Alla bellissima Festa dell’Ospitalità di Bertinoro

Oggi a Bertinoro con la sindaca Gessica Allegni alla 𝗙𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗢𝘀𝗽𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ dedicata quest’anno al tema della Terra
La Romagna, una terra profondamente colpita dalle terribili alluvioni del maggio scorso, ha fatto emergere ancora una volta il grande cuore delle tante volontarie e volontari che per giorni e notti interi hanno dedicato le loro energie per le nostre comunità colpite.
L’emergenza ci ha unito e anche oggi abbiamo detto grazie a tutti loro!
IL MIO INTERVENTO

Innanzitutto voglio ringraziare la sindaca Gessica Allegni per l’invito a questa bellissima Festa dell’Ospitalità, che organizzate ogni anno e che in questo anno molto particolare avete deciso di intitolare alla TERRA, e quindi all’ambiente, ai cambiamenti climatici e a tutto ciò che riguarda questi temi.

Lo facciamo in una terra colpita duramente, perché qui siamo nel cuore della Romagna, dove è accaduto uno degli eventi catastrofici tra i più disastrosi di sempre del nostro paese.

Anche il vostro comune, Bertinoro, ha avuto danni pesanti tra frane, smottamenti, allagamenti e altro.

Consentitemi da questo punto di vista, di fare un plauso a Gessica per la difficile e complicata gestione della situazione di quei giorni davvero molto complessi. Cito lei per comprendere idealmente tutti gli amministratori locali che hanno affrontato questa emergenza in modo davvero encomiabile, e stanno ancora lavorando perché ci vorrà tanto tempo per tornare come prima. E insieme a loro come non citare la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, ma anche i tanti volontari delle associazioni che a vario titolo hanno dato una mano.

La regione Emilia-Romagna ha lavorato fin da subito col generale Figliuolo, che già conoscevamo per via dell’emergenza covid e al quale abbiamo immediatamente dato la disponibilità a collaborare fattivamente per il bene della Romagna, come è giusto fare in un corretto rapporto tra istituzioni.

Il problema è che ad oggi siamo stati lasciati soli; ma non tanto noi istituzioni!

Sono stati lasciati soli i cittadini che hanno visto le loro abitazioni sommerse nel fango, tutte le popolazioni colpite, gli imprenditori le cui aziende in alcuni casi sono andate distrutte… pensiamo al settore ortofrutticolo tanto per citare uno dei più colpiti; sono stati lasciato soli gli amministratori di quei territori, a dover fronteggiare una cosa molto più grande di loro e assolutamente fuori portata per i loro mezzi e le loro risorse.

Vi do qualche numero perché forse non è sempre chiaro ciò di cui stiamo parlando.

La situazione iniziale, poi migliorata ma ancora critica ha visto:

  • 486, di cui 72 minori, le persone accolte in strutture messe a disposizione dai Comuni o in alberghi
  • 760 strade comunali e provinciali chiuse alla circolazione
  • 105 le frane segnalate
  • 890 gli edifici coinvolti
  • Sulla base della ricognizione inviata al Dipartimento nazionale di Protezione civile, i primi lavori urgenti ammontano a 1,9 miliardi di euro
  • Per quanto riguarda i privati la prima stima dei danni su un numero di edifici stimati in 302ammonta a 2,2 milioni
  • 1 miliardo di danni alle imprese
  • 1 miliardo di danni all’agricoltura

Noi come regione non ce ne siamo stati con le man in mano e abbiamo fatto ciò che abbiamo potuto. A giugno la regione ha aperto la procedura per l’erogazione di un contributo di 3mila euro (un acconto che potrà arrivare a un saldo di 5mila euro) per chi ha avuto la dimora principale, abituale e continuativa in un’unità abitativa allagata o direttamente interessata da movimenti franosi o smottamenti e quindi inutilizzabile.

Non, quindi, il risarcimento completo dei danni, ma il contributo concorre alle prime spese necessarie al ripristino della funzionalità degli immobili ad uso abitativo.

Questi soldi, circa 8 milioni di euro, sono stati erogati ai primi di luglio a 2.700 cittadini.

Chiaro che parliamo di un palliativo, ma quello che abbiamo potuto fare lo abbiamo fatto immediatamente, così come altre misure di carattere più fiscale e normativo. Solo per fare qualche esempio:

– esenzione dal bollo auto per chi ha avuto auto distrutta

– bando per sistemazione centri di aggregazione giovanili

– norma per garantire sulle borse di studio universitarie i ragazzi che a causa dell’alluvione non hanno potuto raggiungere livelli minimi di merito.

