A Cattolica per l’inaugurazione del Temporary Store della Coop. Soc. “Cà Santino”
Il mio saluto:
Circa tre anni fa ci trovavamo insieme per la presentazione del libro che celebrava il raggiungimento di un bellissimo traguardo raggiunto, i 20 anni dalla fondazione del centro socio riabilitativo di Montefiore.
Cito quel momento perché lo ricordo con grande affetto ma anche perché sta a testimoniare il fatto che ora, dopo tre anni e una pandemia che ha messo in ginocchio molte realtà, e non mi riferisco solo ad aziende e mondo del lavoro ma anche a realtà associative … dicevo dopo tre anni siamo qui per un’altra esperienza che Cà Santino mette in piedi, e poi ancora la prossima settimana ci rivedremo per un’ulteriore cosa……segno di una vitalità di questa realtà che è straordinaria, eccezionale, della quale dobbiamo solo rendere merito a chi lavora e opera ogni giorno per raggiungere questi risultati.
La mia presenza oggi, oltre che dovuta a un rapporto di amicizia che mi lega a molti di voi, sta a testimoniare anche la solidità dei rapporti tra Cà Santino e la Regione Emilia-Romagna, che sono oserei dire ‘storici’, esistenti cioè fin da quando la comunità è nata.
La Regione ha sempre creduto nel valore della struttura di Cà Santino, strategica per tutto il territorio della Valconca e non solo.
Gli oltre venti anni di attività stanno a dimostrare che l’ottimo lavoro svolto e i risultati ottenuti sono il frutto di un’attività caratterizzata da una profonda unità d’intenti dei soci fondatori, degli operatori, degli utenti e delle loro famiglie.
Compito delle istituzioni è quello di supportare tali strutture affinchè riescano a continuare a svolgere la loro mission nelle condizioni ottimali e la sinergia che c’è stata in questi anni ha sicuramente accompagnato la crescita di questa attività, facendola diventare un vero e proprio punto di riferimento di cosa significa oggi fare impresa sociale.
Non viglio dilungarmi troppo però ci terrei a ricordare un’importante partita che la regione gestisce e che riguarda il Fondo per le non autosufficienze.
Probabilmente gli addetti ai lavori lo sapranno, ma credo possa essere utile ricordarlo.
La Conferenza Unificata del 3 agosto 2022 ha sancito l’intesa sul Piano nazionale per la non autosufficienza e sul Fondo per le non autosufficienze per il triennio 2022-2024, prevedendo le seguenti risorse:
- 822 milioni di euro nel 2022; (Emilia-Romagna 63,5 milioni)
- 865,3 milioni di euro nel 2023; (Emilia-Romagna 66,5 milioni)
- 913,6 milioni di euro nel 2024. (Emilia-Romagna 70 milioni)
All’intesa si è giunti dopo una lunga istruttoria tecnica e interlocuzioni tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le Regioni.
Il Piano individua, nel limite delle risorse previste, lo sviluppo degli interventi per la graduale attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali da garantire su tutto il territorio nazionale. Sulla base delle indicazioni nazionali spetterà, ora, alle Regioni adottare un Piano regionale per la non autosufficienza che preveda la programmazione degli interventi e dei servizi.
Si tratta di un atto di programmazione regionale per l’attuazione del Piano nazionale che individua – su base triennale – gli specifici interventi e servizi sociali finanziabili a valere sulle risorse del Fondo per le non autosufficienze, eventualmente integrate con risorse regionali.
Il Piano regionale contiene:
- il quadro di contesto e le modalità di attuazione dell’integrazione sociosanitaria;
- le modalità di individuazione dei beneficiari;
- la descrizione degli interventi e dei servizi programmati e le caratteristiche dei servizi socioassistenziali per promuovere la continuità e la qualità di vita a domicilio delle persone anziane non autosufficienti, comprese le nuove forme di coabitazione solidale delle persone anziane nelle aree indicate nonché le altre forme di intervento;
- la programmazione delle risorse finanziarie e le modalità di monitoraggio degli interventi;
- le risorse e gli ambiti territoriali coinvolti nell’implementazione delle “Linee di indirizzo per Progetti di vita indipendente”.
I piani regionali prevedono un confronto con autonomie locali, parti sociali ed enti del Terzo settore ed il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e delle persone anziane non autosufficienti.
(Il riparto assegna anche 5 milioni di euro per gli ausili e le protesi a tecnologia avanzata per lo svolgimento di attività sportive amatoriali alle persone con disabilità di età compresa tra i 10 e i 64 anni).
Sappiamo poi che c’è un’altra partita fondamentale per quanto riguarda le risorse, non solo in questo ma in tanti altri settori, e i riferisco al PNRR.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il programma di investimenti che sono in corso di attuazione con i finanziamenti che la Commissione Europea ha messo in campo nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi sociale, economica e pandemica.
In particolare, i fondi a disposizione sono in totale 221,1 miliardi, di cui 30,6 miliardi di risorse interne e 191,5 miliardi dall’Unione Europea, che li sta dando al nostro Paese in forma di sussidi o prestiti a basso tasso d’interesse, da utilizzare entro il 2026.
Questo piano si articola in sei diverse missioni e gli interventi a favore delle persone con disabilità si articolano in particolare nel capitolo cinque e nel sei che riguardano rispettivamente a “coesione e inclusione” e “salute”.
Nel dettaglio, la missione cinque, prevede, in capo al ministero della Disabilità, l’attuazione della riforma della cosiddetta “Legge quadro della disabilità” nell’ottica di una maggiore promozione dell’autonomia delle persone con disabilità. Oltre a questo, nell’ambito di una prima attuazione dei fondi del Pnrr, il ministero del Lavoro, con uno stanziamento complessivo di 1,2 miliardi di euro, ha emanato un apposito decreto in cui destina 500 milioni di euro destinati all’inclusione delle persone con disabilità.
Queste risorse sono indubbiamente molto importanti e costituiscono un primo segnale nella giusta direzione.
Io poi credo che oltre a questo nel futuro occorrerà incidere con grande forza e determinazione sui temi dell’inclusione lavorativa, del Dopo di Noi e in merito ai caregiver familiari.
Il periodo storico molto difficile che stiamo vivendo è un banco di prova molto importante per la realizzazione di ciò che la Convenzione Onu per le persone con disabilità ci diceva già nel ormai lontano 2006.
Possiamo raggiungere questo fondamentale obiettivo solo agendo insieme e mettendo al centro le persone con fragilità che non possono più attendere.
E quindi chiudo facendovi nuovamente un plauso per ciò che siete stati capaci di costruire in questi dieci anni, con tenacia, forza, e aggiungerei con coraggio e amore. Perchè se non c’è anche tanto sentimento dietro alla scelta di iniziare questo tipo di ‘avventure’ così belle ma anche tanto impegnative, i sogni rischiano di rimanere tali.
Ci tengo a dire un’ultima cosa, perché siamo in una realtà e in settore, quello della disabilità, colpito fortemente in questi giorni da una immane e dolorosa tragedia che ha colpito al cuore il nostro territorio, Riccione in particolare, e il Centro 21 nello specifico. La perdita di quei cinque ragazzi, della loro educatrice e dell’amico Massimo Pironi ci ha colpito veramente tanto.
Ecco, io credo che non ci siano parole adeguate rispetto all’accaduto, ma il vostro esempio, che poi è anche il loro, penso che rappresenti il modo migliore per ricordarli e onorarne la memoria.
Complimenti davvero per oggi e grazie.
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