In Regione la visita del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando
Il mio intervento al Tavolo per il Lavoro e il Clima riunito con il Ministro Orlando e il Presidente Bonaccini.
A nome dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna rivolgo un saluto di benvenuto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Andrea Orlando; saluto che ovviamente estendo a chi oggi è qui in rappresentanza di tutto il mondo delle organizzazioni economiche, sociali, delle professioni e del terzo settore che, insieme ad altri attori (enti locali, scuola, atenei, associazioni ambientaliste, Camere di commercio e banche) vanno a comporre il Tavolo del Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna.
Entrerete tutti voi dopo nel merito delle questioni riguardanti il Patto per il Lavoro e il Clima, perché siete coloro che lo avete sottoscritto e che ci lavorate quotidianamente nei vostri rispettivi ruoli.
Da Presidente dell’Assemblea Legislativa tengo a testimoniare quanto questo lavoro sia importante, perché da quando abbiamo iniziato la nuova legislatura, un anno e mezzo fa, e nonostante le difficoltà derivanti dalla pandemia, posso dire che nel dibattito politico e istituzionale, come ad esempio quello relativo alle linee di mandato, ma anche durante la sessione europea e in altre occasioni, la Giunta ha sempre messo al centro il Patto per il lavoro e il Clima e gli obiettivi in esso contenuti e l’Assemblea si è sempre posta in maniera costruttiva e propositiva nel dibattito che si è sviluppato.
Questo per dire che, così come accaduto nella scorsa legislatura, parliamo di una serie di impegni concreti, misurabili, con tanto di indicazione di misure puntuali e di investimenti da effettuare per fare in modo che l’obiettivo sia raggiunto.
Obiettivo che, ricordiamolo, riguarda un progetto volto prioritariamente a generare lavoro di qualità, contrastare le diseguaglianze e accompagnare l’Emilia-Romagna nella transizione ecologica, contribuendo a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Ci tengo anche in questa sede a ribadire ciò che ho detto il mese scorso durante l’Assemblea legislativa dedicata alla Sessione Europea: l’UE ha dato una risposta senza precedenti, mettendo in campo le migliori energie per adottare e coordinare misure comuni e solidali per contrastare gli effetti negativi sul piano sanitario, economico e sociale della crisi.
In tal senso, si pensi al programma SURE di sostegno al lavoro, con una dotazione di 100 miliardi di cui l’Italia è una tra i massimi beneficiari.
E poi il piano straordinario di investimenti Next Generation EU, preordinato ad attuare le riforme e gli investimenti orientati ad attenuare l’impatto a livello sociale ed economico della pandemia e rendere le economie europee più sostenibili, resilienti e preparate ad affrontare le sfide poste dalla transizione verde e digitale e volte – più in generale – all’obiettivo del Green Deal.
Proprio in queste azioni sta la forza e l’importanza della coesione multilivello: saper trasformare il dramma della crisi pandemica nell’occasione per digitalizzare e innovare il Paese al fine di incrementarne la competitività, per realizzare la rivoluzione verde e la transizione ecologica, per efficientare le infrastrutture e rendere più sostenibile la mobilità, per potenziare qualitativamente e quantitativamente i servizi di istruzione e formazione, per rafforzare la coesione e l’inclusione, per potenziare le politiche, le azioni e le strutture a tutela della salute.
Non a caso proprio tali finalità sono state tradotte nelle 6 Missioni in cui si articola il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la cui attuazione e declinazione sarà operata nell’ambito del Documento Strategico regionale per la Programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo (DSR 2021-2027), che indirizza le scelte dei programmi operativi, al fine di massimizzare il contributo dei fondi europei e nazionali, nonché di contribuire alla realizzazione del progetto di rilancio e sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna delineato dal Patto per il lavoro e il clima, oggetto appunto dell’incontro di oggi.
Chiudo affermando che al di là del merito è davvero molto importante anche il metodo seguito, che è quello della concertazione con tutti gli attori protagonisti.
Quando si parla di partecipazione gli esempi concreti sono poi questi.
E aggiungerei proprio che tutto ciò assume un valore ancora più elevato in questa fase storica, caratterizzata da una drammatica pandemia che ha modificato ogni paradigma e quindi anche il modo di affrontare le sfide che abbiamo di fronte.
La presenza qui oggi del Ministro sta a rappresentare un’attenzione importante al nostro territorio e io dico anche al lavoro della nostra regione.
Il lavoro deve necessariamente essere al centro del dibattito dell’agenda politica e istituzionale; non abbiamo alternative. La crisi ha generato effetti negativi non solo dal punto di vista sanitario, con tante famiglie che hanno subìto la perdita dei propri cari, ma anche dal punto di vista economico e sociale.
E come il Ministro ben sa, dobbiamo ripartire da qui.
Dal lavoro.
E sono certa che il contributo che può dare in questo senso l’Emilia-Romagna anche in termini di ‘buone pratiche’ sia assolutamente qualificato.
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