8 marzo al Fulgor di Rimini per dibattere e riflettere sul tema ‘Donne e lavoro’
Con la giornata dell’8 marzo festeggiamo le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute dalle donne, e contemporaneamente facciamo un’analisi sulle problematicità, sulle barriere che bisogna ancora superare per giungere a una vera a propria parità di genere dentro e fuori le mura domestiche.
Da Assessore alle Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna è un tema che mi sta molto a cuore. La Giornata dell’8 marzo rappresenta un’importante occasione per dialogare con un pubblico più ampio sulle questioni di genere, condividere pareri e generare nuove idee. La parità di genere, il contrasto alla violenza e alle discriminazioni, l’investimento culturale nel rispetto della persona e nella ricchezza della diversità, rappresentano un impegno quotidiano che richiede costanza, determinazione, condivisione e trasversalità delle politiche pubbliche.
Se oggi siamo qui a presentare un Convegno incentrato sul tema donne-lavoro è perché, nonostante gli importanti risultati ottenuti, che pongono la Regione Emilia-Romagna come Regione all’avanguardia per l’impegno a favore delle donne – cosa che ci rende orgogliosi – c’è ancora lavoro da fare per ridurre gli squilibri, le difficoltà, gli impedimenti. L’appuntamento che si svolgerà al Cinema Fulgor l’8 marzo si colloca nel solco di questo cammino.
Quest’anno abbiamo scelto di centrare il focus sul lavoro delle donne, sulla valorizzazione delle risorse, dei talenti e delle competenze delle donne. Favorire la conciliazione, sostenere l’equilibrio tra tempi per la famiglia e tempi per il lavoro rappresenta una questione strategica per lo sviluppo economico del Paese, per la mobilità sociale e per l’accorciamento delle disuguaglianze economiche.
La Regione Emilia-Romagna ha sempre posto particolare attenzione su questo aspetto, come dimostrato anche dai dati positivi sull’occupazione femminile, ottenuti anche grazie allo storico impegno sui servizi educativi per la prima infanzia, a un sistema di welfare consolidato e alle politiche per l’istruzione e la formazione professionale. Nel sistema regionale il welfare è sempre stato un tratto distintivo in stretto collegamento con le politiche di incentivazione dell’occupazione femminile.
Senza il supporto e la partecipazione delle donne, il raggiungimento dell’Agenda 2030 risulta un traguardo improbabile: il 5° dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è “raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze”.
Il tema della conciliazione è un tema trasversale. Mettere a punto politiche di conciliazione è indispensabile per lo sviluppo sociale ed economico sostenibile del Paese, in quanto non si tratta di misure destinate solo all’universo femminile, ma in grado di rispondere ai bisogni di uomini e donne, alla luce della trasformazione avvenuta nel mercato del lavoro e nell’organizzazione della società. Elemento chiave per aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e contrastare la segregazione verticale di genere è il tema dell’equilibrio tra vita familiare e attività lavorativa, in quanto la conciliazione fra lavoro di cura e lavoro retribuito continua ad essere il problema più rilevante per le donne occupate e uno degli ostacoli principali all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
Il Patto per il lavoro, siglato nel luglio 2015 con tutte le rappresentanze istituzionali e le parti sociali, rappresenta un fondamentale strumento di programmazione e ha posto al centro dell’azione regionale, tra le varie cose, la valorizzazione e il rafforzamento del ruolo delle donne nell’economia e nella società. Altro obiettivo è promuovere una maggior partecipazione delle ragazze a percorsi tecnici, tecnologi e scientifici nei diversi livelli dell’istruzione, volta a rafforzare la presenza femminile nei settori innovativi dell’economia. Ciò viene ribadito anche nel Patto per il lavoro giovani, sottoscritto il 12 novembre 2018, in cui è ribadito che si vuole promuovere l’istruzione tecnica e professionale anche per superare il gap di genere in ambito tecnico e scientifico, promuovendo l’accesso delle ragazze ai percorsi di studio e alle opportunità formative ed occupazionali in ambito STEAM.
Altrettanto importante è il perseguimento delle politiche per contrastare i fenomeni che pongono le donne in condizione di svantaggio, come le differenze retributive, le difficoltà di accesso alle posizioni di responsabilità e il persistere della divisione dei ruoli sociali in base al genere. La legge “Golfo-Mosca” che ha introdotto l’obbligo di riequilibrare i cda e i collegi sindacali riservando alle donne almeno un terzo dei posti è in scadenza e i suoi effetti in assenza di una proroga rischiano di svanire. La Regione Emilia-Romagna fa la sua parte: nelle società in cui ha un potere di nomina o designazione nell’organo di amministrazione, nell’organo di controllo o in entrambi vengono mantenuti questi equilibri.
Tali obiettivi si perseguono anche a partire da mutamenti culturali tesi a diffondere una cultura che favorisca la condivisione degli impegni di cura tra donne e uomini e che contrasti gli stereotipi sessisti, ambito in cui ha dedicato il proprio impegno l’assessorato Pari opportunità in questi anni con specifici bandi promossi a partire dal 2016, del valore di un milione di Euro ciascuno diretti a supportare i progetti realizzati sul territorio da Enti locali e terzo settore.
A valere su risorse regionali, sono stati recentemente assegnati i contributi pari anche quest’anno ad un milione di euro attraverso il terzo bando per la concessione di fondi a sostegno di progetti rivolti alla promozione e al conseguimento delle Pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e alla violenza di genere.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!