Cooperativa Diapason compie 25 anni: iniziativa all’Università di Rimini

Con il sindaco del Comune di Rimini Jamil Sadegholvaad, l’assessora della Regione Emilia-Romagna Paola Salomoni e il vescovo 𝗡𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼̀ 𝗔𝗻𝘀𝗲𝗹𝗺𝗶 ho partecipato ai 25 anni di vita di Diapason Cooperativa all’Università di Bologna – Campus di Rimini .
È stata l’occasione per confrontarsi con loro, ma anche con tanti attori del territorio come Uni.Rimini, 𝗘𝗥.𝗚𝗢, Confcooperative Romagna, Asilo Svizzero Ceis e altri, delle sfide che abbracciano lo sviluppo della cooperazione sociale e la crescita del nostro territorio.
Sfida alla sostenibilità, agli alloggi per gli studenti tutto l’anno e a prezzi accessibili, sostegno alle borse di studio e agli assegni di ricerca: Rimini è una delle province più attrattive per gli studenti della nostra regione.
 IL MIO INTERVENTO
È un vero piacere poter essere qui a parlare dell’alto valore della cooperazione sociale, di solidarietà, e di servizi per gli universitari. Da sempre la Regione Emilia-Romagna è a fianco dell’Università per garantire il diritto allo studio e la massima accessibilità ai percorsi.Quest’anno la Regione Emilia-Romagna ha incrementato, rispetto all’anno scorso, dell’8,1% gli importi minimi della borsa di studio e sono confermate le maggiorazioni del 15% per gli studenti in condizioni di maggiore disagio economico e del 20% per le studentesse che si iscrivono alle lauree Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). È stato innalzato da 300 a 500 euro il contributo per il servizio di ristorazione a favore degli studenti in possesso dei requisiti di merito previsti per la borsa di studio, ma con Indicatori Isee o Ispe superiori alle soglie fissate. Infine, aumentano i posti letto messi a disposizione da ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori dell’Emilia-Romagna: 3.723 su tutto il territorio, 167 in più rispetto all’anno accademico 2022/2023.Realtà virtuose come la Cooperativa sociale Diapason che si affiancano al lavoro delle istituzioni, sono parte integrante di quello sviluppo e collaborazione a livello territoriale, che fa di queste iniziative un vero e proprio tesoro nel cuore delle città.

La Cooperativa sociale Diapason è nata 25 anni fa grazie a un gruppo di studenti iscritti all’Ateneo riminese e da giovani professionisti provenienti da realtà del Mondo Cattolico locale, per volontà dell’allora Vescovo, con lo scopo di dotare la sede universitaria di alcuni servizi indispensabili, dalla mensa per gli studenti “Tavola Pitagorica”, all’alloggio nel residence “Santa Chiara”, diventando un grande punto di riferimento all’interno del mondo universitario e della città di Rimini.

Una storia da custodire e valorizzare dove tante persone si sono impegnate; dedicando gran parte del proprio tempo ad un progetto che facilitasse le giovani generazioni.

La rilevanza della solidarietà si misura anche nella volontà di nutrire il prossimo, con la cultura, con la simpatia e la vicinanza, senza dimenticare un bene primario come il cibo.

Vengono preparati dalla cooperativa giornalmente circa 1000 pasti per scuole ed enti privati e religiosi presenti sul territorio, confermando il settore della ristorazione un campo in cui la Diapason ha creduto fin dall’inizio e che è cresciuto notevolmente negli anni. Oggi cambiare il Mondo significa passare attraverso un’alimentazione sana e sostenibile; nel menù giornaliero di Diapason si possono scegliere piatti ‘sostenibili’, preparati cioè con ingredienti della terra romagnola oppure biologici.

Il forte valore della cooperazione sociale sottolinea l’importanza dello stare insieme, di cooperare per il bene comune, oltre che un rimando all’evangelico «ama il tuo prossimo come te stesso». La cooperazione è uno scambio in cui i partecipanti traggono vantaggio dall’essere insieme, richiede abilità nel comprendere e capacità di rispondere emotivamente agli altri.  C’è un valore culturale forte, nella cooperazione, nell’autoaiuto, nel mutualismo, nella solidarietà informale e nella capacità di leggere l’economia come spazio concreto del vivere e del fare. Il futuro è in questa economia delle relazioni, del dialogo, dello stare e del fare insieme, non nell’ambigua finanza del competere. «Nessuno si salva da solo», ce lo ha insegnato Papa Francesco durante il momento più duro della pandemia da Covid-19 toccando con mano la nostra fragilità personale e sociale.

«Libertà significa non essere isole, significa essere capaci di stare insieme agli altri, liberandoci dall’orgoglio». Lo ha detto il presidente della Cei “don Matteo” Zuppi. Mi piace ricordarlo oggi, qui, con grande affetto. Il suo è l’esempio di una vita spesa per gli ultimi, vicino ai più fragili, a fianco di chi soffre. Zuppi ci insegna che per essere liberi dobbiamo andare oltre noi stessi ed entrare nelle relazioni: la solidarietà, l’accoglienza, non sono solo un dovere morale, ma ciò che arricchisce le nostre vite. Di amore. Di appartenenza.

Ognuno di noi ha bisogno degli altri.

I doveri verso le giovani generazioni, che rappresentano il nostro futuro, garantire eguali diritti di cittadinanza, il contrasto alle disuguaglianze, lo sviluppo sostenibile, creare le giuste opportunità di lavoro, fermare le morti sul lavoro, ampliare i diritti civili e sociali, sono alcune delle sfide che ci faranno avanzare nel modello sociale a cui ambiamo aderire.

I cambiamenti in atto mai come in questi ultimi anni sono stati veloci, hanno mutato le priorità nell’agenda politica globale e nella sensibilità delle persone, producendo a tratti una prospettiva più incerta, variabile, che poteva minare il terreno edificato fino ad ora.

Allo stesso tempo hanno evidenziato come la cooperazione possa farci uscire dalle situazioni più critiche.

La risorsa più grande sarà sempre la forza della collettività.

Se vogliamo guardare lontano, lo faremo sempre insieme.

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