Iniziativa editoriale di Legacoop Romagna sulla storia delle Case del Popolo

Il mio intervento di saluto

 

Innanzitutto voglio ringraziare di cuore gli amici del Circolo Cooperatori e di Legacoop Romagna per l’invito all’iniziativa di oggi, che ahimè dobbiamo svolgere in videocollegamento e non possiamo fare in presenza.

Speriamo che passi questo brutto periodo e che si possa tornare a vederci di persona, lo dico anche come auspicio.

Saluto quindi gli amici Giancarlo Ciaroni, Paolo Zaghini, Gian Franco Pacassoni, Roberto Brolli, Massimiliano Manuzzi e anche ovviamente Daniele Montebelli.

Intanto fatemi dire che sono contenta e orgogliosa del fatto che il progetto che presentate oggi è frutto di un lavoro che anche la Regione Emilia-Romagna ha contribuito a supportare, grazie ai finanziamenti destinati al filone progettuale ‘Storia e Memoria del Novecento’, previsti dalla Legge 3 del 2016.

L’Assemblea legislativa che ho l’onore di presiedere contribuisce alle iniziative sulla Storia e la Memoria del Novecento con diverse attività e progetti che coinvolgono scuole, enti locali, associazioni e organizzazioni del territorio. In particolare, vengono promossi la realizzazione di percorsi per le scuole, laboratori digitali e altre occasioni di studio, formazione e riflessione per favorire nei giovani la conoscenza degli eventi che hanno caratterizzato l’ultimo secolo di storia in Italia e in Europa. L’obiettivo è di sviluppare una maggiore consapevolezza sui diritti di cittadinanza e contribuire allo sviluppo di forme, strumenti e processi di democrazia partecipativa, di cittadinanza attiva e di cultura europea.

In questo ambito rientrate ovviamente voi a pieno titolo col vostro lavoro, oggetto della presentazione di oggi.

Innanzitutto vorrei farvi un plauso per il bel sito internet che avete realizzato.

Di fatto anche quello è uno strumento che aiuta a conservare la Memoria, e quindi ‘un luogo della Memoria’, seppur virtuale.

Mi ha colpito la frase che appare non appena si apre il sito: “CASE DEL POPOLO, IL LUOGO DEL NOI. La Casa del Popolo era un luogo magico, dove si imparava, si discuteva, ci si aiutava, ci si organizzava e ci si divertiva! Dove c’era la voglia di stare insieme.

In questa descrizione è racchiusa tutta l’essenza di quel mondo che erano appunto le Case del Popolo.

Non sta a me qui oggi fare la storia delle case del popolo perché ci sono amici più indicati e titolati a farlo, anche dal punto di vista della genesi storica.

A me interessa delineare qualche tratto saliente anche per evidenziare il fatto che la nascita delle Case del Popolo è strettamente correlata a quello della cooperazione da voi rappresentato.

La Casa del Popolo infatti risponde ad esigenze di sviluppo e funzionamento di cooperative di lavoro e consumo e di un complesso di servizi culturali, assistenziali, mutualistici e ricreativi.

Possiamo dire che culturalmente rappresenta la visibilità del movimento, la sua stabilità, l’unità e la solidarietà popolari, la dimostrazione pubblica della propria capacità etica etecnica, il senso di un profondo radicamento sul territorio, la conservazione della memoria.

Tra l’altro la prima Casa del Popolo italiana nacque a fine 1800 proprio nella nostra regione, e precisamente a Villa Massenzatico di Reggio Emilia.

Per venire più da vicino alla Romagna, che è anche oggetto della vostra ricerca, parliamo di un territorio che è stato ricco di esperienze da questo punto di vista, in tutte le province: Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

E ovviamente anche da noi c’è stato il susseguirsi di vicende che hanno riguardato le case del popolo ovunque: dalla fondazione a fine ‘800, al periodo buio figlio delle rappresaglie dei fascisti, alla rinascita nel dopoguerra e alle difficoltà avute con il Governo Scelba, fino alla definitiva emancipazione.

Ricordando che l’attacco di quel Governo non fu solamente rivolto alle Case del Popolo ma anche al mondo cooperativo che rappresentava l’anello nevralgico di quel sistema.

E’ chiaro con il passare degli anni lo scenario del paese è mutato e con esso anche il contesto sociale, economico e politico. E di pari passo ovviamente l’evoluzione del mondo cooperativo come lo si conosceva fino ad allora.

Il ruolo dei partiti e dei sindacati cresceva, così come nell’ambito ricreativo e culturale aumentava l’offerta con la nascita di associazioni culturali, sportive e di altro genere e questo ovviamente mutava anche la funzione delle Case del Popolo per come la si era conosciuta fino a quel momento.

E’ stato così anche per quelle del nostro territorio, magari con evoluzioni diverse.

Oggi molte di quelle sedi fisicamente esistono ancora, ma non esiste più la funzione. E aggiungo ‘ahimè’, con un po’ di nostalgia.

Ciò non toglie che non si debba sempre studiare, affermare e far conoscere la storia che c’è stata dietro a questa grande intuizione che furono le Case del Popolo e del grande valore sociale, economico e oserei dire politico che ha significato il movimento cooperativo in Italia, nella nostra regione e ovviamente in Romagna.

Saranno poi gli ospiti coadiuvati da Giancarlo e Paolo a spiegare meglio il tutto.

Io vorrei in chiusura augurare a tutti voi, alle vostre famiglie e a chi ci sta seguendo i miei più sinceri e sentiti auguri di buone festività, in particolare di un buon 2021, perché credo che tutti abbiamo voglia di lasciarci alle spalle questo 2020 che rimarrà probabilmente nella storia per essere probabilmente l’anno più brutto dal dopoguerra ad oggi.

E magari prenderci l’impegno fin da ora, mi piacerebbe davvero e lo dico senza retorica, di vederci in un prossimo incontro in una sede di una Casa del Popolo!

 

 

 

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *