Oggi Assemblea legislativa straordinaria dedicata al contrasto alla violenza di genere

Una giornata intensa. Una Assemblea Legislativa straordinaria dedicata al contrasto alla violenza di genere. Aperta ai centri antiviolenza, alle associazioni e agli enti locali per ridefinire e rilanciare insieme strategie rinnovate e potenziare le azioni di prevenzione e protezione per le donne.
Prezioso il contributo dei nostri ospiti istituzionali.
La Senatrice Valeria Valente, Lucia Busti della Procura Generale di Bologna, il Prefetto di Bologna Francesca Ferrandino, il Presidente di ANCI Emilia – Romagna Luca Vecchi e il Vice Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Bruno Di Palma. Hanno arricchito il dibattito e contribuito con la loro presenza a dare forza a una risposta coesa.
Un ringraziamento particolare ai gruppi consiliari che hanno proposto una risoluzione unitaria di concerto con il Presidente Stefano Bonaccini e l’assessora Barbara Lori a testimonianza della volontà delle Istituzioni di essere unite per combattere il fenomeno della violenza contro le donne. Una risposta unitaria, perché i diritti fondamentali e universali delle donne non siano negati da atti di ignobile violenza, qualunque forma essa assuma.

Il testo del mio intervento:

Gentili Consigliere e Consiglieri,

Signor Presidente, Giunta,

Illustri Ospiti,

ho l’onore oggi di aprire i lavori della seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa dedicata all’“Eliminazione della violenza contro le donne”, che, in continuità con le iniziative realizzate in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, vuole confermare il costante impegno della Regione Emilia-Romagna nelle azioni di contrasto a tutte le forme di violenza contro le donne, coinvolgendo le Istituzioni del territorio e tutta la comunità regionale.

Vorrei, innanzi tutto, dare il benvenuto ai nostri ospiti istituzionali, la Senatrice Valeria Valente, la Dott.ssa Lucia Musti della Procura Generale di Bologna, il Prefetto di Bologna Dott.ssa Francesca Ferrandino, il Presidente di ANCI Emilia – Romagna Luca Vecchi e il Vice Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Bruno Di Palma: a nome di tutta l’Assemblea legislativa, vorrei ringraziarVi per la Vostra sensibilità istituzionale e per la Vostra presenza, a testimonianza della volontà delle Istituzioni di dare una risposta coesa al fenomeno della violenza contro le donne, in tutte le sue forme.

Vorrei, inoltre, ringraziare la Consigliera di Parità regionale per la propria attività di promozione, vigilanza e garanzia; i Sindaci e tutti gli amministratori locali, per la loro presenza sul territorio e per costituire, sempre, un punto di riferimento per la collettività; ringrazio, inoltre, la Conferenza regionale delle elette  istituita, ai sensi della “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” del 2014, che ha lo scopo “di promuovere la piena affermazione dei diritti delle donne, mediante il coordinamento e la partecipazione attiva delle stesse alla vita politica e istituzionale regionale, il confronto e lo scambio di azioni positive nell’esperienza locale”.

A nome dell’Assemblea legislativa, vorrei poi esprimere un sentito ringraziamento ai Centri antiviolenza, ai Centri per uomini autori di violenza e a tutte le Associazioni, per la vostra umanità, il vostro impegno consapevole e le vostre attività di ascolto, accoglienza, assistenza e tutela delle donne minacciate e maltrattate, e per aver saputo garantire, anche durante la pandemia,  i vostri servizi, confermandovi interlocutori privilegiati delle donne vittime di violenza.

Oggi molti di voi sono con noi in sala polivalente per seguire i lavori dell’assemblea e altri in collegamento in streaming.

Gli atti di violenza contro le donne non rappresentano solo fatti penalmente rilevanti, ma condotte da stigmatizzare innanzi tutto sul piano umano e delle coscienze, perché sono atti di viltà, di sopraffazione, a totale dispregio della vita umana e di quel principio di uguaglianza, affermato dalla nostra Carta costituzionale e dalle Convenzioni europee e internazionali, che rappresenta il baluardo dello Stato di diritto.

