia-Romagna- commenta l’assessora al Bilancio e Riordino istituzionale Emma Petitti- prosegue il percorso per il riordino territoriale. Da anni sosteniamo che quella delle Unioni è la strada giusta da seguire. In questi ultimi anni attraverso le Unioni sono già stati raggiunti risultati importanti, a partire dal contenimento della spesa e dall’accorpamento dei servizi. L’obiettivo della Regione è potenziare le forme associative per rendere più efficace la gestione del territorio e offrire servizi migliori. L’esempio dell’Emilia-Romagna è quasi unico in Italia: l’intento è di salvaguardare il lavoro fatto e proseguire su questa strada”.

Nel nuovo Piano verranno superati i criteri premiali che erano basati su elementi oggettivi quali la popolazione e l’estensione territoriale per privilegiare criteri del tutto nuovi, che prendano in considerazione non solo il grado si sviluppo dell’Unione ma anche le criticità territoriali e le difficolta amministrative.
Per le Unioni in via di sviluppo si punterà a un sistema di incentivi fondato su criteri che mirano alla qualificazione e al miglioramento delle performance nello svolgimento delle funzioni conferite. Per le Unioni più in difficoltà verrà invece definito un percorso di sostegno e supporto ad hoc.

“L’obiettivo è chiaro: fornire ad ogni Unione uno strumento di supporto personalizzato che accompagni le forme associative ad una maggiore integrazione”, precisa ancora l’assessora Petitti.

La mappa delle Unioni
Nei mesi scorsi sono stati liquidati alle Unioni contributi per circa 15.526.000, di cui 8 milioni da parte della Regione e 7,5 milioni dello Stato, destinati a 41 Unioni del territorio che avevano partecipato a un apposito bando del luglio scorso. Le Unioni sono state tutte ammesse al finanziamento che riguarda le gestioni associate per il 2017.
Attualmente in Emilia-Romagna sono presenti 44 Unioni che raggruppano al loro interno 290 Comuni. Le Unioni sono ritenute la forma associativa più idonea all’integrazione funzionale di piccoli e grandi comuni per la programmazione di interventi pubblici e per la gestione intercomunale.

Il convegno
“Verso il Piano di Riordino territoriale 2018-2020” è il tema del seminario del 22 gennaio, organizzato dall’assessorato al bilancio. Sono stati presentati i risultati di 8 gruppi di lavoro su temi strategici per il futuro delle Unioni e dei loro territori (Servizi finanziari, Programmazione territoriale, Organizzazione e Personale, Agenda Digitale Ict, Servizi sociali, Istruzione pubblica, Affari generali e fondi europei).
I gruppi composti da Regione Emilia-Romagna, Unioni di Comuni, Anci e Uncem hanno individuato soluzioni tecniche e proposte per tradurre le policy della Regione Emilia-Romagna sull’associazionismo dei Comuni. I risultati, presentati dai coordinatori dei gruppi, sono il materiale di partenza per lo sviluppo del Prt 2018-2020 che punta al rafforzamento amministrativo delle municipalità e delle intermunicipalità con l’obiettivo di far crescere l’intero sistema territoriale.

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