Il confronto tra le forze politiche è avviato e dovrebbe portarci nel giro di qualche giorno alla candidatura il più unitaria possibile per la scelta del nuovo il Presidente della Repubblica. Ci sono riunioni ufficiali continue, ma anche incontri ufficiosi per tastare umori e confermare impegni.

Lunedì il Segretario del PD Enrico Letta ha incontrato ufficialmente Matteo Salvini, con la volontà dichiarata di continuare a confrontarsi, e questo è un punto di partenza importante. E poi ci sono i numeri che parlano chiaro. Nessuno ha la maggioranza assoluta ed è la coalizione di centrodestra ha tutto il diritto di presentare una rosa di nomi su cui ragionare. Ma devono essere nomi all’altezza e super partes.

So che c’è fastidio di fronte alle votazioni con schede bianche; io dico di guardare il bicchiere mezzo pieno: il dialogo tra i partiti è ripreso, dopo lo sblocco di sabato con il ritiro di Berlusconi. In questo quadro, continuo a pensare che la figura di Draghi sia preziosissima per il Paese e c’è il rischio che tentativi confusi non portino a nomi di livello adeguato e minino anche la già fragile stabilità del governo. Chi mette in discussione un nome di altissimo profilo come quello del premier, in questo momento si assume una pesante responsabilità.

Dobbiamo fare presto e dobbiamo fare bene. E siamo al lavoro per comporre tutti i tasselli di un mosaico molto complesso, che tiene conto dell’elezione del Presidente della Repubblica e della stabilità dell’azione di governo, e che va definito in brevissimo tempo, anche perché, tra le altre cose, i venti di guerra che purtroppo soffiano da Est, non possono cogliere impreparato un Paese come l’Italia che ha un ruolo importante in questo teatro, come conferma la telefonata di Biden a Draghi sulla crisi russo-ucraina.