All’iniziativa ‘AssembraMenti – Clima, Lavoro, Inclusione’
Ho partecipato ad ‘AssembraMenti – Clima, Lavoro, Inclusione’, evento organizzato da Rinascimento Green e coordinato da Mattia Santori per promuovere un confronto propositivo tra le cittadine e i cittadini emiliano-romagnoli su temi di forte attualità.
Non lo dico per piaggeria, ma devo ammettere che partecipare a questo incontro organizzato da Rinascimento Green e patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna mi fa particolarmente piacere, e ci tengo dunque a ringraziare personalmente e di cuore chi ha voluto e ideato l’incontro: Mattia Santori (Sardine), Stephanie Brancaforte (Change.org).
Quello di oggi e domani è un vero e proprio esperimento di democrazia attiva e partecipativa è un’esperienza fondamentale ed è, a mio avviso, un tipo di approccio alla risoluzione dei problemi che deve farci sempre più da bussola per il futuro soprattutto per quanto concerne il modus operandi delle istituzioni e dei territori. E’ da tempo che ripetiamo che è in corso una crisi della democrazia, ovvero un alto livello di sfiducia e disaffezione dei cittadini nella politica e nelle istituzioni, ed ecco, che la democrazia deliberativa può offrirci una risposta. Una risposta plausibile ed efficace, di affiancamento e arricchimento al lavoro quotidiano di chi ricopre ruoli di rappresentanza. Solo attraverso un coinvolgimento diretto e reale, incardinato sulla ricerca di strategie condivise e sullo scambio di buone prassi, possiamo rinforzare e dare una spinta innovativa alla nostra democrazia, con decisioni che non sono prese a tavolino, ma sono il prodotto di un ricco tessuto di deliberazione pubblica e di partecipazione civica.
La partecipazione è un diritto dei cittadini, così come il principio della sussidiarietà dev’essere una colonna portante della democrazia partecipativa.
Qui oggi proviamo a farlo, così come già da tempo sta cercando di fare la Regione Emilia-Romagna, attraverso, ad esempio, una serie di bandi e risorse ad hoc dedicate proprio al capitolo della Partecipazione, ovvero al sostegno delle spinte progettuali degli enti locali e delle diverse realtà che fanno parte della nostra comunità e che vogliano essere protagonisti del governo e delle scelte della Regione.
Il titolo dell’incontro di questi due giorni “Clima, Lavoro, Salute; l’Emilia-Romagna di oggi al 2030” è molto significato. Clima, lavoro e salute sono infatti, ancora di più a seguito dello scoppio di questa pandemia, gli elementi che dovranno traghettare la ripresa economica, sociale e sanitaria della nostra Regione e del nostro Paese, e su cui, come istituzioni, siamo chiamati a investire con maggiore coraggio rispetto alle stagioni del passato, avendo al contempo una visione di dove vogliamo andare, di come vogliamo progettare il nostro futuro e in quale direzione portarlo. Come Regione, e credo che dopo la Vice Presidente della Regione Elly Schlein ne riparlerò per un approfondimento ulteriore, con la firma e la creazione del Patto per il Clima e per il Lavoro, con il quale abbiamo voluto dare un indirizzo ben preciso al nostro mandato, avendo come orizzonte gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Economia e ambiente sono due elementi imprescindibili l’uno dall’altro, che devono camminare assieme, perché come sappiamo la qualità del pianeta e della vita delle persone sono strettamente correlati. Sono la faccia della stessa medaglia.
Ma per rendere tutto questo realtà, servono strategie, servono risorse, serve formazione e servono misure di accompagnamento alle imprese, perché la transizione ecologica non è un processo che avviene dall’oggi a domani, ma che richiede risorse importanti e scelte audaci, al fine di intraprendere una conversione produttiva e una trasformazione di alcuni modelli di business.
