A Rimini la stele commemorativa delle vittime riminesi della strage di Ustica

La tragedia di Ustica è un evento che ha segnato profondamente la coscienza del nostro Paese, non solo per la sua dimensione, ma per la lacerante e lunghissima vicenda giudiziaria che ne è seguita.

La strage di quarantadue anni fa, avvenuta nel cielo di Ustica, è impressa nella coscienza degli italiani come una tragedia straziante, che ha strappato alla vita ottantuno persone indifese, che ha gettato in un dolore indicibile i loro familiari, che ha lasciato il Paese senza una verità univoca capace di ricomporre appieno il quadro delle circostanze e dei responsabili.

Oggi che il Comune di Rimini propone questa bella iniziativa d’inaugurazione di una stele commemorativa dedicata alle tre vittime di questo territorio, il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno perso genitori, fratelli, sorelle, parenti, amici.

Il tempo trascorso non sanerà mai la ferita, ma consolida il legame di solidarietà umana e il sentimento di vicinanza verso chi ha tanto ingiustamente sofferto. Accanto ad esso cresce il senso di riconoscenza per l’impegno civile che i familiari sono stati capaci di esprimere, promuovendo la ricerca della verità anche di fronte a condotte opache e ostruzionistiche, incoraggiando gli uomini dello Stato che sono stati capaci di compiere passi importanti.

In merito a questo aspetto voglio ringraziare (e allo stesso tempo fare i complimenti per il lavoro che svolge costantemente) l’associazione ‘Parenti delle vittime della strage di Ustica’, ottimamente presieduta dalla Senatrice Daria Bonfietti, con la quale l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna collabora da anni per sostenere la realizzazione di iniziative e progetti per diffondere la conoscenza degli avvenimenti storici relativi alla strage.

Rinnovo quindi i complimenti al Comune di Rimini per l’iniziativa di oggi che segue quella dello scorso anno dell’intitolazione del parco e che non è solo simbolica, perché con questo ulteriore gesto si dà il segno tangibile della volontà di voler tenere viva la Memoria di un fatto doloroso e soprattutto di farlo in ricordo e in rispetto di chi ha perso la vita e dei loro cari che hanno sofferto.

 

Le vittime riminesi

Giuliana Superchi, 11 anni.

Giuliana arriva presso l’aeroporto di Bologna accompagnata dai nonni. Per Giuliana è un viaggio pieno di stupendi significati. Si reca da suo padre che l’attende a Palermo. Da quando i suoi genitori sono separati Giuliana si reca spesso a trovare il padre che vive in Sicilia. Questa volta però è diverso. Giuliana non passerà solo le vacanze estive con il padre, ma andrà a vivere con lui. Con l’accordo della madre. Oltre a questa bella notizia, un’altra bella sorpresa è pronta per papà. Giuliana ha ritirato la pagella scolastica con tanti buoni voti. Non vede l’ora di mostrarla trionfante al padre.

Giuliana saluta i nonni e accompagnata da una hostess si avvia verso il Dc-9 Itavia I-TIGI. Giuliana viaggia da sola. Salita sull’aereo come da procedura viene presa in custodia da una delle hostess di bordo. A farle compagnia una bambola che stringe forte. Tutto deve esserlo sembrato bellissimo su quell’aereo che la stava portando da suo padre. L’aereo decolla, il cuore in gola mentre stacca le ruote da terra. La fantasia senza limiti dei bimbi aiuta Giuliana ad immaginare l’estate stupenda che l’attende. L’aereo vola in un cielo sereno e tranquillo. Quanti sogni, quante speranze, quanti progetti ci sono dentro l’I-TIGI Itavia, destinati però a rimanere sospesi per sempre in quella notte d’estate.

Pierpaolo Ugolini, 33 anni.

Tecnico Snamprogetti. Veniva da Santa Maria del piano, località del comune di Montescudo-Montecolombo. Era sposato e aveva tre figli piccoli, due femmine e un maschio.

 Marco Volanti, 36 anni.

Tecnico Snamprogetti.

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