A Bologna a una iniziativa di ‘Pandora Rivista’ sul tema dell’intelligenza artificiale

Nella sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio di Bologna insieme a Pandora Rivista e Giacomo Bottos per un confronto sulla transizione digitale e le intelligenze artificiali, con Massimo Chiriatti di Lenovo Italia, il consulente su AI e cybersecurity di UPI Emilia-Romagna Andrea Puligheddu, Vittorio Calaprice della Rappresentanza italiana della Commissione europea e la professoressa di diritto di Internet dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Giusella Finocchiaro.
Ancora un’occasione di crescita e di dialogo che l’Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna sostiene con convinzione.
IL MIO INTERVENTO

Buonasera a tutte e a tutti,

al pubblico presente e a coloro che sono collegati da remoto.

Con grande piacere apro questo importante appuntamento dedicato alla transizione digitale e all’intelligenza artificiale, organizzato dall’Assemblea legislativa, in stretta sinergia con UPI Emilia – Romagna e Pandora Rivista. Ringrazio entrambe profondamente per la proficua collaborazione nell’ambito della quale abbiamo realizzato – nel corso del tempo – diversi eventi dedicati alla riflessione su come la transizione digitale e  l’intelligenza artificiale stanno cambiando le nostre vite, da molteplici punti di vista. Oggi, in particolare, approfondiremo l’aspetto dell’applicazione e della governance di questi strumenti nell’ambito e da parte delle  istituzioni.

Saluto  le relatrici e i relatori, i cui interventi di approfondimento sapranno fornirci spunti di riflessione e prospettive nel merito dei temi dell’evento.

Le opportunità e le sfide della transizione digitale e dell’intelligenza artificiale toccano ogni ambito della nostra vita, pubblica e privata: come vengono generate e diffuse le informazioni, le modalità di erogazione dei servizi, il modo di essere e fare impresa, l’essenza e il ruolo dell’Amministrazione e delle Istituzioni ad ogni livello. È  – quindi – importante che anche sui territori, vicino alle persone, ci siano occasioni come questa di oggi per condividere quello che sta avvenendo nella cosiddetta “era del digitale”.

Consideriamo, ad esempio, come le applicazioni scientifiche dell’intelligenza artificiale possono consentire di acquisire ed elaborare dettagliatamente e velocemente dati, informazioni e proiezioni sugli ecosistemi del Pianeta e sui miglioramenti e peggioramenti climatici ed ecologici, sullo stato di salute delle specie, sul progressivo surriscaldamento, sulla qualità dell’aria e su molti altri aspetti attinenti al clima.

Anche l’organizzazione dei servizi resi alle cittadine e ai cittadini potrebbe trarre giovamento dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale: ad esempio, immaginiamo di gestire con l’IA alcuni servizi, come raccolta differenziata, traffico, parcheggi, semafori: si potrebbe ottenere un loro efficientamento, con costi minori per la collettività.

Si pensi, ancora,  alla produzione di farmaci migliori e più efficaci mediante sistemi di intelligenza artificiale.

Le potenzialità dell’intelligenza artificiale sono, quindi, molteplici, ma è altrettanto necessario promuoverne uno sviluppo e un utilizzo etico e regolamentato: credo che questa sia la sfida più significativa, innanzi tutto per le Istituzioni, chiamate a tutelare i diritti delle persone, delle lavoratrici e dei lavoratori, delle imprese e delle giovani generazioni, nonchè i valori e i principi comuni a tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

Proprio ieri (21 maggio 2024), il Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera definitivo al nuovo regolamento UE sull’intelligenza artificiale di cui avrete sentito sicuramente parlare, a seguito dell’approvazione del testo in prima lettura da parte del Parlamento europeo dopo un negoziato record di 36 ore!  Durata che dà la misura delle difficoltà nel trovare un accordo comune su temi estremamente delicati e sui rischi che possono emergere dall’utilizzo non corretto degli strumenti di intelligenza artificiale: si pensi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel campo della sicurezza pubblica, con particolare riguardo ai sistemi di identificazione biometrica in tempo reale e a distanza, come il riconoscimento facciale. Si pensi anche alle modalità di individuazione delle fake news, tema quest’ultimo che – tra l’altro – ha fortemente messo in discussione l’affidabilità delle informazioni che si trovano sui social network e sui motori di ricerca e che – quindi – deve richiamare ognuno di noi all’importanza dell’approfondimento, del confronto, della memoria e del pensiero critico. A tale “inquinamento informazionale” è, quindi, necessario rispondere, lavorando su diversi fronti: sull’aspetto educativo, innanzi tutto, affinchè gli utenti sviluppino maggiore attenzione e senso critico, le piattaforme dovrebbero essere più etiche e i legislatori maggiormente fermi nel normare il settore.

