A Rimini al convegno regionale di ACOI, l’associazione dei chirurghi ospedalieri

La Sanità è pubblica. La Sanità è di tutti. Ci batteremo sempre perché ci sia equità e vengano garantiti i migliori servizi sui nostri territori. Con ACOI Emilia-Romagna al PalaCongressi di Rimini abbiamo parlato di chirurgia d’urgenza e di cure di eccellenza: ancora una volta ribadisco che la nostra città avrà il suo robot chirurgico Da Vinci, e in via definitiva. Grazie per la bella occasione di confronto al dott. Gianluca Garulli, coordinatore di ACOI e direttore di chirurgia generale dell’Ospedale di Rimini.

 

IL MIO INTERVENTO

Buongiorno a tutte e tutti

Voglio ringraziarvi per l’invito, che mi permette di portarvi questo saluto da parte dell’Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna e augurarvi ovviamente buon lavoro.

Mi si consenta un grazie particolare al Dott. Garulli, che oltre ad essere il coordinatore regionale ACOI è anche un amico col quale spesso ci sentiamo e abbiamo occasione di confrontarci. Di recente per una bella vicenda, quella relativa al lavoro fatto per dotare anche l’ospedale di Rimini del robot chirurgico ‘da Vinci’.

Detto questo, credo di poter affermare che le sfide che attendono la nostra sanità nei prossimi anni siano di portata storica.

E partono ovviamente dal livello nazionale.

Non sto qui a dire cosa abbia significato la pandemia da covid per la nostra sanità, lo sappiamo tutti, voi in primis.

Noi stiamo assistendo a una situazione preoccupante relativa ad alcune questioni:

  1. Tagli e meno risorse per il finanziamento complessivo del SSN
  2. Carenza di personale negli ospedali e sul territorio. Mancano medici specializzati, infermieri, professioni tecniche, OSS, medici di medicina generale
  3. Liste d’attesa lunghissime per diagnostica e cure specialistiche
  4. Mancata attuazione di una riforma della medicina di prossimità nel territorio e dell’utilizzo delle risorse PNRR
  5. Differenze Territoriali nella distribuzione dei servizi

 

Per noi Emilia-Romagna queste sono delle priorità e lo abbiamo sempre ribadito anche nelle sedi ufficiali, in primis dal presidente Bonaccini nella conferenza stato-regioni.

Quali sono le nostre proposte?

Destinare almeno il 7,5% del Pil al Fondo Sanitario Nazionale.

  • Le risorse per la sanità previste nel Def, già oggi in diminuzione, si ridurranno al 6,2%, comportando tagli insostenibili per i cittadini e rischiando di mandare in dissesto anche le Regioni più virtuose.

Promuovere un piano straordinario di assunzioni ed abolire il tetto per la spesa del personale imposto alle Regioni.

  • Ridurre fino ad eliminare il fenomeno dei cosiddetti “gettonisti” e delle cooperative negli ospedali pubblici.
  • Immettere stabilmente negli ospedali e sul territorio nuovi professionisti, favorendo l’impiego degli specializzandi e dei medici in formazione anche per la Medicina Generale.

 Ridurre drasticamente le liste d’attesa, migliorando i servizi per l’accesso e utilizzando tutte le risorse straordinarie messe a disposizione.

Rinnovare il contratto del comparto sanitario e valorizzare in termini economici e sociali le figure più esposte, a cominciare da quelle dell’Emergenza e Urgenza, migliorando l’organizzazione dei servizi.

Attuare la riforma della medicina di prossimità.

  • È necessario creare una rete di Case della Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali per dare risposte ai bisogni di salute delle persone e delle famiglie, per prendere in carico le cronicità, per investire sulla prevenzione, per dare nuova centralità ai servizi della salute mentale alle prese con un disagio crescente. Una buona medicina di prossimità è indispensabile anche per risparmiare sulle prestazioni inappropriate e sull’eccesso di prescrizioni di farmaci.

