1 Maggio Festa del Lavoro. La mia intervista al Corriere Romagna
“Le parole chiave nel mondo del lavoro devono essere sicurezza, stabilità occupazionale, tutele e dignità”. A sottolinearlo è Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, in occasione del 1° maggio, Festa dei Lavoratori.
“Alle parole devono seguire i fatti e per questo ho firmato per i quattro quesiti referendari della CGIL per un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro, perché il lavoro non può che meritare adeguate risposte a leggi sbagliate”.
Qual è la situazione relativa alla precarietà?
“I lavori a termine si aggirano tra l’80 e il 90% con una differenza tra il lavoro femminile e maschile che è ancora intorno al 30% e per questo occorre creare le condizioni affinché si possa migliorare una situazione del genere con particolare attenzione nei confronti delle nuove generazioni. Nel terzo trimestre 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in Emilia-Romagna le forze di lavoro femminili sono stimate in crescita di 2,7 mila unità (+0,3%). E sempre in relazione al terzo trimestre 2022, migliorano nel 2023 gli indicatori del mercato del lavoro con il tasso di occupazione femminile in crescita al 64,1% (63,1%), quello di disoccupazione in calo al 6,7% (7,2%), al pari del tasso di inattività al 31,2% (31,8%). Questo anche grazie a specifiche politiche regionali che hanno previsto corsi di formazione, strategie di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e bandi rivolti espressamente al sostegno dell’imprenditoria femminile che dal 2021 a oggi hanno consentito di finanziare con oltre 8 milioni di euro 347 progetti di micro o piccole imprese che hanno potuto usufruire di contributi a fondo perduto”.
E sul tema della sicurezza?
“La dimensione della tragedia di Suviana deve imporre un salto di qualità nella discussione rispetto alla sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto nella gestione degli appalti. Nel caso degli appalti occorre rendere le aziende committenti responsabili in caso di infortunio o malattia professionale dei lavoratori impiegati, al fine di promuovere la sicurezza sul lavoro. Condivido l’invito ad aprire, Governo e parti sociali, un confronto permanente sulla sicurezza sul lavoro. In Regione Emilia-Romagna abbiamo fatto un’operazione soprattutto culturale puntando sulla prevenzione e abbiamo costituito tavoli in ogni territorio con tutti gli attori in campo. Quella contro le morti sul lavoro è innanzitutto una battaglia culturale: dobbiamo scardinare il paradigma secondo cui la sicurezza sul lavoro è un investimento al risparmio, una spesa che si può evitare per favorire una competitività al ribasso. Partiamo dalla sensibilizzazione dei giovani, dalla formazione per tutti e applichiamo le nuove tecnologie. È una battaglia di civiltà che dobbiamo condurre tutti insieme, senza rinvii o esitazioni. Lo dobbiamo alle vittime, alle loro famiglie e a noi stessi”.
Quali sono le ultime soluzioni in termini di inclusione e formazione?
“Come Regione siamo molto attenti a questi aspetti senza lasciare indietro nessuna e nessuno. Nel triennio 2024-2026, ad esempio, saranno investiti oltre 100 milioni per interventi per l’occupazione delle persone con disabilità nel settore pubblico e privato, a partire dal sostegno nella transizione tra scuola, formazione e lavoro, ai trasporti, all’eliminazione delle barriere nei posti di lavoro. Obiettivo dell’azione regionale è realizzare interventi mirati per promuovere il diritto al lavoro delle persone con disabilità sul territorio regionale e sostenerne il pieno inserimento. Inoltre, per dare opportunità ai minori e ai giovani sottoposti a procedimento penale sono stati stanziati tramite bando 650 mila euro per l’inclusione socio-lavorativa. Un’occasione di crescita attraverso la formazione e una prospettiva di futuro. Questo rendendo disponibili opportunità per operare attivamente nella società. Percorsi fondamentali per l’acquisizione e il recupero delle abilità e competenze individuali, così da favorire l’inserimento nel mondo del lavoro”.
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