Il Regolamento europeo sarà pienamente in vigore entro il 2026. Un passaggio storico per l’Europa digitale. È il primo tentativo di fornire un quadro giuridico di livello europeo – come già avvenuto per la protezione dei dati personali con l’approvazione del Regolamento UE 679/2016 (il cosiddetto GDPR) – per garantire  sistemi di intelligenza artificiale sicuri e rispettosi dei diritti fondamentali e dei valori dell’Unione Europea, ma che – allo stesso tempo – siano in grado di stimolare gli investimenti. Per questo il Regolamento Ue prevede un livello orizzontale di protezione degli utenti, di diversa intensità da attivare a seconda del livello di rischio indentificato: minimo, limitato, alto e inaccettabile.

Il regolamento europeo sull’Intelligenza artificiale è anche la prima legislazione a livello mondiale  su questa materia. Una sfida vinta? Non lo sappiamo ancora, ma sicuramente una sfida che l’Unione europea – con la transizione digitale – ha deciso di affrontare, con l’obiettivo di dotarsi degli strumenti necessari per “farsi trovare pronta all’appuntamento con la Storia” per citare un passaggio dell’ultimo discorso sullo stato dell’Unione tenuto dalla Presidente della Commissione europea von der Leyen.

Bilanciare i diritti in gioco non è certo semplice, basti pensare ai rischi sulla privacy e su forme di discriminazione tecnologica; tuttavia, l’Unione sta facendo un passo fondamentale verso la creazione di un “ecosistema di intelligenza artificiale” che possa essere sicuro, etico e favorevole all’innovazione.

E proprio legato al tema dei rischi e dell’utilizzo non corretto dell’intelligenza artificiale, si pone il tema delle “responsabilità”, un “punto chiave” che segna – in gran parte – l’approccio etico all’intelligenza artificiale. E la responsabilità non può che essere umana. È l’essere umano che dovrà rispondere dell’intelligibilità degli strumenti di intelligenza artificiale. In questo senso, occorre sempre chiedersi, dinanzi ad un nuovo strumento di IA: “Come funziona? Chi è responsabile del modo in cui funziona?”

Con la collaborazione a tutti i livelli istituzionali e della società, possiamo trasformare le sfide dell’intelligenza artificiale in opportunità per un futuro migliore, lavorando insieme anche per inserire nuove competenze utili a formare le lavoratrici e i lavoratori di domani a qualunque livello: scolastico, accademico e professionale. Possiamo farlo, dobbiamo farlo, avendo un “ecosistema” solido di infrastrutture, fertile di competenze ed eccellenze, sia pubbliche che private.

Non dimentichiamo che presso il Tecnopolo di Bologna è stato realizzato il Supercomputer Leonardo, il sesto calcolatore più potente al mondo, che sfrutta la grande capacità di calcolo per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale e algoritmi di apprendimento automatico.

In particolare, questa tecnologia ci dà la grande possibilità di uscire dalla logica dell’oligopolio delle grandi multinazionali dei dati, per permettere alle aziende locali e ai nostri talenti di utilizzare i volumi di calcolo di una macchina che non ha rivali in Europa. E poi c’è lo stimolo continuo dell’Università di Bologna, polo di eccellenza per l’innovazione e lo sviluppo di intelligenza artificiale per migliorare i processi produttivi, la meccatronica automobilistica e il settore agroalimentare.

Proprio alla luce delle numerose sfide che pone lo sviluppo e l’applicazione dell’intelligenza artificiale, come Assemblea legislativa stiamo cercando di cogliere le opportunità che l’intelligenza artificiale consegna ad un organo istituzionale, all’amministrazione regionale e alle sue funzioni.

Colgo questa occasione per raccontare un progetto di cui, come Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, sono molto orgogliosa: il Progetto “SAVIA”. Si stratta di un progetto estremamente avanzato di intelligenza artificiale, funzionale a realizzare e mettere a punto leggi e atti amministrativi regionali di qualità. Lavoriamo in collaborazione con partner prestigiosi come il Consorzio interuniversitario Cineca, Unioncamere Emilia-Romagna, il Dipartimento di studi giuridici dell’Università di Bologna, l’Università di Ferrara, la Sezione regionale di controllo per l’Emilia – Romagna della Corte dei conti, per citarne alcuni e che vede il coinvolgimento anche di UPI Emilia – Romagna, oltre che di ANCI.