Utilizzare bene tutte le risorse del PNRR per investire sulla digitalizzazione, sulla modernizzazione e l’efficacia del SSN e sulla attuazione del DM77

Accelerare la definizione dei Decreti attuativi e individuare risorse adeguate per dare concretezza alla Legge sulla Non Autosufficienza e approvare una buona norma sui “care giver”.

Fermare il Dl sull’Autonomia Differenziata presentato dal Governo: studi e ricerche dimostrano che la proposta del Governo legittima e aggrava le disuguaglianze tra territori, minando la tutela della salute, diritto fondamentale di ogni persona come affermato dall’art. 32 della Costituzione.

Per noi la difesa della Sanità pubblica è una priorità assoluta.
Per questi obiettivi ci stiamo battendo nelle istituzioni e mobilitando il Paese.

Per venire al livello regionale……

Noi proprio un mese fa abbiamo approvato in assemblea legislativa il bilancio di previsione 2024 della regione Emilia-Romagna, che cuba 13 miliardi e 735 milioni di euro, di cui 9,6 per la sanità.

Questo per dire quanto pesa la sanità nel complesso delle politiche regionali.

Viene confermata l’esenzione dal ticket nazionale di 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con più di un figlio, per complessivi 8,5 milioni di euro.

Io ci tengo a ribadirlo con orgoglio: nonostante le difficoltà la nostra regione è ai vertici nel Paese nel garantire i Livelli essenziali di assistenza, su sanità territoriale e assistenza distrettuale, dai medici di base alle cure domiciliari, qualità dei servizi ospedalieri e prevenzione.

La sanità dell’Emilia-Romagna esce promossa a pieni voti dall’indagine che la sezione “Autonomie” della Corte dei Conti ha dedicato all’analisi dei bilanci regionali.

Il rapporto mette a confronto la spesa pro capite sostenuta da ogni Regione e i risultati ottenuti nelle tre aree indagate dai Livelli essenziali di assistenza (Lea), che traducono in un punteggio sintetico, da 0 a 100, la qualità delle cure ospedaliere, dell’assistenza territoriale e dei servizi di prevenzione.

Un confronto dal quale la sanità dell’Emilia-Romagna si colloca sul gradino più alto del podio, con il punteggio di 95,96 e una spesa per abitante di 1.292 euro, nella classifica della sanità territoriale, davanti a Veneto (95,60) e Toscana (95,02); seconda, dietro solo alla Provincia autonoma di Trento nel campo delle cure ospedaliere, con il punteggio di 94,50 e una spesa pro capite di 1.067 euro; infine, quarta di nuovo alle spalle della Provincia di Trento, delle Regioni Umbria e Toscana, nella graduatoria per le attività di prevenzione (90,73 il punteggio, 151 euro la spesa per abitante).

Quindi l’Emilia-Romagna, pur con una spesa pro capite inferiore alle altre Regioni, riesce ad offrire una qualità tra le più elevate d’Italia.

Report e rilevazioni come quelli che emergono dall’analisi della Corte dei Conti ci inorgogliscono, soprattutto perché certificano ancora una volta la qualità del nostro sistema sanitario regionale e la capacità dei nostri professionisti sanitari. Tuttavia, non ci fanno distogliere l’attenzione dai grandi problemi quotidiani che dobbiamo affrontare e risolvere per continuare ad assicurare ai cittadini le risposte più adeguate ai loro bisogni di salute.

Le preoccupazioni che riguardano la sanità in questo momento continuano ad esserci, la prima delle quali è quella per la sostenibilità finanziaria del sistema.

Oggi il sistema sanitario è ovunque in sofferenza e non lo vede solo chi non ha la volontà o l’onestà intellettuale di vederlo. Anche qui in Emilia-Romagna sono tante le criticità, per la cui soluzione siamo costantemente impegnati a lavorare. Ma questa analisi finanziaria e di efficacia del sistema sanitario nazionale dimostra come in Emilia-Romagna ancora oggi i servizi sanitari siano diffusi, appropriati ed efficaci.

E questo lo si fa con gli investimenti .

Non voglio dilungarmi oltre perché vi ho già rubato troppo tempo.

Ancora un augurio di buon lavoro per questo importante vostro momento di confronto qui a Rimini.

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