Un progetto condiviso basato su uno sviluppo all’insegna della sostenibilità, attraverso il quale diciamo chiaro e tondo che la transizione ecologica è una questione fondamentale che non lascia più spazio a indugi e tentennamenti. Ed è bello perché ancora una volta è stato il frutto di un lavoro di squadra insieme a enti locali, sindacati, imprese, scuole, università, associazioni ambientaliste, terzo settore e volontariato, professioni, Camera di commercio e banche, affinchè fosse il progetto dell’Emilia-Romagna tutta e non della sola istituzione regionale. Un lavoro in sinergia che nel modo e nel contenuto rispecchia perfettamente la tradizione di condivisione e di concertazione della nostra Regione e che pone al centro la transizione green, il lavoro di qualità e il contrasto alle diseguaglianze, perché nessuno sia lasciato indietro. In cui la qualità dell’ambiente e la sostenibilità sono concepiti come dei diritti irrinunciabili da tenere sempre presente qualsiasi cosa e scelta si faccia a livello produttivo ed economico.
E’ un progetto che ha rafforzato il Patto per il Lavoro sottoscritto nel 2015 che in 5 anni ha permesso alla Regione di recuperare terreno rispetto alla lunga crisi economica apertasi nel 2008, portandoci ai vertici italiani ed europei per crescita, occupazione, export e valore aggiunto.
Uno scenario mutato con l’emergere dell’epidemia e che ci ha richiesto di aggiornare le nostre agende e di impostare un modello di sviluppo sempre più in chiave sostenibile ed ecologica. Ecco perché l’aggiunta della parola, tutt’altro che irrilevante, Clima, con lo scopo di continuare a migliorarci, a essere anticipatori nelle decisioni, di costruire passo dopo passo, con l’energia di tutti i soggetti, un futuro ancora più appetibile per i nostri ragazzi, più stimolante e più giusto.
Lo scopo è renderci un laboratorio contro il cambiamento climatico e di uno stile di vita a impatto zero, in cui i combustibili fossili non siano più centrali e le emissioni inquinanti siano ridotte a zero, anche alla luce delle grandi opportunità che ci derivano dall’Europa e dal Recovery Fund.
Oggi vivere in una terra con un’alta qualità di vita significa investire sull’ambiente, sulla sostenibilità, stimolare un circuito virtuoso di innovazione e di contaminazione di idee, mettendo in discussione schemi consolidati e facendo largo a soluzioni inedite e creative.
In base a dei sondaggi dell’Eurobarometro, oltre il 90 per cento dei cittadini europei considera il cambiamento climatico un problema serio, su cui è urgente intervenire. E’ un dato eloquente, che ci chiede di proiettarci in una prospettiva sostenibile e di osservare forse il mondo con gli occhi delle nuove generazioni per un futuro davvero a impatto zero.
Spesso molte persone quando sentono parlare di sviluppo sostenibile pensano a un orpello retorico per bei discorsi, a qualcosa di inconsistente, invece è un concetto molto autentico, che richiama a sé un articolato processo di progetti, strategie, investimenti, e che apre la strada a nuovi paradigmi di sviluppo, a nuovi modelli di produzione e a nuove opportunità occupazionali.
Compito delle istituzioni e della politica è accompagnare tutto questo, perché come sappiamo e come ho già detto, la transizione ecologica è tutt’altro che una passeggiata e non è un caso che molti Paesi dell’Est, per esempio, si rifiutino di adottare e rispettare politiche troppo rigide in senso green.
Come Emilia-Romagna stiamo cercando di fare la nostra parte ma è ovvio che è un cambiamento che si gioca su scala internazionale e il cui costo non può gravare sulle fasce più deboli della popolazione, ma deve avvenire all’insegna dell’equità e della giustizia sociale. Il tutto, ovviamente, deve essere trainato da uno sguardo che non sia schiacciato al contingente, ma lungimirante.
Ora lascio la parola agli altri ospiti. Ovviamente ascolterò con attenzione ogni singolo intervento e ci rivediamo poi domani, domenica con l’insieme delle proposte emerse. Perché, come sappiamo, l’obiettivo di questa due giorni è molto concreto, ovvero quello di elaborare una serie di proposte concrete per la nostra Regione e da trasformare poi in proposte di leggi e provvedimenti dedicati.
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