“SAVIA” è, un progetto a cui – come Assemblea legislativa – crediamo fermamente, i cui sviluppi successivi possono portare a un rafforzamento del già consolidato rapporto che come Assemblea abbiamo da sempre costruito con i territori, le Università, il mondo della scienza, le Istituzioni e gli stakeholder: E’ proprio nell’ambito di queste collaborazioni che vogliamo condividere e sviluppare il progetto “SAVIA”, per raggiungere quegli obiettivi di qualità legislativa, trasparenza, valore pubblico e democraticità che esprimono la “vitalità istituzionale” degli Enti e delle Amministrazioni del territorio, cercando nuovi strumenti per rafforzare le reti e le sinergie, lo scambio di buone pratiche, la stessa governance territoriale.

Questo nuovo modello di intelligenza artificiale non sostituirà ovviamente il legislatore regionale nella predisposizione delle leggi, ma è uno strumento, unico nel suo genere, che viene messo a disposizione del legislatore, con scopi ben precisi:

  • nella fase di predisposizione delle leggi regionali, aiuterà il legislatore a valutare anticipatamente l’impatto istituzionale dell’intervento;
  • favorirà una consultazione efficace delle banche dati costituite dalle leggi e dagli atti amministrativi regionali;
  • supporterà le Amministrazioni del territorio nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali;
  • infine, garantirà alla comunità regionale, trasparenza e informazione sull’attività legislativa e amministrativa della Regione.

Si tratta di un progetto innovativo e strategico, utile quindi non solo per l’Assemblea legislativa, ma anche per tutte le Istituzioni del territorio e per l’intera comunità regionale. Il modello SAVIA è uno strumento ambizioso e pluridisciplinare per il bene comune, per la qualità delle leggi, per accrescere la condivisione delle informazioni e la trasparenza, per garantire la partecipazione delle cittadine e dei cittadini, per attuare il diritto a una buona amministrazione.

Abbiamo già sperimentato SAVIA sulla legge regionale riguardante la partecipazione, proprio per favorire la partecipazione della comunità regionale all’attività delle Istituzioni.

Una precisazione sul nome SAVIA: non è un acronimo ma deriva dal latino “sabius” che significa “saggio”, “sapiente”. Il femminile del nome SAVIO diventa SAVIA le cui ultime due lettere “IA” identificano l’intelligenza artificiale.

Per il futuro miriamo a coinvolgere sempre di più le giovani generazioni. Infatti, sono stati organizzati concorsi di supercalcolo e cicli di workshop rivolti alle scuole secondarie di II grado, che hanno già coinvolto circa duemila fra studenti e docenti dell’Emilia-Romagna. Altrettanto partecipata è stata l’emozionante lectio magistralis che il Prof. Federico Faggin, inventore del microprocessore e premiato per i suoi studi anche dal Presidente Obama, ha tenuto in Assemblea legislativa lo scorso 6 maggio, alla presenza di più di 200 studentesse e studenti e con più di 1.300 persone collegate da remoto.

Le opportunità e le sfide della transizione digitale e dell’intelligenza artificiale, come dicevo, toccano ogni ambito della nostra vita, pubblica e privata. In tale quadro, i territori sono protagonisti non meno delle Istituzioni europee e nazionali, così come lo sono tutti gli altri attori della società (imprese, associazioni, università, enti pubblici) che alimentano e danno forma all’ecosistema digitale.

È importante quindi non solo cogliere il senso della transizione digitale e capire come funziona l’intelligenza artificiale, ma anche indagare come attori di natura così diversa si relazionano tra loro e si coordinano in questo ecosistema. Da qui, per chiudere con un richiamo al titolo dell’evento, il riferimento anche alla governance.

Stiamo vivendo un passaggio epocale, una rivoluzione che ha già cambiato il nostro modo di muoverci nel mondo e nella società. Non è solo un tema tecnico o politico, riservato a pochi. Le sfide che l’intelligenza artificiale pone toccano tutti e tutte e quindi è fondamentale ascoltare, comprendere e discutere di quello che sta avvenendo, affinché nessuno venga lasciato indietro e ciascuno di noi possa accedere alle opportunità  offerte dalla nuova società digitale.

 

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