A Rimini al congresso provinciale della Cgil Funzione Pubblica
Il mio intervento
Buongiorno a tutte e tutti
Chiedo scusa per aver chiesto di poter intervenire per un saluto prima della relazione di Ornella Giacomini (che ringrazio per l’invito), che aprirà i lavori del 12° congresso della Cgil Funzione Pubblica di Rimini.
Vi è in concomitanza un’iniziativa con degli studenti riminesi e sono attesa anche lì per un intervento.
Quindi mi scuso in anticipo e vi ringrazio per la comprensione.
Un saluto lo voglio rivolgere anche a Isabella Pavolucci, segretaria generale della Cgil di Rimini.
Sono qui a nome dell’Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna e portarvi i saluti dell’istituzione che ho l’onore di rappresentare.
Fino a quasi tre anni fa, nel mio ruolo di assessore regionale al personale ho avuto modo di lavorare fianco a fianco con i sindacati che rappresentavano la funzione pubblica, e devo dire che il rapporto con Cgil è sempre stato ottimo.
Visione e capacità di comprendere il punto di vista anche degli amministratori sono le caratteristiche principali di ciò che ho sempre riscontrato in voi.
Non sono stati e non sono ancora oggi anni facili per diversi settori del settore pubblico, mi riferisco in particolar modo alla sanità; ma anche alla scuola.
Per tutti i motivi che sappiamo, riferiti in particolar modo a questi ultimi tre anni, difficili e complicati.
Ora se ne sono aggiunti altri, derivanti dalla crisi economica generale.
Concedetemi di dire che se il dibattito intorno a una manovra finanziaria si concentra sui limiti all’uso del POS significa che c’è da preoccuparsi.
Abbiamo una miriade di problemi, certo anche ereditati; ma se il segnale è quello di voler dare un segnale di abbassamento della guardia alla lotta all’evasione non partiamo bene. Ora il tema pare superato ma rimane l’idea di fondo che l’impostazione sia quella.
A rimetterci saranno sempre i meno abbienti e più evasione significa meno servizi pubblici o meno qualità degli stessi.
Capite perché su questo l’allarme deve essere forte.
E tra l’altro mi pare che le critiche arrivino da più parti e non solo dall’opposizione politica; esse arrivano sia da voi che da confindustria, e questo la dice lunga.
Vorrei soffermarmi su alcune questioni, giusto per rimanere in ambito di settore pubblico
Sanità, scuola, trasporto pubblico
Cosa non va della manovra
- Sanità: nessuna misura, contro aumento dei costi per l’inflazione
- Stanziamenti insufficienti anche per la scuola e il trasporto pubblico
Cosa si può fare? Lo dico anche da donna di sinistra dirigente di un partito politico. Si può:
- Aumentare stanziamenti per compensare inflazione.
- Aumentare gradualmente il fondo sanitario fino a 7% PIL.
- Scuola: potenziamento 0-6, piano per scuola inclusiva, valorizzazione personale.
- Avviare piano gratuità trasporto pubblico per giovani e anziani.
Ma su questo si potrebbero fare decine di esempi su tanti ambiti: imprese e sviluppo, lavoro, pensioni, povertà, imprese e sviluppo, energia e ambiente, e tanti altri.
Lo sciopero che vi ha visti protagonisti nei giorni scorsi aveva un fondamento.
Va ribadito con forza che serve una Legge di bilancio che restituisca equità e dia una risposta alle disuguaglianze sociali ed economiche. La prima questione che avete posto è quella relativa alla precarietà e la conseguente necessità di ridurla. C’è la ripresa, certo, ma questa si gioca in gran parte proprio su contratti di lavoro di brevissima durata, e riguarda soprattutto i giovani. È molto semplice dire di essere dalla loro parte e poi non mettere in campo nessuna politica a loro favore.
Ecco, io credo che su questi come su altri temi, dalla Cgil possa arrivare un contributo determinante sia alla discussione che all’elaborazione.
Sia a livello nazionale che locale.
E quindi a voi auguro buon lavoro, certa che sappiate interpretare nel migliore dei modi il ruolo che vi compete.
Grazie
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