Al Fulgor di Rimini per la presentazione del docufilm sulla storia del CEIS
L’Asilo italo-svizzero è diventato nel tempo, a partire dalla sua nascita nel secondo dopoguerra in una città piegata e distrutta, un vero e proprio punto di riferimento non solo per Rimini, ma anche per la Regione e a livello nazionale. Un modello educativo innovativo che ha saputo mettere al centro i bambini e che vede anche nella valorizzazione degli spazi un punto cardine della propria attività.
Pensando agli albori del Ceis il pensiero torna al presente, al conflitto russo-ucraino e anche oggi, da subito, questa realtà si è fatta promotrice di gruppi ricreativi di accoglienza per i piccoli profughi e le loro famiglie, grazie alla dedizione di volontarie che hanno potuto così regalare momenti di sollievo e spensieratezza in un periodo durissimo della loro vita.
L’iniziativa di Margherita Zoebeli ha fatto sì che negli anni il Centro educativo italo svizzero sia diventato un luogo di incontro e di ricerca della migliore cultura pedagogica internazionale, di medici, psicologi e pedagogisti provenienti da tutto il mondo.
L’idea di fondo è sempre stata quella del modello pedagogico attivo, con i bambini al centro di tutto, un modello innovativo anche dal punto di vista culturale.
Il tutto calato nella realtà riminese, diventando esso stesso un pezzo di storia della città.
La Regione Emilia-Romagna è da sempre attenta a scuole che sappiano valorizzare la pedagogia tenendo conto di tutti gli aspetti che la compongono, tra cui l’importanza dello spazio volto ad accogliere bambini e bambine.
“Lo spazio come terzo educatore”, ad esempio, è un progetto costruito insieme all’architetto Mario Cucinella per definire una proposta di linee guida metodologiche per progettare o riprogettare gli spazi educativi da mettere a disposizione degli enti territoriali dell’Emilia-Romagna, anche nell’ottica di utilizzare i futuri finanziamenti per l’edilizia scolastica come strumento di innovazione didattica e di crescita sociale. Un primo passo e una prima proposta che potrà essere arricchita nella piena partecipazione prima di tutto degli studenti e di tutto il mondo della scuola.
La Regione intende inoltre fare rete tra le realtà territoriali (attraverso il progetto tERritori in rete) per valorizzare e sostenere l’autonomia delle istituzioni scolastiche del territorio regionale. Punti cardine per accedere a questi finanziamenti sono “Cultura e territorio” (ad esempio fruizione di spettacoli, partecipazione a corsi, laboratori di pratica musicale, teatrale, coreutica, accessi ai musei, parchi e siti naturali del territorio) ed “Educazione fisica”: servizi e programmi di valorizzazione e potenziamento dell’attività motoria e sportiva erogate da soggetti aventi sede sul territorio regionale.
Il CEIS è stato il centro motore delle esperienze delle scuole materne in tutta la Regione. Questa esperienza riminese ha avuto un’importantissima influenza sulla pedagogia italiana, e non solo.
Come riportato nel libro a cura di Lorenzo Campioni e Franca Marchesi “La strada maestra. Tracce di storia delle scuole comunali dell’infanzia nei Comuni capoluoghi dell’Emilia-Romagna”: “Negli anni ’60 alcuni Comuni della regione Emilia-Romagna e non solo, prima fra tutti quello di Rimini, fanno riferimento all’esperienza educativa e pedagogica del CEIS e alla sua scuola ‘materna’ per la progettazione e la realizzazione delle loro scuole dell’infanzia comunali. Un approccio che ha portato all’organizzazione di una scuola profondamente innovativa nel panorama della scuola italiana”.
Come Regione crediamo che partire dai bambini e dalle bambine sia l’investimento più importante che si possa fare per porre le basi per il presente e il futuro della nostra società.
Per tutti questi motivi sono convinta che sia stata una scelta saggia e bella quella di proporre il docufilm che verrà presentato oggi e che testimonia la straordinarietà di questa esperienza.
E sono anche molto orgogliosa che l’ente che presiedo, l’Assemblea Legislativa della regione Emilia-Romagna, abbia patrocinato l’iniziativa oltre ad aver contribuito a sostenerne la realizzazione.
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