Convegno in Regione per la ‘Giornata della Partecipazione’ in Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna ha sempre valorizzato molto la partecipazione. Stiamo parlando, dal 2012 ad oggi, di un investimento di 2,3 milioni di euro per oltre 800 processi partecipativi rilevati e 160 progetti finanziati. Dallo scorso autunno a gennaio 2019, oltre ad approvare la nuova legge sulla Partecipazione, abbiamo realizzato due bandi pubblici, di cui uno tematico a sostegno degli enti impegnati ad attivare processi partecipativi per la revisione dei propri statuti o regolamenti relativi alla partecipazione. Per un altro, quello attualmente aperto, fino a metà ottobre è possibile candidare i progetti, oggi lavoreremo assieme perché il nostro obiettivo è quello di lavorare in rete, migliorare la governance delle politiche pubbliche e avvicinarci alle esigenze e ai bisogni dei cittadini in maniera chiara e trasparente, mettendo a valore anche le competenze che abbiamo nelle nostre amministrazioni.
La nuova legge sulla partecipazione, di cui parleremo oggi, prevede anche la messa in campo di attività formative per la promozione della cultura della partecipazione all’interno dell’amministrazione regionale e degli enti locali e alla formazione di personale in grado di progettare, organizzare e gestire processi partecipativi. Per questo dopo un percorso di co-progettazione durato circa un anno è nata la Comunità di pratiche partecipative e un percorso chiamato “Autoscuola della partecipazione” che quest’anno coinvolge 180 operatori della pubblica amministrazione, sia della Regione che degli Enti Locali, per far crescere le competenze attraverso lo scambio di buone pratiche tra tutti i soggetti e livelli istituzionali. Oggi tra di voi molti partecipanti sono coinvolti in questi percorsi.
In generale vorrei dire che sono ormai decine anche i processi decisionali condivisi con stakeholder e cittadini sviluppati dalla Regione in prima persona. Percorsi che hanno portato all’adozione di atti, tenendo conto delle osservazioni e degli apporti ricevuti. Dal piano regionale dei trasporti, preceduto dal percorso partecipativo “Buona mobilità”, all’adozione del Piano di Gestione per il Rischio Alluvioni, agli Stati Generali del Volontariato della Protezione Civile nel percorso di revisione della L.R. 1/2005. La partecipazione è una scelta strategica che la Regione Emilia-Romagna sta portando avanti con coerenza. Ricordo che abbiamo rinnovato i nostri canali di comunicazione ed informazione. In particolare, voglio segnalare il nuovo portale della Partecipazione, con un’area apposita dedicata al coinvolgimento dei cittadini nei processi avviati dall’Ente; oltre al nuovo portale dell’Osservatorio della Partecipazione, che contiene non solo tutti i processi attivati dal nostro territorio dal 2012 ad oggi, ma anche schede con elaborazioni di dati e statistiche, volte ad analizzare il grado di coinvolgimento dei cittadini, gli obiettivi dei progetti e i risultati raggiunti.
Se rivolgiamo uno sguardo al futuro della Partecipazione in Emilia-Romagna credo che il cuore di quanto è stato detto nell’ultimo Forum PA a proposito del salto di qualità che la Pubblica Amministrazione deve fare, stia proprio nella centralità dei dipendenti pubblici e nell’utilizzo di metodologie partecipative, applicate anche all’interno degli enti. Ci sono grandi potenzialità per innovare procedure e migliorare la nostra organizzazione, partendo proprio dalla valorizzazione dei nostri collaboratori e creando così quel valore pubblico necessario a migliorare la qualità dei servizi e della vita di cittadini, imprese e comunità locali. L’aiuto delle tecnologie è certamente importante, ma un approccio collaborativo è la chiave di volta per vincere le sfide del futuro.
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