A Rimini al Green Social Festival con i ragazzi del liceo scientifico ‘Einstein’
Il mio intervento
Buongiorno a tutte e a tutti,
sono molto lieta di prendere parte oggi a questa iniziativa che si rivolge a studenti e studentesse e che pone al centro le tematiche ambientali, perché non c’è categoria più appropriata per poter affrontare questo argomento.
Se si pensa all’ambiente e alla sostenibilità ambientale non si può non notare che negli ultimi anni siano state proprio le nuove generazioni ad avere a cuore questi temi e a richiederci un’attenzione maggiore da trasformare in atti concreti.
Da qualche anno infatti milioni di giovani hanno riempito le piazze delle città di tutto il mondo, e mi riferisco al movimento ‘Fridays for future’, ed è stato un chiaro segnale di attenzione crescente verso i cambiamenti climatici e le tematiche ambientali. Un appello che la politica sta cercando di raccogliere mettendo a punto iniziative concrete, partendo proprio dal presupposto che l’equilibrio tra ambiente e lavoro è imprescindibile.
Un’attenzione che ci è stata rimarcata qualche mese fa quando l’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze (composta da 50 ragazzi tra i 9 e i 18 anni di tutto il territorio regionale) si è riunita nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che ho l’onore di presiedere, per sottoporci istanze mirate sulla sostenibilità e portandoci il loro prezioso contributo.
Noi su questi temi in regione ci stiamo impegnando molto. Tutela dell’ambiente, economia circolare e transizione ecologica sono i temi strategici dell’attuale legislatura regionale.
Uno dei più ambiziosi traguardi che ci siamo posti è quello di essere capofila negli obiettivi indicati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green New Deal della Commissione Europea, con il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. In quest’ottica, puntiamo ad accelerare tutte le politiche di conversione verso una piena sostenibilità ambientale, economica e sociale, superando il conflitto tra lavoro e ambiente e valorizzando l’insieme di potenzialità e spazi che questo cambiamento offre, soprattutto alle generazioni più giovani, in termini di impiego.
Vogliamo che l’ambiente sia al centro delle politiche del nostro Paese. In Emilia-Romagna il patto per il lavoro non a caso è diventato nel 2020 patto per il lavoro e per il clima, perché qualità del lavoro e qualità dell’ambiente devono poter convivere.
In tema di ambiente le sfaccettature sono diverse. Pensiamo all’eolico offshore, ad esempio.
È fondamentale supportare la realizzazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili, sia di piccole sia di grandi dimensioni. La crisi climatica ci incalza e anche la situazione geopolitica sul versante dell’approvvigionamento di energia sta rendendo questa necessità improrogabile. L’opportunità offerta dai nuovi impianti eolici offshore, sia in fase di valutazione (a Rimini) sia in chiusura di progettazione (a Ravenna), va colta. Questo non vuol dire accettare ogni progetto a scatola chiusa, ma valutarli in modo critico e proporre modifiche e miglioramenti che vadano nella direzione di una maggiore compatibilità ambientale e di un sempre più evidente servizio per il territorio che li ospita.
Il 24 maggio 2022 l’Assemblea legislativa ha approvato in aula all’unanimità il progetto di legge “Promozione e sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”. Legge che ha come obiettivo quello di offrire uno strumento concreto a livello regionale al fine di agevolare e disciplinare le comunità energetiche, cioè gruppi di autoconsumatori (cittadini privati, enti, imprese) di energia da fonti rinnovabili che si riuniscono per produrre energia pulita e abbattere i costi.
Il progetto di legge, composto di nove articoli, prevede che si sostengano i cittadini per sviluppare le comunità di energia rinnovabile che dovranno produrre, consumare, immagazzinare l’energia green.
A dicembre poi l’Assemblea legislativa ha approvato definitivamente le modifiche al Piano energetico regionale ridisegnando radicalmente le strategie per il prossimo triennio in Emilia-Romagna e puntando su meno emissioni e più energia da fonti rinnovabili.
Il Piano regionale potrà contare su risorse pubbliche per 4,5 miliardi di euro. I fondi 2022-2024 prevedono poco più di 2 miliardi di euro dal Pnrr, ulteriori risorse dallo Stato per 1,7 mld, 301 milioni dal Fesr, 58 dal Fse e 423 milioni dalla Regione. La Regione opera su tre grandi asset: abitare, mobilità e produzione, declinati su 8 assi: ricerca e formazione, infrastrutture e reti (al cui interno ci sono le Comunità energetiche e l’idrogeno verde), la transizione energetica per le imprese, la riqualificazione e i privati, la rigenerazione urbana e il patrimonio pubblico, la mobilità intelligente, il rapporto con gli Enti locali (monitoraggio, City manager) e le azioni trasversali di sistema (protocolli e intese con terzi, attività del Comitato tecnico scientifico).
Un’ulteriore conferma dell’impegno e della direzione in cui sia necessario andare per essere partecipi e protagonisti di un futuro migliore.
Il solare, l’eolico, idroelettrica, da biomassa e geotermica sono energie economicamente competitive e che ci permetterebbero di abbandonare progressivamente l’uso dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) come fonte di energia primaria, riducendo l’aumento dell’anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera, che sono principali fattori di origine di riscaldamento globale e cambiamento climatico, la dipendenza della fornitura da Paesi instabili e la tendenza all’esaurimento dei combustibili fossili. Affrontando così finalmente il problema del cambiamento climatico.
L’unica reale soluzione è pensare alla sostituzione dei combustibili fossili con energie rinnovabili in modo da incrementare l’efficienza energetica e fornire energia a settori come i trasporti e l’edilizia.
Oggi le fonti di energia rinnovabile sono diventate indispensabili, l’energia prodotta costa meno. Occorre fare un passo in avanti e realizzare appieno la transizione.
Il Patto per il Lavoro e per il Clima assume come proprio orizzonte il 2030, indispensabile per impostare lo sviluppo del territorio su nuove basi e allineare il percorso dell’Emilia-Romagna a quelli previsti dall’Agenda 2030, dall’Accordo di Parigi, dall’Unione Europea per la riduzione delle emissioni climalteranti almeno del 55% entro il 2030, nonché dalla successiva programmazione dei fondi europei 2021-2027 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Delinea inoltre un progetto condiviso di rilancio e sviluppo dell’Emilia-Romagna volto a generare nuovo lavoro di qualità, accompagnando la regione nella transizione ecologica. Un progetto che assume come riferimento decisivo l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu, fondato sulla sostenibilità, nelle sue tre componenti inscindibili, ovvero quella ambientale, sociale ed economica, con l’obiettivo di ridurre le fratture economiche, sociali, ambientali e territoriali e raggiungere la piena parità di genere.
Elaborato anche alla luce di quanto il territorio ha imparato dall’emergenza sanitaria, il Patto stabilisce impegni e responsabilità condivisi per affrontare sfide non più procrastinabili – la crisi demografica, la transizione digitale e il contrasto alle diseguaglianze e l’emergenza climatica – e perseguire obiettivi strategici e processi trasversali che intercettano dinamiche decisive per l’intera società regionale.
Grazie per tutto quello che con coraggio e grande senso civico porterete avanti a favore dell’ambiente in cui viviamo.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!