Con l’associazione Futuro Verde APS a confrontarci sull’esito della COP28 di Dubai

Sono stata ospite a Rimini dell’associazione ambientale Futuro Verde APS
per raccontare l’esperienza della mia partecipazione per conto della Regione Emilia-Romagna alla COP28 di Dubai, che si è conclusa meglio delle aspettative iniziali ma peggio delle speranze che riponiamo verso l’abbandono dei combustibili fossili e una reale e necessaria neutralità climatica da raggiungere da qui al 2050.
Grazie a futuro verde aps e a Marco Affronte, con cui mi sono confrontata assieme agli altri partecipanti su una necessaria spinta per abbracciare energia pulita e sostenibile.
IL MIO INTERVENTO

Quando si pensa all’ambiente e alla sostenibilità ambientale non si può non notare che negli ultimi anni siano state soprattutto le nuove generazioni ad avere a cuore questi temi e a richiederci un’attenzione maggiore da trasformare in atti concreti.

Da qualche anno infatti milioni di giovani hanno riempito le piazze delle città di tutto il mondo, e mi riferisco al movimento ‘Fridays for future’, ed è stato un chiaro segnale di attenzione crescente verso i cambiamenti climatici e le tematiche ambientali.

Un’attenzione che ci è stata rimarcata anche dall’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze (composta da 50 giovanissimi tra i 9 e i 18 anni di tutto il territorio dell’Emilia-Romagna) che si riunisce periodicamente nella nostra sede regionale e ci ha sottoposto istanze mirate sulla sostenibilità, portandoci un prezioso contributo.

Per dare concretezza alle loro proposte è stata realizzata una settimana fa anche un’azione simbolica con la messa a dimora di tre alberi di leccio nel parco della Regione, confermando l’impegno dell’Assemblea legislativa e della giunta regionale dell’Emilia-Romagna sulle tematiche ambientali.

Noi su questi temi in regione ci stiamo impegnando molto. Tutela dell’ambiente, economia circolare e transizione ecologica sono i temi strategici dell’attuale legislatura regionale.

Uno dei più ambiziosi traguardi che ci siamo posti è quello di essere capofila negli obiettivi indicati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green New Deal della Commissione Europea, con il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. In quest’ottica, puntiamo ad accelerare tutte le politiche di conversione verso una piena sostenibilità ambientale, economica e sociale, superando il conflitto tra lavoro e ambiente e valorizzando l’insieme di potenzialità e spazi che questo cambiamento offre, soprattutto alle generazioni più giovani, in termini di impiego.

Vogliamo che l’ambiente sia al centro delle politiche del nostro Paese. In Emilia-Romagna lo abbiamo fatto. Il patto per il lavoro nato nel 2015 non a caso è diventato nel 2020 patto per il lavoro e per il clima, perché qualità del lavoro e qualità dell’ambiente devono poter convivere.

Vorrei ricordare inoltre che l’Assemblea legislativa ha approvato in aula all’unanimità il progetto di legge “Promozione e sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”. Legge che ha come obiettivo quello di offrire uno strumento concreto a livello regionale al fine di agevolare e disciplinare le comunità energetiche, cioè gruppi di autoconsumatori (cittadini privati, enti, imprese) di energia da fonti rinnovabili che si riuniscono per produrre energia pulita e abbattere i costi. Il progetto di legge, composto di nove articoli, prevede che si sostengano i cittadini per sviluppare le comunità di energia rinnovabile che dovranno produrre, consumare, immagazzinare l’energia green.

La Regione mette a disposizione contributi e strumenti finanziari dalla fase di costituzione delle comunità energetiche, alla fase di predisposizione di progetti fino alla fase di acquisto e installazione degli impianti energetici.

L’Assemblea legislativa ha approvato poi le modifiche al Piano energetico regionale ridisegnando radicalmente le strategie per il prossimo triennio in Emilia-Romagna e puntando su meno emissioni e più energia da fonti rinnovabili.

