Incontro a Bologna in Assemblea legislativa dedicato alla detenzione femminile

Incontro a Bologna, in Assemblea legislativa, dedicato alla detenzione femminile: interventi della presidente dell’Assemblea Emma Petitti, del garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri e del presidente della commissione per la Parità e per i diritti delle persone Federico Amico.

 

Nelle strutture carcerarie italiane (dati aggiornati al 28 febbraio 2023) sono presenti 2.425 donne (su un totale di 56.319 detenuti), di cui 153 in Emilia-Romagna (su un totale di 3.417 detenuti). Sono cinque le sezioni femminili nelle carceri della regione: Bologna (78 donne), Forlì (17), Modena (32), Piacenza (16) e Reggio Emilia (10). In regione non si registrano donne detenuti con figli al seguito.

Questa la fotografia della situazione detentiva delle donne in regione emersa dal seminario “Quando il carcere è al femminile”, tenutosi nella sede dell’Assemblea legislativa. Un incontro per conoscere questa componente minoritaria del sistema carcerario con problemi ed esigenze diverse rispetto a quelle degli altri detenuti e, quindi, che necessita di percorsi di trattamento su misura. Si è trattato di un’iniziativa organizzata dall’ufficio del garante dei detenuti collegata al ciclo di eventi programmati in Assemblea legislativa per la festa della donna, in concomitanza con la chiusura della mostra fotografica (anche questa in Assemblea) di Giampiero Corelli “Domani faccio la brava”, sempre dedicata alla detenzione femminile.

“La detenzione al femminile – ha spiegato Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti, introducendo il seminario – rappresenta uno degli aspetti più complessi e, forse, anche meno conosciuti del mondo penitenziario. La complessità deriva dai valori propri della donna che, nel contesto detentivo, amplifica aspetti di fragilità e di sofferenza: pensiamo ad esempio alla lontananza, costretta, dalla cura dei figli”. La non conoscenza prende invece origine dallo stesso fenomeno della detenzione al femminile, che si potrebbe definire marginale visti i numeri (meno di 150 donne contro 3.400 uomini in Emilia-Romagna) ma che sfida il sistema delle politiche di welfare e delle politiche di inclusione. Il grande rischio è di dimenticare le piccole comunità, in questo caso le detenute. Questi due aspetti marcano un solco che affonda ancora di più le problematiche legate alla parità di genere ed è per questo che dedicare a questo tema una mattina, un seminario, qui nel palazzo dell’Assemblea legislativa, significa puntare l’attenzione, la giusta attenzione, a un fenomeno che non dobbiamo sottovalutare”.

La presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, è intervenuta sulla necessità di ampliare le occasioni di lavoro nelle carceri: “Il lavoro, anche in carcere, è un diritto. La stessa carta costituzionale, all’articolo 27, ci ricorda che ‘le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. È proprio la rieducazione, che vuole dire reintegrazione, a dare un senso alla pena detentiva. Da subito, quindi, occorre favorire percorsi, anche attraverso la presa di coscienza degli errori fatti, che consentano a questi uomini e donne di riprendersi la propria vita. Per ripartire, per ricostruire”. La presidente spiega poi quello che si sta facendo in Emilia-Romagna: “È fra le regioni più attive su queste tematiche. Oggi l’azione educativa in carcere serve a promuovere un cambiamento non coercitivo e neanche correttivo ma di opportunità, da sfruttare soprattutto all’esterno. Il detenuto non deve, quindi, essere abbandonato ma sostenuto anche fuori, partendo dalle reti sociali di riferimento”.

Il presidente della commissione assembleare per la Parità e per i diritti delle persone, Federico Amico, è intervenuto sui bisogni delle donne in carcere: “La giornata di confronto e di studio promossa dal garante Cavalieri accende una luce sulla condizione delle donne detenute e pone l’accento sull’urgenza che il sistema carcerario riconosca la peculiarità della detenzione femminile. Le donne detenute – la minoranza della popolazione carceraria – vivono in un contesto che non riconosce i bisogni e le singolarità in quanto costruito in base a istanze maschili”.

Assemblee legislative regionali: un’agenda comune sulle pari opportunità

Emma Petitti, vicepresidente della Conferenza delle Assemblee legislative con delega alle Pari opportunità e presidente dell’Assemblea dell’Emilia-Romagna: “Volontà unanime di superare differenze e frammentazioni e rendere centrali le politiche per le donne nel Paese. Il documento appena approvato va in questa direzione”

La Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunita in assemblea plenaria a Roma alla presenza del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha approvato all’unanimità il documento programmatico in materia di pari opportunità e rappresentanza di genere. Importante l’impegno affinché ogni parlamento regionale adotti modalità per valutare l’impatto di norme e atti amministrativi sui diritti delle donne.