– l’ultima misura, proprio di qualche giorno fa, riguarda l’accesso al credito a tasso zero per piccole e medie imprese e professionisti dei territori colpiti dall’alluvione. Per disporre della liquidità necessaria a far ripartire l’attività, con l’acquisto delle scorte e delle attrezzature danneggiate o ripristinando le parti di immobili lesionate. In attesa del pieno risarcimento dei danni da parte dello Stato o delle assicurazioni. Gli interessi saranno infatti integralmente abbattuti dalla Regione Emilia-Romagna attraverso lo stanziamento di fondi propri per 2,7 milioni di euro e l’intesa con i Consorzi fidi riferiti ai diversi comparti produttivi.

Dovremo decidere come impiegare i 50 milioni di euro di donazioni private, quelle fatte dai cittadini per i vari canali.

Ma prima volevamo capire qualcosa di più sulle risorse nazionali.

Qui ahimè tocchiamo un tasto dolente perché nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite: certo, i due Decreti adottati dal Governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese. Così come nessuno disconosce il valore di quanto fatto per attivare gli ammortizzatori sociali o l’accesso al credito di una parte, sia pur ristrettissima, di aziende, così come per quelle dell’export;

ma ribadisco quanto i sindaci, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali stanno dicendo: la stragrande maggioranza delle imprese ad oggi non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile.

Le risorse stanziate per la ricostruzione privata sono esigue, anzi, pressoché trascurabili.

Quanto alla ricostruzione pubblica ritengo positivo lo stanziamento delle prime risorse per la ricostruzione (era ora dopo tanto tempo!) sia per le somme urgenze realizzate che per le opere urgenti che saranno validate già la prossima settimana. Le comunità ci chiedono che tutte le opere di ripristino siano realizzate adesso, per mettere il territorio al riparo in vista dell’autunno e dell’inverno: non possiamo permetterci che anche solo un nuovo fenomeno ordinario di maltempo in autunno produca danni straordinari; tutti i danni alle infrastrutture idrauliche devono essere riparati e i detriti rimossi. Al tempo stesso famiglie e imprese ci chiedono chiarezza e certezza di tutti i rimborsi: sono queste le voci che raccogliamo girando ogni giorno nelle province colpite e parlando con chi ha perso molto o in alcuni casi tutto.

Al momento per cittadini e imprese ci sono 270 milioni, circa un decimo delle risorse necessarie. La prima cosa da fare è allora sbloccare le risorse stanziate: se rimangono nei ministeri e non vengono messe immediatamente a disposizione del Commissario – ad esempio quelle degli ammortizzatori sociali e quelle del fondo per le imprese a forte vocazione dell’export – rischiano di andare perdute. Parliamo di oltre un miliardo di euro che sarebbe già a disposizione.

Questo non sarebbe accettabile.

 Bisognerebbe poi fare un ragionamento, ma non è questa la sede, sul tema più generale sul fatto che l’Italia è sempre più soggetta a eventi climatici estremi.

Leggevo i dati diffusi da Legambiente relativi alla mappa del rischio climatico, nell’ambito dell’Osservatorio Cittàclima: da gennaio a luglio di quest’anno sono stati registrati 132 eventi climatici estremi, il numero più alto della media annuale dell’ultimo decennio. Deve preoccupare a mio avviso anche il dato complessivo degli ultimi anni: dal 2010 a oggi nella nostra penisola si sono verificati 1.318 eventi estremi. Gli impatti più rilevanti si sono registrati in 710 comuni italiani.

Questi eventi, accaduti nell’arco di pochi giorni, dimostrano che i fenomeni dell’atmosfera stanno diventando sempre più intensi e violenti a causa del riscaldamento globale.

Noi su questo non possiamo più stare fermi.

La regione da parte sua col Patto per il lavoro e per il clima, che è fondamentalmente un progetto di rilancio e sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna, approvato nel 2020 a inizio legislatura e sottoscritto  oltre che dalla regione anche da tantissime organizzazioni regionali (sindacati, categorie economiche,  università, enti locali, ecc ecc) ha in mente un piano di lavoro a medio lungo termine che assume come proprio orizzonte il 2030, indispensabile per impostare lo sviluppo del territorio su nuove basi e allineare il percorso dell’Emilia-Romagna a quelli previsti dall’Agenda 2030, dall’Accordo di Parigi, dall’Unione Europea per la riduzione delle emissioni climalteranti almeno del 55% entro il 2030, nonché dalla successiva programmazione dei fondi europei 2021-2027 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Quindi la politica della regione su questo tema è chiara e netta.

Poi bisognerebbe parlare di Europa,  PNRR e tanto altro.

Non lo facciamo ora ma sicuramente ne avremo occasione.

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