A Rimini alla seduta del consiglio comunale dedicata alla Giornata della Memoria

Grazie al Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e alla Presidente del Consiglio comunale Giulia Corazzi per l’invito. È stato per me un onore partecipare al consiglio comunale di Rimini dedicato alla #giornatadellamemoria, un momento per ricordare e ancora di più per riflettere.
#Ricordare per tenere sempre viva la capacità critica di confrontarsi con il nostro passato collettivo e non cedere alla tentazione dell’oblio.
La memoria, come ci insegna Alessandro Barbero, non è una successione cronologica di fatti e la loro interpretazione; la memoria è invece un collante che unisce le comunità, che le connette con le generazioni precedenti in modo da “NON DIMENTICARE”, perché le amnesie collettive diventano colpi di spugna sulle pagine meno nobili del proprio passato.
E Rimini è uno dei Comuni della nostra Regione da sempre tra i più impegnati nei progetti della memoria. Quando nei primi anni Duemila fu presentata in maniera condivisa una proposta di legge per istituire la Giornata Della Memoria si volle costruire un presidio di memoria collettivo contro l’usura del tempo visto che, con l’inevitabile scomparsa della generazione di chi aveva vissuto sulla propria pelle l’Olocausto, c’era il concreto rischio che una delle pagine più dolorose della storia dell’umanità sparisse insieme al ricordo dei sopravvissuti lasciando così il passo a ricostruzioni false e calunniose.
Ce lo ha insegnato Elie Wiesel: “Dobbiamo ricordare perché quello che è successo può succedere di nuovo”. Commemorare, perciò, non è vuota retorica, ma difendersi dalla tentazione dell’oblio figlio della noia. Ricordare significa impedire che distruggendo la memoria si distruggano le basi della nostra comunità democratica condivisa, lasciando spazio a un relativismo storico in cui tutto ha lo stesso diritto di cittadinanza: dove la vittima è guardata con più sospetto del carnefice e dove il carnefice può trovare l’assoluzione nell’ignobile richiamo dell’ ‘obbedivamo solo agli ordini’.
Basta andare a rivedere gli atti del processo a Erick Priebke, uno dei criminali responsabili della strage alle Fosse Ardeatine. Siamo già alla fine degli anni ’90: eppure nelle aule di giustizia abbiamo sentito riecheggiare le stesse false giustificazioni sentite a Norimberga nel processo ai gerarchi nazisti responsabili della Shoah, e in Israele nel processo Eichmann. “Obbedivamo a degli ordini”, come che la vita umana fosse un numero, una pratica da “evadere” con celerità ed efficacia.
Prima ancora che nelle aule di tribunale il NO al giustificazionismo viene dalle parole di una grande intellettuale del secolo scorso: Annah Arendt che nel suo “La banalità del male” ci ammonisce su come sia semplice, in nome della “serena quotidianità” trasformare una società efficiente in una fabbrica di morte e come a guidare questi processi fanatici basti non un superuomo, ma un “omino piccolo piccolo” come la Arendt definisce lo stesso Eichmann.
L’importanza della memoria come esercizio collettivo da fare quotidianamente e sinceramente ce lo ricordano ogni giorno due delle ultime testimoni viventi (e sopravvissute) della SHOAH: Edit Bruck e la senatrice Liliana Segre.
Da quest’aula, assieme a voi, vorrei ringraziare queste due grandi donne per l’impegno quotidiano che mettono, nonostante l’età, nel difendere il tessuto democratico della nostra comunità.
Per l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna è stato un onore ospitare Edith Bruck, la scorsa settimana, come protagonista di una delle iniziative che abbiamo organizzato in occasione della Giornata della Memoria. Per oltre dieci giorni, infatti, grazie alla collaborazione di tanti, la sede dell’ Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna a Bologna si è trasformata nel ‘Palazzo della memoria’ ospitando numerose iniziative: tra queste una mostra sulla scrittrice Laura Orvieto che è ancora visitabile, un reading teatrale su Arpad Weisz, la proiezione del documentario dedicato alla visita ad Auschwitz da parte del Cardinale Matteo Maria Zuppi e da Francesco Guccini, la presentazione di un importante volume (questa sarà proprio il 27 gennaio) sulla musica e i musicisti nei lager nazisti.
Studenti, docenti e semplici cittadini hanno avuto a disposizione un luogo dove rigenerare il proprio impegno civile e sociale all’insegna proprio di quel NO all’oblio che è il filo conduttore di questo pensiero, l’ossessione civile per la ‘memoria’, perché la posta in ballo è alta: è la differenza tra una società inclusiva e una società che cerca capri espiatori su cui scaricare colpe che sono sue.
Domenica insieme all’assessora Francesca Mattei, al Sindaco e alla Presidente Corazzi, abbiamo inaugurato al Museo della città alla responsabile delle attività educazione alla Memoria abbiamo inaugurato la mostra ’Auschwitz-Birkenau 1940-1945. Campo di concentramento e centro di messa a morte’, curata da Laura Fontana. e dal Mémorial de la Shoah di Parigi. E insieme al Comune di Rimini sono stati organizzati in questi anni tanti viaggi per centinaia di ragazzi e ragazze che hanno visitato luoghi simbolo delle tragedie del ‘900.
E allora, per contrastare questa deriva non dobbiamo mai dimenticare l’insegnamento della senatrice a vita, #LilianaSegre:
“L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza”.
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