A Misano Adriatico all’inaugurazione della nuova sede di Plan Green
Il mio intervento di saluto
Buongiorno a tutte e tutti,
mi fa molto piacere essere qui oggi a inaugurare una realtà come questa attenta all’ambiente e alla sostenibilità, tematiche cui la Regione Emilia-Romagna tiene particolarmente.
Noi su questi temi in regione ci stiamo impegnando molto. Tutela dell’ambiente, economia circolare e transizione ecologica sono i temi strategici dell’attuale legislatura regionale.
Uno dei più ambiziosi traguardi che ci siamo posti è quello di essere capofila negli obiettivi indicati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green New Deal della Commissione Europea, con il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. In quest’ottica, puntiamo ad accelerare tutte le politiche di conversione verso una piena sostenibilità ambientale, economica e sociale, superando il conflitto tra lavoro e ambiente e valorizzando l’insieme di potenzialità e spazi che questo cambiamento offre, soprattutto alle generazioni più giovani, in termini di impiego.
Vogliamo che l’ambiente sia al centro delle politiche del nostro Paese.
Il 24 maggio scorso l’Assemblea legislativa ha approvato in aula all’unanimità il progetto di legge “Promozione e sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”. Legge che ha come obiettivo quello di offrire uno strumento concreto a livello regionale al fine di agevolare e disciplinare le comunità energetiche, cioè gruppi di autoconsumatori (cittadini privati, enti, imprese) di energia da fonti rinnovabili che si riuniscono per produrre energia pulita e abbattere i costi. Il progetto di legge, composto di nove articoli, prevede che si sostengano i cittadini per sviluppare le comunità di energia rinnovabile che dovranno produrre, consumare, immagazzinare l’energia green.
MODIFICHE PIANO ENERGETICO REGIONALE
A dicembre 2022 poi l’Assemblea legislativa ha approvato definitivamente le modifiche al Piano energetico regionale ridisegnando radicalmente le strategie per il prossimo triennio in Emilia-Romagna e puntando su meno emissioni e più energia da fonti rinnovabili.
Il Piano regionale potrà contare su risorse pubbliche per 4,5 miliardi di euro. I fondi 2022-2024 prevedono poco più di 2 miliardi di euro dal Pnrr, ulteriori risorse dallo Stato per 1,7 mld, 301 milioni dal Fesr, 58 dal Fse e 423 milioni dalla Regione. La Regione opera su tre grandi asset: abitare, mobilità e produzione, declinati su 8 assi: ricerca e formazione, infrastrutture e reti (al cui interno ci sono le Comunità energetiche e l’idrogeno verde), la transizione energetica per le imprese, la riqualificazione e i privati, la rigenerazione urbana e il patrimonio pubblico, la mobilità intelligente, il rapporto con gli Enti locali (monitoraggio, City manager) e le azioni trasversali di sistema (protocolli e intese con terzi, attività del Comitato tecnico scientifico).
Un’ulteriore conferma dell’impegno e della direzione in cui sia necessario andare per essere partecipi e protagonisti di un futuro migliore.
PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA
Il patto per il lavoro è diventato nel 2020 patto per il lavoro e per il clima, perché qualità del lavoro e qualità dell’ambiente devono poter convivere.
Nel delineare il nuovo progetto di rilancio e sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna, i sottoscrittori del Patto hanno assunto alcune scelte di fondo. La prima è quella realizzare un investimento senza precedenti sulle persone, innanzitutto sulla loro salute, così come sulle loro competenze e sulla loro capacità. Partire dai diritti e dai doveri degli individui, in particolare dei giovani e delle donne, valorizzandone le differenze, significa anche condividere la necessità di sperimentare nuove forme di partecipazione democratica ad ogni livello.
Il Patto assume come proprio orizzonte il 2030, indispensabile per impostare lo sviluppo del territorio su nuove basi e allineare il percorso dell’Emilia-Romagna a quelli previsti dall’Agenda 2030, dall’Accordo di Parigi, dall’Unione Europea per la riduzione delle emissioni climalteranti almeno del 55% entro il 2030, nonché dalla successiva programmazione dei fondi europei 2021-2027 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A partire dal documento sottoscritto, che delinea la cornice strategica e le direttrici di un progetto di posizionamento del territorio regionale, quello del Patto si è consolidato anche come un metodo di lavoro, fondato sulla qualità delle relazioni tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali, sul reciproco riconoscimento del ruolo che ciascuno dei firmatari svolge nella società.
Il Patto per il Lavoro e per il Clima delinea un progetto condiviso di rilancio e sviluppo dell’Emilia-Romagna volto a generare nuovo lavoro di qualità, accompagnando la regione nella transizione ecologica. Un progetto che assume come riferimento decisivo l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu, fondato sulla sostenibilità, nelle sue tre componenti inscindibili, ovvero quella ambientale, sociale ed economica, con l’obiettivo di ridurre le fratture economiche, sociali, ambientali e territoriali e raggiungere la piena parità di genere.
Il documento sottoscritto e il percorso di partecipazione democratica e di progettazione condivisa che ne ha accompagnato l’elaborazione sono una conferma e un “rilancio” del metodo avviato nel 2015 con la firma del Patto per il Lavoro, che in 5 anni ha permesso all’Emilia-Romagna di recuperare terreno rispetto alla lunga crisi apertasi nel 2008, posizionandola come Pil pro capite, valore aggiunto, tasso di disoccupazione ed export tra le regioni italiane ed europee più performanti.
Elaborato anche alla luce di quanto il territorio ha imparato dall’emergenza sanitaria, il Patto stabilisce impegni e responsabilità condivisi per affrontare sfide non più procrastinabili – la crisi demografica, la transizione digitale e il contrasto alle diseguaglianze e l’emergenza climatica – e perseguire obiettivi strategici e processi trasversali che intercettano dinamiche decisive per l’intera società regionale.
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