Ciononostante, i dati relativi alla violenza contro le donne che emergono dal “Rapporto 2021” dell’“Osservatorio regionale sulla violenza di genere”, che abbiamo presentato in Regione lo scorso 24 novembre insieme all’Assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori e con la partecipazione del Coordinamento Centri Antiviolenza e dell’Area antiviolenza e differenze di genere,  dell’Associazione MondoDonna onlus, ci consegna un bilancio ancora tragico, che ci deve fare riflettere, che ci deve impressionare, che ci deve far indignare, come donne e come uomini. 13 femminicidi nella nostra regione da gennaio 2021 su 109 a livello nazionale.  Un aumento considerevole, oltre il 43%, delle chiamate al numero verde antiviolenza per l’annualità 2020,  1.606 contro le 1.125 del 2019.  Un dato,  quest’ultimo,  che di fatto raddoppia, considerando solo le telefonate da parte di vittime di violenza e stalking: 913 rispetto alle 491 dell’anno precedente (+86%). Un trend in crescita confermato anche dalle prime anticipazioni relative all’anno in corso: 520 telefonate da vittime di violenza o stalking nel primo semestre 2021 contro le 462 dello stesso periodo del 2020 (+13%), e +107% rispetto al 2019.

Come evidenziato nel “Rapporto”, da tali dati emerge come la pandemia, il lockdown e le contestuali restrizioni hanno aggravato le situazioni di segregazione e rischio tra le mura di casa, nonchè limitato la possibilità per le donne di recarsi fisicamente presso uno dei servizi presenti sul territorio.

A tali dati già di per sé estremamente allarmanti, si aggiunga poi che,  nel 2020, sono state 3.081 le donne  con almeno un accesso al Pronto soccorso per potenziale causa violenta.

Ma è forse dello scorso novembre il dato più allarmante: quattro femminicidi avvenuti in Emilia-Romagna nell’arco di quattro giorni.

Questa drammatica fotografia disvela la necessità di rafforzare e rendere ulteriormente più efficaci tutti gli strumenti di prevenzione, protezione e contrasto di cui è dotato il nostro ordinamento.

In tal senso, mi preme evidenziare l’importanza del disegno di legge recante “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica”, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta dello scorso 3 dicembre: si tratta di un provvedimento legislativo che, con gli obiettivi di rafforzare gli strumenti di prevenzione e protezione delle donne, contiene una pluralità di misure che inaspriscono le pene per i reati di violenza contro le donne, tutelano maggiormente la condizione di vulnerabilità della vittima e considerano in modo più rigoroso gli specifici rischi di reiterazione.

Questo nuovo disegno di legge va ad integrarsi alle azioni che già da tempo l’Assemblea legislativa ha attivato, cercando di  costruire una risposta strutturale a questa piaga sociale, a questa fenomenologia della violenza nutrita quotidianamente da discriminazioni, segregazione anche lavorativa e mortificazione delle competenze e della soggettività femminile. Abbiamo approvato numerosi atti d’indirizzo politico e realizzato diversi eventi e iniziative di sensibilizzazione. E’ stata istituita, nel 2011,  la Commissione regionale per la parità e i diritti delle persone e  con il nuovo “Piano triennale contro la violenza di genere”, abbiamo rafforzato e reso ancora più sistemiche e concrete le azioni di prevenzione.

Prevenzione e protezione, appunto.

Ma l’allarme sociale generato anche dai recenti episodi ci deve indurre a proseguire e a rafforzare ulteriormente la nostra presenza e la nostra responsabilità istituzionale, perché solo in tal modo potremo affermarci come ‘Assemblea dei diritti’, in contrapposizione a quei femminicidi che dei diritti sono la negazione più indegna.

