All’Istituto ‘Marco Polo’ di Rimini a una iniziativa sulla sicurezza informatica

Questa mattina ho avuto il piacere di portare il saluto dell’Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna a un convegno organizzato dall’Associazione Protezione Diritti e Libertà Privacy. Si è parlato di 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚, con particolare riguardo ai rischi che corrono i ragazzi, come ad esempio quello del cyberbullismo, una piaga che possiamo combattere solo con l’unione tra istituzioni, scuole, famiglie e studenti.
Nell’occasione ho avuto modo di conoscere la 𝐏𝐫𝐨𝐟.𝐬𝐬𝐚 𝐂𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚 𝐁𝐚𝐥𝐞𝐧𝐚, dirigente scolastica dell’𝐈𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐓𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐓𝐮𝐫𝐢𝐬𝐦𝐨 “𝐌𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐏𝐨𝐥𝐨”, una vera e propria eccellenza dell’offerta formativa riminese, con la quale ci siamo scambiate alcune idee sulle quali lavorare nel prossimo futuro.
Grazie a 𝐆𝐥𝐨𝐫𝐢𝐚𝐦𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐏𝐚𝐜𝐢 per l’invito e l’organizzazione.

Il mio intervento

Innanzitutto vorrei ringraziare l’associazione Protezione Diritti e Libertà Privacy per l’invito all’iniziativa di oggi, la prima di un fitto calendario di appuntamenti per la cui programmazione voglio davvero fare i complimenti all’associazione, in particolare alla dott.ssa Gloria Paci che conosco personalmente e alle cui iniziative ho partecipato diverse volte;  so quanta competenza ci mette nell’organizzazione di questi momenti formativi e soprattutto so bene che lei e i suoi colleghi lo fanno con moltissima passione.

Il tema di questi incontri, tutto ciò che concerne la sicurezza informatica, è fondamentale, e bene avete fatto nel rivolgervi a 360 gradi a tutto il mondo della scuola: famiglie come oggi, ma anche studenti, docenti, collaboratori e dirigenti scolastici.

Vedrete che le declinazioni dei temi inerenti i pericoli che possono rappresentare delle minacce nella frequentazione della rete sono molti.

Io mi vorrei soffermare su un tema specifico, e lo faccio perché l’ente che rappresento, la regione Emilia-Romagna, su questa problematica ha fatto degli studi e messo in campo dei progetti.

Mi riferisco al cyberbullismo, un fenomeno in costante aumento che può portare conseguenze anche gravi per chi lo subisce.

Il bullismo esiste da tempo immemore. La nascita del bullismo online è invece legata allo sviluppo dei moderni dispositivi tecnologici.

Le nuove generazioni vivono in una società fortemente dipendente dalle tecnologie e dalla rete, al punto che spesso si ritrovano di fronte a una difficoltà oggettiva: distinguere ciò che reale da ciò che è virtuale. È palese che ciò che avviene online non è reale; ma è pur vero che ciò che è virtuale troppo spesso influenza e condiziona fortemente la vita reale.

Ecco perché un’azione di bullismo online (cyberbullismo) può rappresentare un pericolo serio per l’incolumità fisica e mentale della vittima.

Voi immagino che siate preoccupati per i vostri ragazzi, così come ad esempio lo sono io per le mie nipoti, che hanno più o meno l’età dei vostri figli.

La Regione Emilia-Romagna ha commissionato al CNR un’indagine riguardante i comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca, che riserva un’attenzione particolare alla diffusione dei consumi di sostanze psicoattive, legali e illegali ma anche sul gioco d’azzardo, sul gaming, sull’uso di internet e sui fenomeni di cyberbullismo e challenge, sul consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra la popolazione studentesca 15-19 anni.

Cosa è emerso per l’aspetto particolare di cui parliamo oggi?

