A Rimini al Congresso naz.le dell’Unione Nazionale Camere Civili

Giustizia e avvocatura tra sostenibilità e riforme incompiute. Garantire a tutti i cittadini un accesso equo e un processo efficiente.

Il mio intervento

Buongiorno a tutte e a tutti,

benvenuti a Rimini e benvenuti in Emilia-Romagna, Regione che oggi ho l’onore di rappresentare in questo prestigioso Congresso portando, in apertura, i miei saluti istituzionali, a nome dell’Assemblea legislativa, e del Presidente della Regione Stefano Bonaccini.

La rilevanza dei lavori congressuali e delle tematiche che saranno approfondite, e sulle quali sono convinta che sarà sviluppato un proficuo confronto, emerge già dallo stesso titolo del Congresso, evocativo degli aspetti e delle problematiche sottese al “sistema della Giustizia italiana”.

In particolare, anche in qualità di rappresentante di un’Istituzione territoriale che pone al centro delle proprie azioni i diritti dei cittadini, credo che sia particolarmente significativo il riferimento alla necessità di garantire ai cittadini l’equità nell’accesso alla giustizia e l’efficienza del processo, nell’intima convinzione che solo un “sistema Giustizia” che ponga al centro il cittadino e i suoi diritti possa dirsi effettivamente rappresentativo del principio di effettività della tutela giurisdizionale dei diritti, specie dei soggetti più deboli, sancito dalla Costituzione italiana, ma anche a livello europeo dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

L’efficienza della giustizia, oltre a rappresentare un presidio, un valore in sé, per i diritti dei cittadini, incide profondamente anche su altri aspetti del “sistema Paese”, sullo sviluppo economico, sul corretto funzionamento del mercato, sulle condizioni sociali. In tal senso, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, emerge plasticamente come una giustizia efficiente stimoli la concorrenza, poiché accresce la disponibilità e riduce il costo del credito, promuova le relazioni contrattuali, incentivi gli investimenti, promuova la scelta di soluzioni organizzative più efficienti: per dirla con le parole dello stesso PNRR, “Le prospettive di rilancio del nostro Paese sono fortemente condizionate dall’approvazione di riforme e investimenti efficaci nel settore della giustizia”.

In tale ottica, mi preme evidenziare come, proprio nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la riforma della Giustizia e – unitamente ad essa – la riforma della Pubblica amministrazione, rispetto alla quale la Regione Emilia – Romagna intende cogliere tutte le opportunità di innovazione, siano qualificate alla stregua di “riforme orizzontali”, ossia riforme di contesto, d’interesse traversale a tutte le “Missioni” del PNRR, e consistenti in innovazioni strutturali dell’ordinamento, idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico del Paese.

In questa prospettiva e con particolare riguardo al “sistema Giustizia”, credo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenti un’occasione senza precedenti, anche in termini di risorse disponibili, prospettando linee e misure di riforma della Giustizia che, nell’ambito di un processo di rinnovamento già da tempo avviato, intervengano in modo complementare ed organico sul piano organizzativo, nella dimensione processuale ed extraprocessuale, con l’obiettivo di una giustizia più effettiva ed efficiente.

In tale contesto di stampo “riformatore”, credo che all’Avvocatura debba essere riconosciuta la massima centralità, dato il ruolo essenziale svolto nell’ambito dell’amministrazione della giustizia e in considerazione del fatto che la professione forense è un servizio essenziale reso a favore dell’intera collettività: tutelare il diritto alla difesa significa, infatti, promuovere un “processo giusto”, che – come si evince dall’art. 24 della Costituzione – serve alla tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini, per tornare al concetto della centralità del cittadino evocato dal titolo del Congresso.

In tal senso, credo che non si possa disconoscere il ruolo attivo e fondamentale che l’Avvocatura ha ricoperto, pur nelle difficoltà organizzative, nel promuovere – con sempre maggior vigore – le tecniche di risoluzione alternativa delle controversie, la cultura della conciliazione, della mediazione e dell’arbitrato, la digitalizzazione e telematizzazione del processo.

Anche la promozione di un’occasione di dibattito e di confronto istituzionale, culturale e scientifico come questo Congresso rappresentano la testimonianza dell’impegno profuso dall’Avvocatura e dalle Associazioni di essa rappresentative, in tutte le loro articolazioni locali e nazionali.

La qualità del “sistema Giustizia” e – quindi – del “sistema Paese” non può che coinvolgere tutti gli attori, in primis la Magistratura e l’Avvocatura, per perseguire quegli obiettivi, quei principi, quei valori che sono consacrati nelle tradizioni costituzionali comuni agli Stati europei e nelle Carte europee dei dritti fondamentali che ricordavo in apertura.

In tal senso, un ruolo altrettanto decisivo non può che essere esercitato dal Legislatore, chiamato a garantire la qualità della legislazione, dato l’intreccio ineludibile tra amministrazione della giustizia e certezza del diritto.

Concludo ringraziando sentitamente l’Unione Nazionale delle Camere Civili, le Camere Civili di Rimini e tutti gli organizzatori di questo pregiatissimo Congresso, augurandovi una buona permanenza nel nostro territorio e nella Città di Rimini, certa – anche da cittadina riminese – che la visita guidata del centro storico e il tour dedicato a Federico Fellini, previsti nell’ambito del programma complessivo del Congresso, saranno di vostro gradimento.

Buon lavoro a tutte e a tutti.

 

 

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