Il prevalente approccio normativo e giuridico al tema, lo sappiamo, da solo non è sufficiente. Oggi ci vengono richieste azioni e analisi, di concerto con tutti gli attori istituzionali, sociali e culturali che attraverso il proprio lavoro e le proprie politiche integrate che riguardano la vita delle donne nel loro complesso,  possano porre in essere iniziative efficaci per contrastare la “violenza di genere” nelle sue più varie forme. Un fenomeno che è anche, e forse soprattutto, un fenomeno di natura culturale. E che in tal senso deve essere combattuto.

Come Regione, in continuità con quanto avviato già negli scorsi anni, sono state individuate alcune priorità, in coerenza con il programma di mandato e in attuazione di quanto previsto dalla L.R. n. 6/2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”, finalizzate a diffondere una cultura della parità e il contrasto agli stereotipi di genere, che sono alla base delle discriminazioni e della violenza. Una legge regionale, la prima in Italia, approvata all’unanimità dall’assemblea legislativa.

Le pari opportunità, per loro natura, richiedono quindi di essere accompagnate da un mutamento culturale che accompagni l’intera società, a partire dalle famiglie, dalla scuola e da tutti quegli ambiti in cui le giovani generazioni agiscono e interagiscono.

Altro aspetto fondamentale è quello legato al concetto di autonomia femminile. Che è autonomia lavorativa, autonomia economia e autonomia abitativa. Poco meno di un mese fa, con l’Ispettorato interregionale del lavoro e la consigliera di parità abbiamo divulgato i dati sulla disoccupazione. Pur sapendo che l’Emilia-Romagna è la regione col tasso di occupazione femminile più alto in Italia, nel 2020, complice anche la crisi legata alla pandemia, sono state le donne le più penalizzate, al pari delle categorie più fragili.

E se oggi, su 153 paesi presi in esame, l’Italia è passata dal 64° al 75° posto nel rapporto sul divario di genere, è un campanello di allarme che non possiamo ignorare.  La “violenza di genere” è dunque  l’aspetto più “crudo” di un fenomeno che rischia di aumentare l’emarginazione sociale delle donne che impatterà, per esempio, sul nostro sistema di welfare e tutele sociali, sulla tenuta del mondo del lavoro, sul ruolo fondamentale dei servizi che questa Regione ha sempre messo in campo.

Occorre quindi rafforzare il ruolo stesso della donna nella società perché anche per  le donne che subiscono violenza, una delle strade per uscire dal tunnel, consiste proprio nell’indipendenza economica; un requisito che è la base per l’integrazione anche sociale e culturale. Verso questo obiettivo, in linea con la Convenzione di Istanbul, si stanno muovendo tre proposte di legge, all’esame della commissione Lavoro della Camera, volte a favorirne l’inserimento lavorativo.

Ecco perché oggi è importante discutere. Perché questa Assemblea, con le istituzioni rappresentate dai nostri ospiti, possono proporre soluzioni nuove e indicare strade che consentano di sviluppare una sinergia adatta al particolare contesto storico-sociale che stiamo attraversando.

Sono questi gli scopi dell’odierna seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa, nell’ambito della quale, dopo la Comunicazione del Presidente Stefano Bonaccini, interverranno gli Ospiti istituzionali, a cui seguiranno gli interventi dei Gruppi assembleari e dell’Assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori.

La seduta si concluderà con la discussione e la votazione di linee d’indirizzo politico per impegnare l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale, nell’ambito delle rispettive competenze e sempre nel rispetto della normativa vigente, a proseguire nella propria azione istituzionale e a rafforzare ulteriormente l’attività di eliminazione della violenza contro le donne, coinvolgendo le Istituzioni, i Centri, i territori, la comunità regionale.

Una risposta unitaria, perchè in Emilia-Romagna, lo sappiamo,  che solo insieme, istituzioni, mondi educativi, associazioni,  si può fare un salto di qualità. Una risposta unitaria affinchè i diritti fondamentali e universali delle donne non siano negati da atti di ignobile violenza, qualunque forma essa assuma.

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