La quasi totalità (98%) degli studenti di 15-19 anni della regione Emilia-Romagna riferisce di possedere almeno un dispositivo informatico per l’accesso ad Internet. Il 12% degli studenti utilizzatori di Internet risulta avere un utilizzo “a rischio”. Tra gli studenti che risultano essere utilizzatori “a rischio” di Internet, quasi la metà ha riferito di conoscere vittime di episodi di cyberbullismo e il 62% ha affermato di esserne stato vittima

In moltissimi casi, le vittime del cyberbullismo conoscono personalmente i loro aggressori. Trattandosi prevalentemente di adolescenti e in generale giovani, le vittime sono particolarmente vulnerabili di fronte a tali comportamenti. La maggior parte di esse ha difficoltà nel parlare dell’argomento e nel denunciare gli aggressori per paura di essere ricattate. Intrappolate in uno stato di fragilità emotiva estrema, le vittime dei cyberbulli rischiano conseguenze pericolose. Molte di esse incorrono in forme di depressione, autolesionismo e tendono ad isolarsi. La pressione psicologica agisce negativamente anche sulla condizione fisica. Un’alta percentuale di vittime ammette di aver ridotto drasticamente l’assunzione di cibo.

Questa conseguenza è fortemente presente nei casi di body shaming, ovvero nei casi di offese che tendono a concentrarsi sull’aspetto fisico della vittima. Al tempo stesso, un’altrettanta percentuale di vittime trova rifugio nel cibo, lasciandosi andare ad abbuffate eccessive.

La conseguenza peggiore del cyberbullismo è la capacità di indurre al suicidio. Purtroppo, tante vittime anziché chiedere aiuto trovano nel suicidio la soluzione per liberarsi di questo peso.

Da quanto è emerso fino ad ora, è evidente come il cyberbullismo possa compromettere la vita delle persone fino ad arrivare a conseguenze estreme.

Tra l’altro credo di poter tranquillamente affermare che tutto ciò che è derivato dalla crisi pandemica abbai peggiorato questo quadro.

Non voglio aprire un altro capitolo perché non è questa la sede, ma è evidente che il la crisi sanitaria, con tutto ciò che ha comportato a livello di dinamiche sociali, (pensiamo solo al lockdown, alla DAD, all’interruzione di socialità e di rapporti umani) potrebbe aver modificato anche sostanzialmente le statistiche di cui oggi siamo venuti a conoscenza.

Quindi contrastare questo fenomeno e aiutare le vittime è fondamentale. 

Io a tal proposito cito la legge regionale 28 luglio 2008 n. 14 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni”, che all’art.12 prevede azioni specifiche di contrasto al cyberbullismo:

  1. La Regione promuove l’educazione ai media e alle tecnologie, compresi i social network, in quanto fondamentali strumenti per lo sviluppo del senso critico, della capacità di analisi dei messaggi e delle strategie comunicative, dell’uso creativo e consapevole delle potenzialità espressive proprie dei diversi soggetti della comunicazione e dei diversi media. A tal fine sostiene iniziative di ricerca e progetti di formazione rivolti alle giovani generazioni riguardanti l’educazione alla comprensione e all’uso dei linguaggi mediali, anche rivolti al contrasto della dipendenza e del cyberbullismo.
  2. La Regione, attraverso il Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) e il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, promuove iniziative informative, formative, nonché protocolli volti alla diffusione di codici di autoregolamentazione in materia di comunicazione, stampa, trasmissioni radiotelevisive e internet in rapporto alla rappresentazione dei minori e ad iniziative di comunicazione e programmi radiotelevisivi loro rivolti.

A tal proposito e in continuità con gli eventi promossi e realizzati nei precedenti anni scolastici, il Corecom Emilia-Romagna, organo di garanzia regionale per le comunicazioni, realizza nell’anno scolastico 2022/23 una serie di laboratori gratuiti per l’educazione ai media, dedicati agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di primo grado. Sono previsti approfondimenti sui temi dell’utilizzo dei social network, la privacy, la condivisione delle immagini e dei contenuti, la gestione delle relazioni online, il cyberbullismo, attraverso laboratori con la partecipazione attiva dei ragazzi, ovviamente su richiesta delle scuole interessate.

 

 

 

 

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