Il mio saluto al XVIII Congresso provinciale della CGIL di Rimini

Buongiorno a tutte e tutti e grazie al Segretario Generale Primo Gatta per l’invito a partecipare ai lavori di questo congresso, che come sempre rappresenta un momento di grande importanza nella vita associativa di un’organizzazione come il sindacato.

 

Vi porto il saluto a nome della Regione Emilia-Romagna e mio personale.

 

Questa è anche l’occasione per tracciare un breve bilancio dell’attività svolta, anche insieme, in questi anni, perché anche noi, come regione, siamo quasi arrivati al completamento della nostra legislatura amministrativa.

 

E lo faccio ricordando da dove siamo partiti, ad inizio 2015, col nostro lavoro.

Abbiamo da sempre effettuato la scelta di coniugare al massimo i due filoni della contrattazione puntando tantissimo sul “sociale” ma favorendo, al tempo stesso lo “sviluppo”.

Sicuramente uno degli atti più importanti che ha compiuto la regione per provare a dare risposte adeguate alla crisi economica e sociale che da diversi anni sta attraversando la nostra nazione e il nostro territorio regionale è rappresentato dal Patto per il Lavoro.

Patto che sin dall’inizio del mandato ha favorito, sostanzialmente, una rete di relazioni e la formazione di una sede di confronto “alta” dalla quale fare discendere una serie molto estesa di programmi e azioni condivise. Proprio questi elementi dimostrano, ancora una volta, come la nostra amministrazione crede fortemente nella contrattazione sociale intesa come strumento utile alla formazione di un tessuto sociale che di comune accordo decide di investire tutte le sue migliori risorse e competenze sull’innovazione, sulla ricerca, sul welfare universale, sulla sostenibilità ambientale, sulla legalità e sulla buona e piena occupazione.

E’ ovvio che parlare di questi temi qui in Camera del lavoro, è molto agevole e sono sicura che quando le istituzioni avviano trattative e programmano i propri atti partendo proprio da questi capisaldi basandosi su questi principi avranno sempre il vostro sostegno.

 

Voi oggi vi concentrerete giustamente su dati provinciali mentre la nostra attenzione si sofferma su quelli regionali; e da questo punto di vista posso tranquillamente affermare che i principali indicatori dell’economia italiana sono abbastanza postivi, ma per la Regione Emilia-Romagna si evidenzia una maggiore accelerazione rispetto al resto d’Italia, sia della dinamica congiunturale che degli effetti sull’occupazione.

Risultati a fine 2017 hanno segnalato un calo ulteriore della disoccupazione collocata al 9.1% nel 2015 è diminuita di quasi 3 punti percentuale rispetto all’6,3% di fine 2017. Si stima possa arrivare al 5,6 per cento alla fine del presente anno, esattamente la metà del tasso atteso a livello nazionale, 11,1 per cento.

L’Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per ritmo di crescita nel 2017, insieme alla Lombardia (Rapporto Unioncamere, ottobre 2017), con un valore del PIL a +1,7 per cento. La crescita del PIL è trainata soprattutto dal ciclo positivo dell’industria (+1,9%), degli investimenti (+3,1%) e delle esportazioni (+2,9). Sono attesi incrementi considerevoli per l’Export.

Nel corso del 2017 gli occupati in Emilia-Romagna sfiorano i 2 milioni e sono cresciuti, rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente, di circa 16 mila unità: per il terzo anno consecutivo vi è una contrazione del numero delle persone che cercano un’occupazione. Dati positivi anche dalla gestione Inps della cassa integrazione guadagni. In particolare, le ore di cassa integrazione autorizzate nel 2017 risultano in notevole calo rispetto allo stesso periodo del 2016.

Questo sul tema del lavoro. Mi sento poi di dire che abbiamo avuto grande attenzione su due temi che sono certa vi stanno a cuore e sui quali abbiamo anche lavorato molto insieme e con risultati direi proficui.

