A Novafeltria per una iniziativa in ricordo delle vittime nella miniera di Arsia
Il mio intervento
Buongiorno a tutte e tutti
Ringrazio gli amici della Società per gli Studi Storici del Montefeltro per l’invito all’iniziativa di oggi.
Ringrazio e saluti tutti gli ospiti e i relatori, a partire dal sindaco Zanchini che ha fatto gli onori di casa.
Un caloroso benvenuto lo rivolgo alla sindaca di Arsia, Gloria Paliska e alla presidente della comunità degli italiani di Albona, Daniela Mohorovic.
Un saluto a Carlo Evangelisti, presidente dell’ente parco e agli amici Lidia Maggioli, Antonio Mazzoni e Lorenzo Valenti, che da sempre con tanta passione svolgono un lavoro di ricerca e testimonianza storica molto importante.
Ci eravamo già visti in dicembre qui a Novafeltria per l’inaugurazione della mostra sui minatori dell’Arsia, molto bella. E oggi un’altra tappa di questo preziosissimo percorso che serve per tenere viva la Memoria su uno dei più gravi disastri della storia mineraria mondiale e probabilmente del più grave infortunio collettivo della storia d’Italia.
Erano le 4,35 del 28 febbraio 1940 quando, ai livelli 15, 16, 17 e 18 della miniera dell’Arsia (Istria, allora ancora territorio italiano), ci fu uno scoppio che causò un’ondata esplosiva che percorse cantieri e gallerie alimentandosi dove fu possibile attraverso la combustione della polvere di carbone e mutandosi successivamente in aria compressa e quindi in fumo ed ossido di carbonio. In quel momento, alla fine del turno di notte, in miniera si trovavano centinaia e centinaia di uomini;
i morti, alla fine furono 185, gli intossicati circa 150: cittadini italiani di nazionalità italiana, croata e slovena.
13 furono le vittime emiliano romagnole: sei della Valmarecchia, una di Mercato Saraceno, quattro del territorio bolognese, una del modenese e una del ferrarese.
Il contesto storico ci riporta a un periodo in cui dopo le sanzioni ai danni dell’Italia per l’aggressione all’Etiopia e la svolta economica autarchica decisa da Mussolini, le miniere di lignite dell’Arsa erano diventate strategiche. Furono pertanto sottoposto ad uno sfruttamento intensivo al punto che la produzione raggiunse in breve tempo il milione di tonnellate di carbone all’anno e la forza lavoro i 7.000 addetti.
Non si poteva entrare in guerra senza combustibile. Perciò serviva produrne di più e più in fretta, a qualunque costo. Con la retorica dell’italica grandezza, l’attività estrattiva fu spronata fino alle estreme conseguenze. Anche nella neonata Arsia, città mineraria edificata nella valle del torrente Carpano.
Inaugurata nel ’37 e tirata su nel giro di un anno e mezzo, diventò il simbolo delle velleità autarchiche del regime, prima ancora di Carbonia. Fu costruita proprio per accogliere le famiglie degli operai impiegati nelle miniere dove c’era un disperato bisogno di manodopera. Tanto è vero che sulla scia del fermento bellico, in soli tre anni, le tonnellate di carbone estratte tra Albona e Barbana d’Istria si triplicarono e servirono più braccia da sacrificare per la patria.
Su questa storia Antonio Mazzoni e Lidia Maggioli hanno scritto un libro, ovviamente molto ben documentato come sanno fare loro, che ripercorre non solo questa specifica storia, ma quella dell’Italia e del regime fascista di quegli anni.
Si tratta di un lavoro che come Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna abbiamo sostenuto, come tutti quei lavori che hanno alle fondamenta un richiamo alla Memoria.
Faccio qualche esempio.
L’Assemblea sostiene la realizzazione di iniziative e progetti per tener viva, soprattutto fra i più giovani, la memoria di tutte le vittime del terrorismo e delle stragi. Consolidata ormai da tempo è la collaborazione con l’Associazione tra i Familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e l’Associazione dei Parenti delle vittime della strage di Ustica.
L’Assemblea legislativa promuove e sostiene la realizzazione di iniziative, rivolte alle giovani generazioni, per preservare e diffondere la Memoria del ‘900 e sviluppare una maggiore consapevolezza sui diritti di cittadinanza.
Tra queste, il bando sui “Viaggi della Memoria e Viaggi attraverso l’Europa” che prevede un cofinanziamento per le scuole dell’Emilia-Romagna per progetti di viaggio che, partendo da luoghi, eventi, personalità, simboli, opere letterarie ed artistiche, portino gli studenti a riflettere sul valore della memoria e sull’importanza del processo d’integrazione europea, con le vicende che hanno caratterizzato la storia del Novecento.
Sono anche attivi ogni anno percorsi sulla memoria e la legalità per gli studenti promossi dal servizio Cittadinanza attiva dell’Assemblea.
Lo scorso settembre, all’inizio dell’anno scolastico, mi sono recata all’istituto tecnico commerciale ‘Valturio’ di Rimini, dove ho incontrato alcuni studenti e insegnati che hanno partecipato al bando per i viaggi della memoria.
Loro hanno curato durante l’anno un progetto sulla tragedia di Marcinelle (tanto per rimanere in tema), dove in una miniera persero la vita tante persone, molte delle quali erano immigrati italiani; alla fine di questo percorso di studio, dove si sono intrecciati i temi dell’immigrazione, dell’Europa, della sicurezza su lavoro, si sono recati in viaggio in quei luoghi.
Bene, nel racconto di qui ragazzi e di quelle ragazze c’era davvero la consapevolezza di aver fatto un percorso di formazione e di crescita importante, proprio sulla Memoria. E questo mi ha reso estremamente felice.
Anche l’Istituto ‘Tonino Guerra’ di Novafeltria si è aggiudicato il bando 2022 e nel 2023 ha svolto questa esperienza, in particolare su un progetto riguardante il reich e anche sulla storia di Angelo Trebbi, minatore della Valmarecchia. I ragazzi si recarono a Mauthausen, a Marcinelle e visitarono le sedi delle istituzioni europee a Bruxelles.
Ecco, io credo che le istituzioni abbiano il compito di lavorare per tramandare questi valori e questi insegnamenti.
Lo dobbiamo anche e soprattutto a chi ha dato la vita affinché noi oggi possiamo affermare di poter vivere in una piena e compiuta democrazia.
Grazie
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