Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili

Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono almeno 200 milioni le bambine, ragazze e donne in almeno trenta paesi del mondo che hanno subìto una forma di mutilazione genitale, una pratica che va considerata un abominio e una grave violazione dei diritti umani.
C’è una giovane donna keniana, il suo nome è Nice Nailantei Leng’ete, che è riuscita a convincere la sua gente ad abbandonare tutte le pratiche che vìolano la sfera intima femminile. E’ riuscita a introdurre nella sua comunità un rito alternativo, che conserva la tradizione del passaggio (dalla pubertà all’età adulta), ma vieta la mutilazione.
Gli anziani del suo popolo e i Moran, giovani guerrieri Masai, hanno accettato che le bambine diventassero protagoniste di una vera e propria festa che si svolge nell’arco dei tre giorni dopo la chiusura delle scuole. In questi giorni le bambine partecipano a incontri di educazione sessuale e sanitaria, parlano e si confrontano sulla sessualità e la salute femminile. Vengono loro mostrati anche dei video sulle mutilazioni genitali. Il giorno dopo gli anziani del villaggio aspettano le bambine e le somministrano una benedizione dagli anziani con il latte contenuto in una zucca vuota. Poi si canta e si balla.
Nice continua la sua lotta in Kenya, ma anche nel resto del mondo attraverso il suo ruolo di ambasciatrice. Nel 2018 il settimanale americano Time l’ha inserita tra le 100 persone più influenti al mondo. Ma il merito più importante lo ha riscosso sul campo, dove i giovani guerrieri Moran della sua tribù le hanno donato il bastone del comando.

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