 

In primis mi riferisco al consolidamento e potenziamento degli interventi sullo stato sociale e le politiche di contenimento tariffario, attraverso il fondo per la non autosufficienza (complessivamente pari a 478 milioni, dei quali un terzo per la disabilità grave) e con l’intervento a sostegno del reddito e di contrasto della povertà per le famiglie in situazione di grave difficoltà economica iniziato nel 2017 (35 milioni all’anno per l’intero triennio 2018-2020)

 

La Regione attua uno sforzo importantissimo per mantenere lo stesso livello dei servizi destinati ai cittadini dando continuità alle azioni di welfare compiute in questi anni e ad alcune priorità: innanzitutto la lotta all’esclusione, alla fragilità e alla povertà, poi un’attenzione particolare per le giovani generazioni e per le famiglie. Investe ingenti risorse per proseguire con la misura a sostegno del reddito e di contrasto della povertà per le famiglie in situazione di grave difficoltà economica (Legge Regionale sul Reddito di Solidarietà n. 24 approvata a dicembre 2016). Tale stanziamento costituisce una parte considerevole dell’intero bilancio dell’Assessorato al Sociale e consente di proseguire con la lotta alla povertà estrema di minori, anziani e adulti entrata ufficialmente nell’agenda strategica della Regione Emilia-Romagna.

Il bilancio conferma inoltre la cifra stanziata per la programmazione territoriale realizzata dagli EE.LL. attraverso i Piani di Zona che nel 2018 saranno approvati dai territori in coerenza e in attuazione del nuovo Piano Sociale e Sanitario 2017-2019 approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 120/2017 e della deliberazione della giunta regionale n. 1423/2017 di attuazione del Piano.

 

Nel complesso, dunque per le politiche di welfare vengono destinate risorse regionali pari a 68,6 milioni di euro per la continuità delle politiche sociali che comprendono i 33 milioni di euro per il Reddito di Solidarietà. A questi stanziamenti si aggiungeranno le risorse provenienti dai Fondi nazionali approvati in sede di legge di stabilità. Si conferma la quota destinata ai servizi 0-6 anni e si dà continuità a tutti i servizi sociali erogati dall’Assessorato al Sociale, mantenendo inalterato lo stanziamento per la programmazione territoriale realizzata dagli EE.LL. attraverso i Piani di Zona. Si confermano quindi le risorse destinate alle politiche per le giovani generazioni, per il Servizio Civile e per le politiche familiari.

 

Secondo tema: la concertazione.

Mi riferisco al grande lavoro fatto insieme alle vostre rappresentanze quando ci siamo trovati a dover gestire la riforma delle Province avviata dalla Legge Delrio e proseguita con l’approvazione della Legge regionale 13 , che in prima battuta ci ha causato non pochi problemi, che spaziavano dalla tutela dell’occupazione dei lavoratori degli enti provinciali coinvolti dal processo di riforma, ma soprattutto ha causato diversi problemi alla funzionalità del sistema, che in regioni avanzate come la nostra, non è stato facile superare.

La risposta che abbiamo inteso dare non ha previsto percorsi imposti dall’alto, ma passaggi di condivisione dal basso che sono stati attuati anche grazie alla preziosa collaborazione delle vostre rappresentanze.

Non a caso in Regione Emilia-Romagna, grazie al forte investimento fatto, nessun dipendente ha perso il posto di lavoro o è stato messo in mobilità, abbiamo pensato e attuato un modello di creazione e rafforzamento dei c.d. centri di competenza interistituzionale dato dal rafforzamento delle Agenzie regionali già esistenti. Mi riferisco all’Agenzia di protezione civile e all’Arpa. Ma ancor più importante è la creazione dell’Agenzia regionale per il Lavoro. Proprio su questo terreno, come sapete la nostra Regione ha giocato un ruolo di precursore di quella che poi è diventata una scelta “copiata” a livello nazionale.

Ritengo questo un grande risultato raggiunto insieme.

 

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