A Rimini insieme agli operatori e operatrici del mondo dello spettacolo e della cultura

Oggi ho aderito alla manifestazione dei lavoratori e delle lavoratrici dello Spettacolo e della Cultura.
Al Cinema Fulgor di Rimini ne abbiamo parlato con Elena Zanni, Elisa Luchetta Belivet, Linda Lazzari, Alexia Bianchi e tanti operatori e operatrici.
Una mia riflessione.
“Se penso a uno dei tanti mondi che più stanno soffrendo le restrizioni legate al contenimento dei contagi Covid, c’è senza dubbio il comparto culturale, nel quale convivono associazioni, imprese, cooperative, lavoratori e lavoratrici dipendenti e partite Iva, oltre a un elevato numero di artisti e artiste, collaboratrici e collaboratori, tecnici e fornitori di vario genere che stanno attraverso una stagione difficile e dettata dall’incertezza. Intere categorie completamente ferme e senza ancora una prospettiva sui termini di ripartenza, con tutte le relative difficoltà. Ora che è stato definito il nuovo esecutivo nazionale e che sono state rimarcate priorità importanti su cui dovrà concentrarsi il lavoro del Governo da qui ai prossimi mesi, mi auguro che venga conferita la giusta centralità nell’agenda politica anche alla filiera culturale, creativa e dello spettacolo, che si sta scontrando tanti problemi e punti di domanda senza risposta. Dev’essere sostenuto e supportata con le giuste leve e risorse, e, insieme a ciò, credo sia inevitabile pensare a modalità e soluzioni di riapertura dei luoghi della cultura, da tempo chiusi. Come ha dichiarato in una recente intervista anche l’Assessore della Regione Emilia-Romagna alla Cultura Mauro Felicori una scelta intelligente è quella di incentivare l’acquisto dei biglietti online, con prenotazione elettronica in modo tale da controllare gli ingressi, evitare file e organizzare le sedute. Mi riferisco, ad esempio, a cinema e teatri, che già avevano lavorato e investito per adeguarsi alle nuove norme relative al distanziamento, all’igiene e alla sicurezza in generale. Pensare, insomma, a graduali sistemi per permettere di riaprire le porte a certi contenitori culturali. Ne hanno bisogno gli operatori del settore, ne abbiamo bisogno noi come persone. La sfida abbracciata dai riminesi di candidare Rimini a Capitale della Cultura 2024 è la sintesi di un’esigenza interiore della nostra comunità: di respirare cultura, di approfondire, conoscere, socializzare, includere. La rinascita della nostra città e del Paese passa inevitabilmente da un investimento sull’identità cultura che è un motore economico e turistico che fonda le sue radici sull’accrescimento e arricchimento sociale e culturale degli individui. Mi auguro che il nuovo Governo, attraverso una collaborazione con i diversi livelli istituzionali, alla cultura come priorità nazionale e metta in campo tutti gli strumenti possibili per garantire al settore di riaccendere i riflettori e ripartire con le programmazioni. Il ministro alla Cultura Dario Franceschini in una intervista ha dichiarato che l’Italia dev’essere il primo Paese a riaprire cinema e teatri, ovviamente nel rispetto dei protocolli. Dev’essere così. Chi può lavorare in sicurezza deve poter riaprire. E questo vale anche per altre attività, come ad esempio le scuole di danza e le palestre”.
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