A Riccione (RN) per ‘Unici’, bellissimo evento su disabilità e sport
A Oltremare di Riccione, una giornata emozionante in occasione di “Unici”. Ragazzi e ragazze che hanno trasformato la loro disabilità in un punto di forza e che oggi sono diventati atleti di alto livello. Testimonianze preziose, di coraggio e di grande determinazione.
Il mio saluto.
Innanzitutto consentitemi di ringraziarvi per l’invito di oggi, e lo faccio rivolgendomi ad Emanuela Del Piccolo per ringraziare tutti.
Dal programma si evince già che sarà un pomeriggio particolare, senz’altro speciale.
Tra due giorni, il 3 dicembre, si celebrerà la Giornata Europea delle Persone con Disabilità, ricorrenza introdotta per la prima volta nel 1981, in occasione dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili, con lo scopo di promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e combattere qualsiasi forma di discriminazione e violenza.
In Italia il riconoscimento è arrivato con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009
Bisogna fare certamente delle cose concrete ma io credo che sia importante anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica che diventa un atto necessario e fondamentale affinché le buone intenzioni non restino tali, ma si tramutino in buone pratiche. L’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità devono diventare i pilastri di una società che punta all’eliminazione della disparità di genere, al potenziamento dei servizi educativi e sanitari, alla piena partecipazione sociale, economica e politica per ogni cittadino.
Purtroppo, tutta la società è ancora molto lontana dall’aver realizzato questo obiettivo; per questo però proprio giornate come questa e come quella del 3 dicembre sono fondamentali per ribadire quanto sia doveroso e vitale abbattere le barriera che limitano i diritti alla piena espressione di sé.
Voglio venire più da vicino all’ente che rappresento, la regione Emilia-Romagna, perché siamo alla fine di una legislatura e quindi di tanta attività amministrativa svolta, e vorrei ricordare quello che si fa per certi settori di intervento.
Siamo tra l’altro nel periodo di approvazione del bilancio regionale per il 2020 e per citare solo alcuni provvedimenti che riguardano più da vicino la sanità e il welfare, ci tengo a ricordare che quest’anno come sistema delle regioni siamo riuscite ad ottenere un aumento del finanziamento del Fondo Sanitario regionale che ammonterà a 8 miliardi e 402 milioni per il 2020.
Poi c’è il Fondo regionale per la non autosufficienza che ammonta a 460 milioni di euro per il 2020 (mantenuti anche il 2021 e 2022).
Tra l’altro vorrei sottolineare su questo che siamo una delle poche regioni che ha mantenuto questo finanziamento con risorse proprie dopo che lo Stato qualche anno fa decise di non trasferire più risorse; noi le abbiamo mantenute perché ritenevamo fondamentale non venir meno al sostegno a chi ha più bisogno.
Anche per il 2020 finanzieremo il bando per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Nel 2019 sono stati destinati all’Emilia-Romagna 6,5 milioni di euro dal Fondo nazionale.
Per cosa ad esempio?
Abitazioni che hanno porte troppo strette, pavimenti scivolosi, bagni poco funzionali, oppure edifici privi di ascensore o montascale, tutti ostacoli che rendono la vita difficile alle persone disabili e con difficoltà motorie; e sono il più delle volte accorgimenti che fanno la differenza tra la possibilità di godere di una vita sociale autonoma o restarne ai margini.
Per migliorare l’accessibilità negli appartamenti e nelle parti comuni degli edifici sono finanziabili interventi di adattamento dei sevizi igienici, sostituzione di apparecchi sanitari, allargamento delle porte, rimozione di gradini.
Poi vi è un fondo regionale, che si va aggiungere a quello statale, ed ammonta a 2,5 milioni di euro
Da inizio legislatura (2015) ad oggi, superano i 27 milioni di euro le risorse stanziate dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Fondo nazionale e regionale e sono quasi 7 mila gli interventi realizzati per abbattere le barriere architettoniche nelle abitazioni private delle persone disabili.
