Iniziativa di Europe Direct Emilia-Romagna sui temi legati all’Europa

Il mio intervento

Innanzitutto porgo un saluto a tutti e un ringraziamento per la partecipazione al primo di due appuntamenti che Europe Direct Emilia-Romagna e Europe Direct Modena organizzano in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la rete Modenapuntoeu sui temi legati alle prospettive finanziarie 2021- 2027 dell’Unione europea e sulla Politica di coesione in Emilia-Romagna.

Un benvenuto ad Antoni Parenti, capo rappresentanza della Commissione europea in Italia, ad Anna Maria Lucà, assessora all’Europa e cooperazione internazionale del Comune di Modena e a Marco Lombardo, assessore alle Relazioni europee ed internazionali del Comune di Bologna.

Un grazie a Stefania Fenati che modererà questo momento.

Io comincerei col dire che non c’è tema più centrato di quello di oggi rispetto al dibattito in corso proprio in questi giorni in Italia e anche in Europa sui temi che stanno nel testo del titolo del seminario di oggi.

E quindi partirei da qui.

Comincerei dall’aspetto relativo al come è inquadrato al momento il ruolo della Regione nel contesto più ampio delle politiche europee, e lo dico perché anche per noi questo è un tema attuale.

Mi riferisco alla Sessione Europea 2020, che abbiamo svolto in Assemblea Legislativa a fine ottobre dove abbiamo votato gli indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea.

 

Qual è il sunto di ciò che è emerso nella nostra discussione?

L’emergenza Covid, la trasversalità delle politiche digitali e il nuovo Patto per il lavoro e il clima. Su tutto la piena condivisione del programma europeo per l’alfabetizzazione digitale, che rappresentare l’infrastruttura umana più importante su cui costruire il futuro.

Si è svolto lungo queste direttrici il dibattito in Assemblea legislativa per la Sessione europea 2020, la 12esima dall’approvazione della legge regionale del 2008 che la istituì.

L’obiettivo è stato quello di fare il punto su ciò che la Regione ha fatto e intende fare in merito alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale, con particolare attenzione a quelle di maggiore impatto sul territorio emiliano-romagnolo.

Tra l’altro ospiti della seduta di quest’anno sono stati Massimo Gaudina, capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano e Maurizio Molinari, responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo sempre a Milano.

La serietà e centralità con cui ogni anno l’Assemblea Legislativa affronta la Sessione europea dimostra la straordinaria vocazione europeista di questa terra. Una vocazione cui non abbiamo mai rinunciato, nemmeno negli anni difficili che abbiamo alle spalle: quelli dell’incapacità spesso di condividere le responsabilità sull’accoglienza, del vacillare di Schengen, e quelli in cui un Paese ha addirittura preso la via d’uscita dall’Unione. Scelta che mai come nel mezzo di una pandemia, che non vede frontiere, si sta rivelando controproducente per cittadine e cittadini che lo abitano.

Nel passato abbiamo visto spesso prevalere gli egoismi nazionali sulla necessità di mettere in comune competenze, risorse e strumenti all’altezza delle nuove sfide, che nessuna nazione può affrontare da sola.  Non che questa dinamica sia scomparsa del tutto, ma oggi chi come noi ha sempre creduto al ruolo centrale dell’Europa, ha finalmente un motivo d’orgoglio importante perché l’Europa si sta risvegliando, e con le nuove scelte, tra cui appunto il Piano Next Generation EU di 750 miliardi, rimette al centro il principio di solidarietà su cui è fondata. Starà a noi assicurare di sfruttare al meglio queste opportunità di ricostruzione su basi diverse, rafforzando la coesione sociale e avviando la ripresa attraverso la transizione ecologica e digitale, in grado di creare anche occupazione di qualità.

Questa è una svolta che risulterà efficace se sarà inclusiva ed è per questo che anche dalla nostra assise è partita la richiesta al Governo di coinvolgere pienamente le Regioni sia in fase di progettazione della strategia di ripresa e resilienza, sia di attuazione degli investimenti e progetti, per assicurarne una rapida realizzazione.

Il programma della Commissione si impegna contro l’emergenza climatica con la strategia trasversale del Green Deal, con nuovi obiettivi ambiziosi come la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, sul sostegno alle imprese e alla trasformazione digitale inclusiva, sul contrasto alle diseguaglianze e la difesa dei diritti fondamentali e dello stato di diritto.

L’Emilia-Romagna è pronta a fare la sua parte su questi obiettivi, che sono gli stessi del Patto per il Lavoro e per il Clima al quale stiamo lavorando con tutte le parti sociali.

Prima della pandemia avevamo raggiunto una quota di occupazione massima, ma la crisi dovuta al coronavirus ci costringerà a recuperare decine di migliaia di posti di lavoro. Per questo abbiamo bisogno di tendere nuovamente a una buona e piena occupazione e di farlo con scelte che abbiano la sostenibilità come misura cardine: lo dobbiamo fare per salvare il bene più prezioso che abbiamo, il nostro pianeta

Dicevo poc’anzi che quest’anno l’Europa ci mette davanti un’occasione storica, senza precedenti: il Recovery Fund e il programma Next Generation Ue. Si tratta di strumenti per i quali tutte le Regioni hanno chiesto al Governo di essere coinvolte, perché nessun esecutivo, nemmeno il più bravo, sarebbe in grado di programmare investimenti e spese per 209 miliardi di euro in pochi mesi. Le assi di intervento saranno l’innovazione e la conoscenza, qualità fondamentali per competere a livello globale. E mai come questa volta sarà decisivo un altro fattore, quello della velocità: la recessione dovuta alla pandemia ci impone di agire in modo tempestivo.

Questa è la grande sfida che abbiamo di fronte e che ci potrebbe offrire l’occasione di recuperare e costruire un nuovo rapporto positivo con l’Europa. Se speso in maniera corretta e veloce, il Recovery Fund ha tutte le possibilità per cambiare quell’approccio di sfiducia che i cittadini hanno spesso dimostrato verso l’Unione Europea. Si tratta di un’occasione formidabile per ridare credibilità a Europa.

Gli scorsi 10 e 11 dicembre, quindi tre giorni fa, si è tenuto il Consiglio europeo che ha sancito l’accordo definitivo sul programma Next Generation Ue e questo di fatto ha significato sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia di cui parlavo prima: per la precisione 209 miliardi di euro. Nella stessa seduta è stato approvato anche il Bilancio pluriennale 2021-2027.

E quindi siamo davvero all’attualità dei temi che stiamo trattando.

 

 

 

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