Il Piano regionale potrà contare su risorse pubbliche per 4,5 miliardi di euro. I fondi 2022-2024 prevedono poco più di 2 miliardi di euro dal Pnrr, ulteriori risorse dallo Stato per 1,7 mld, 301 milioni dal Fesr, 58 dal Fse e 423 milioni dalla Regione. La Regione opera su tre grandi asset: abitare, mobilità e produzione, declinati su 8 assi: ricerca e formazione, infrastrutture e reti (al cui interno ci sono le Comunità energetiche e l’idrogeno verde), la transizione energetica per le imprese, la riqualificazione e i privati, la rigenerazione urbana e il patrimonio pubblico, la mobilità intelligente, il rapporto con gli Enti locali (monitoraggio, City manager) e le azioni trasversali di sistema (protocolli e intese con terzi, attività del Comitato tecnico scientifico).

Un’ulteriore conferma dell’impegno e della direzione in cui sia necessario andare per essere partecipi e protagonisti di un futuro migliore.

Qualità dell’aria

Nel 2023 in Emilia-Romagna i livelli registrati dalla rete regionale della qualità dell’aria mostrano per quasi tutti gli inquinanti concentrazioni medie inferiori a quelle osservate nell’ultimo quinquennio.

Come si legge nella sintesi del Rapporto annuale, redatto da Arpae, sulla qualità dell’aria in Emilia-Romagna, per la prima volta nel 2023 è stato sostanzialmente rispettato il numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero di Pm10 (35 sforamenti) in tutte le stazioni tranne una, anche se questo sforamento potrebbe rientrare in seguito alla valutazione del contributo delle polveri sahariane che è ancora in corso. Nel 2017 questo limite era stato superato in ben 27 stazioni, nel 2020 in 25 e nel 2022 in 12, appare quindi evidente una tendenza positiva del fenomeno.

Questi dati sono il segnale di una tendenza positiva e del fatto che le azioni che stiamo mettendo in campo ci portano nella giusta direzione. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di inquinanti proseguendo, come delineato con il Piano aria integrato regionale 2030 a intervenire simultaneamente su trasporti, combustione di biomasse, agricoltura, ma anche sull’industria, e farlo sia su scala estesa, di Bacino padano e nazionale, che locale. In questo modo-chiude Priolo- sarà possibile prevenire gli episodi di inquinamento acuto, riducendo i picchi locali. La strada è tracciata, ora serve la collaborazione di tutti, istituzioni, imprese e cittadini per raggiungere questi importanti risultati”.

Anche i valori medi annuali delle polveri Pm2.5, risultano ampiamente entro i limiti di legge mentre il limite sulla media annuale di biossido di azoto (NO2) è stato superato, senza però superamenti del valore limite orario, in una sola stazione, Bologna-Porta San Felice, a causa di una situazione puntuale superata. Meno bene i livelli di concentrazione di ozono e il numero di superamenti delle soglie che non rispettano ancora gli obiettivi previsti dalla legge. Entro soglia sono risultati biossido di zolfo, benzene e monossido di carbonio.

La rete regionale della qualità dell’aria è composta da 47 stazioni: in ognuna viene rilevato il biossido di azoto (NO2), 43 misurano il Pm10, 24 il Pm2.5, 34 l’ozono, 5 il monossido di carbonio (CO), 9 il benzene e 1 il biossido di zolfo (SO2). Le stazioni si trovano prevalentemente in area urbana e sono rappresentative, pertanto, delle aree a maggiore densità abitativa della regione.

I dati della Qualità dell’aria in tempo reale sono pubblicati da Arpae Emilia-Romagna ogni giorno sulla pagina web dedicata alla qualità dell’aria in cui sono riportati i dati delle stazioni e le mappe di valutazione e previsione quotidiane su tutto il territorio regionale.

Il sito Liberiamo l’Aria è aggiornato quotidianamente e, durante il periodo autunno-inverno, riporta le informazioni relative ai provvedimenti emergenziali e le informazioni aggregate a livello provinciale relative al superamento del valore limite giornaliero per Pm10. I dati sono disponibili anche in modalità open data.

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