Parliamo di aiuti concreti e consistenti per i cittadini con disabilità perché la libertà di movimento e l’autonomia anche nell’ambito domestico è una condizione indispensabile per non sentirsi isolati e partecipare attivamente alla vita sociale. La persona deve essere al centro dell’attenzione delle Istituzioni, e le famiglie non devono essere lasciate sole.
Si può fare sempre di più e meglio ma vi garantisco che l’impegno non è mancato e continuerà a non mancare.
Avviandomi a concludere vorrei citare altri due temi.
Il primo è quello relativo a quelli che vengono chiamati ‘caregiver’. Qualcuno avrà sentito nominare questo termine, altri magari no.
Quello dei caregiver di fatto è quello che possiamo chiamare ‘un esercito silenzioso’ fatto di figli, mogli, mariti, genitori o semplicemente amici che in modo volontario, e con diversi gradi di impegno, si prendono cura e assistono anziani e disabili gravi o gravissimi non autosufficienti. Quanti ce ne sono in questa sala ad esempio? Credo tanti.
In Italia ne sono stati stimati oltre 7 milioni, e tra questi, più di 2 a livello nazionale e 120mila in Emilia-Romagna, svolgono questo compito per almeno 20 ore settimanali (dati Istat 2018).
Per sostenere e tutelare questa forma di assistenza volontaria la Regione, prima in Italia, si è dotata di una legge specifica che ha consentito alle aziende sanitarie e ai servizi socio-sanitari in capo ai Comuni di realizzare vari interventi.
L’impegno della Regione, attraverso il FRNA (fondo regionale non autosufficienza) è progressivamente cresciuto nel tempo: dai 457 milioni di euro stanziati nel 2014 ai 482 del 2019, considerando oltre le risorse regionali ma anche le risorse del Fondo nazionale della non autosufficienza, Dopo di Noi e Vita Indipendente.
Ogni anno grazie al FRNA sono assistiti oltre 40.000 anziani non autosufficienti e sono 19.000 gli interventi rivolti a persone con disabilità grave e gravissima. Tra questi gli interventi rivolti più direttamente al sostegno dei caregiver sono l’assegno di cura (quasi 11.500 utenti/interventi per 35,6 milioni di euro), l’accoglienza temporanea di sollievo (3.200 interventi, 7,6 milioni), il contributo per l’assistenza familiare (3000 interventi – 3,7 milioni), i programmi di qualificazione lavoro di cura assistenti familiari (1.600 interventi – 0,6 milioni), contributi e servizi per l’adattamento della casa (2.400-0,7).
E ancora: iniziative di informazione ed educazione caregiver, gruppi di sostegno e auto-aiuto, Caffé Alzheimer e Meeting Center, informazione e formazione amministratori sostegno volontari per oltre 12 mila interventi e più di 2,1 milioni di euro.
La seconda cosa che ci tenevo a dire, e concludo davvero, è relativa al valore dello sport.
Già di suo lo sport, soprattutto a livello amatoriale, ha un valore sociale intrinseco, fatto di relazioni e rapporti tra le migliaia di persone che anche sul nostro territorio praticano le più svariate discipline sportive.
Poi c’è la bellezza delle storie che portate a conoscenza del pubblico oggi, che nascono il più delle volte da fatti drammatici, ma che sono stati tramutati dalle persone coinvolte in delle opportunità, legate proprio alla disciplina sportiva o ad altri tipi di impegni.
Questo credo che sia un fatto straordinario, non scontato.
Ed è fantastico ed importantissimo che queste persone raccontino le loro storie, perché immagino che ce ne sono tante invece che non sono riuscite, per svariati motivi, anche per demoralizzazione, a vedere nella propria disabilità una luce e a socializzare con altri il percorso della loro vita.
Il fatto che qui qualcuno lo racconterà (e lo fa immagino anche in tante altre occasioni), penso vada considerato un qualcosa di stupendo e noi a loro dobbiamo solo dire un grande grazie, un immenso grazie di cuore
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