A Rimini per l’inaugurazione del progetto relativo ai percorsi della ‘Rimini Bombardata’
Il mio intervento
Sono davvero molto contenta di essere qui oggi e ringrazio per l’invito sia il Comune di Rimini che l’associazione nazionale vittime civili di guerra.
Come Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, che ho l’onore di presiedere, abbiamo patrocinato con grande convinzione questa iniziativa perché rientra a pieno nei filoni di attività che il consiglio regionale mete in campo e segue.
Qui parliamo di Memoria.
Un concetto che racchiude tanti significati.
La storia è, e deve continuare a essere, parte di noi.
Di ciascuno di noi come persone ma anche come comunità.
È alle fondamenta della nostra cultura, dei nostri ordinamenti, dei valori in cui ci riconosciamo e che costituiscono l’asse portante della società contemporanea.
Noi come istituzioni su questo dobbiamo continuare a lavorare molto, anche sul concetto di Memoria; con progetti concreti, proprio come è quello che voi presentate oggi.
Come Assemblea legislativa regionale cerchiamo di fare la nostra parte.
Da tempo collaboriamo con la rete degli Istituti storici provinciali alla realizzazione dei progetti relativi ai “Viaggi della Memoria”, i viaggi di istruzione per le scuole negli ex campi di concentramento e sterminio. L’iniziativa consente ogni anno ad alcune centinaia di studenti di visitare, con la guida di esperti, alcuni dei luoghi simbolo della Memoria del Novecento a livello regionale, nazionale ed internazionale.
Dopo lo stop dovuto alla pandemia abbiamo ripreso questa attività e proprio qualche giorno fa si è chiuso il bando di quest’anno, che ha dato esiti davvero incoraggianti: 94 progetti pervenuti, di cui 78 da parte delle scuole e il resto da associazioni, istituti storici e comuni, tra cui anche quello di Rimini, che bene ha fatto ad interessarsi, seguire e partecipare.
Oltre 800mila euro la cifra stanziata dal consiglio regionale per sostenere questi progetti.
L’Assemblea legislativa poi contribuisce alle iniziative sulla Storia e la Memoria del Novecento anche con diverse attività e progetti che coinvolgono scuole, enti locali, associazioni e organizzazioni del territorio. In particolare, l’Istituzione regionale promuove la realizzazione di percorsi per le scuole, laboratori digitali e altre occasioni di studio, formazione e riflessione per favorire nei giovani la conoscenza degli eventi che hanno caratterizzato l’ultimo secolo di storia in Italia e in Europa. L’obiettivo è di sviluppare una maggiore consapevolezza sui diritti di cittadinanza e contribuire allo sviluppo di forme, strumenti e processi di democrazia partecipativa, di cittadinanza attiva e di cultura europea.
E’ invece notizia di attualità (lo abbiamo deliberato in consiglio regionale proprio la settimana scorsa) l’adesione della regione Emilia-Romagna a Liberation Route Italia, l’associazione nata nel 2019 come sede italiana della Liberation Route Europe per valorizzare nel nostro Paese itinerari, sentieri e percorsi della Resistenza e delle Forze Alleate durante la Liberazione dal nazifascismo.
L’attenzione dell’Emilia-Romagna riguarderà in particolare la Linea Gotica, con il suo fronte di oltre 300 chilometri, dai crinali dell’Appennino tosco-emiliano fino alle terre pianeggianti del litorale adriatico, teatro di tragiche battaglie tra le truppe nazifasciste e i partigiani prima, gli Alleati poi, fino al 25 Aprile del 1945.
Inoltre, ha finalmente preso forma un originale progetto scientifico di ricerca storica curato da 11 Istituti Storici della Resistenza e dell’età contemporanea emiliano-romagnoli. Un meticoloso studio degli Istituti, che hanno su questi temi lavorato congiuntamente negli ultimi anni, dal quale nascono un portale web dedicato e un volume, intitolati entrambi ‘Le origini del fascismo in Emilia-Romagna (1919-1922)’. Il sito è già consultabile e mi sento di dire che persegue davvero l’obiettivo di offrire nuovo materiale al dibattito pubblico, frutto di un accurato lavoro di analisi delle fonti e di riorganizzazione grafica delle stesse.
La nostra regione rafforza quindi il proprio impegno per la conoscenza e la consapevolezza della storia del ‘900.
Questo quadro da oggi è arricchito da una perla in più, che è rappresentata da questo lavoro che avete fatto voi su questo percorso storico riguardante la Rimini bombardata.
La nostra Rimini, colpita in un anno da circa 400 bombardamenti, che causarono la morte di oltre 600 civili e la quasi totale distruzione di oltre tre quarti di città.
Quanto subito dalla nostra città è diventato anche un fatto per riflettere sul significato militare della distruzione dei tessuti urbani, dei patrimoni artistici e culturali; dei valori identitari, sociali, culturali di una città.
Mi avvio a concludere affermando e sottolineando che a mio avviso è fondamentale su questi temi lavorare con le scuole, con i giovani, con i nostri studenti, perché diversamente il rischio di oblìo, che io temo tanto, rischia di diventare reale. Non solo non dobbiamo dimenticare, ma dobbiamo fare in modo di tramandare alle future generazioni quelle conoscenze e quei valori. Lo dobbiamo a chi ha lottato, sacrificando in molti casi la propria vita, per far trionfare la libertà, non per sé stesso ma per tutti.
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