“La condizione femminile – ha commentato Emma Petitti, vicepresidente della Conferenza con delega alle Pari opportunità e presidente dell’Assemblea dell’ Emilia-Romagna – misura la qualità democratica di un Paese e, quando favorevole, lo arricchisce, perché investire sul lavoro delle donne significa investire nell’economia e nello sviluppo sociale”.

“Il lavoro – continua – è il principale strumento di inclusione sociale e una delle vie per assicurare a ogni persona un’esistenza libera e dignitosa. Sta a noi amministratrici e amministratori pubblici rivendicare un lavoro di qualità e al contempo rimuovere le cause che non consentono alle donne l’accesso ai posti apicali. È indifferibile realizzare l’uguaglianza di genere, la parità salariale nonché il riconoscimento dei diritti e delle tutele per tutte le lavoratrici. Il documento programmatico appena approvato va in questa direzione”.

Quattro gli impegni assunti dalla Conferenza delle Assemblee legislative: una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini contro la violenza sulle donne; la valorizzazione delle buone pratiche attuate in materia di parità di genere e pari opportunità; l’istituzione, presso l’Assemblea legislativa di ogni Regione e Provincia autonoma, della commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini; e, appunto, l’introduzione o il rafforzamento di meccanismi o istituti assembleari per valutare l’impatto di genere di provvedimenti legislativi e amministrativi, al fine di migliorare la qualità e l’efficacia delle norme regionali rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, della Strategia europea per la parità di genere e della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Il documento è frutto di un lavoro preparatorio che ha messo in luce come, a sfavore delle donne, persistano divari, disparità salariali, ostacoli nell’accesso al lavoro, difficoltà a raggiungere posizioni apicali e a conciliare tempo di vita e di lavoro, specie in relazione alla tutela della genitorialità. Altro assunto alla base del documento è che promuovere la concreta parità dei sessi, anche rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne, favorisce la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere.

La Conferenza, pertanto, che svolge anche funzioni propositive e consultive nei confronti delle Assemblee elettive e costituisce sede di riferimento per i rapporti con le Assemblee parlamentari nazionali ed europea, ha inteso contribuire  alla promozione, al rafforzamento e all’attuazione delle politiche e delle strategie in materia di pari opportunità.

In assemblea legislativa i ragazzi dell’istituto ‘Gobetti’ di Morciano di Romagna

Gli studenti dell’Istituto P. Gobetti – A. De Gasperi di Morciano di Romagna in visita al Museo Ogr in Assemblea legislativa.

Petitti: “Un presidio di memoria e di insegnamento su temi complessi e delicati come la necessità di tutelare, ora come allora, la salute e la sicurezza sul posto di lavoro”

 

Questa mattina sono stati accolti nella sede bolognese dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna gli studenti e le studentesse dell’Istituto P. Gobetti-A. De Gasperi di Morciano di Romagna (classi 3L e 4 S) in visita al Museo Ogr, il presidio di memoria che racconta la storia delle Officine di grandi riparazioni.

Insieme ai docenti (Francesco De Nunzio, Chiara Giannatiempo e Angela Serafina Carolei) anche gli attori Tamara Balducci e Michele Di Giacomo che in collaborazione alla CGIL stanno realizzando con gli studenti un laboratorio volto alla realizzazione di uno spettacolo su questa tematica così importante. Preziosa anche la partecipazione di AFeVA ER con il presidente Andrea Caselli e le testimonianze di Antonio Matteo e Giorgia Stefanelli.

«La storia delle Officine Grandi Riparazioni appartiene a tutti noi – sottolinea la presidente Petitti –. È la storia del nostro territorio. Racconta dei lavoratori e delle lavoratrici, dei sacrifici fatti e della crescita economica alla quale hanno contribuito. Ma racconta anche di temi complessi e delicati come la necessità di tutelare, ora come allora, la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, perché di lavoro non si può morire».

«Ecco perché lo spazio dedicato alle OGR, fortemente voluto dall’Assemblea legislativa, non è solo un luogo della memoria. Questo è un luogo di insegnamento che attraverso fotografie, utensili e attrezzature racconta la vita all’interno della fabbrica: dall’innovazione tecnologica al dramma dell’amianto, che nel tempo si è portato via più di 300 ex lavoratori», conclude.

«La memoria culturale è una terapia, una cura per le persone e le storie che formano questa memoria sono importanti per scrivere un nuovo modo per rapportarsi con il mondo e per trovare il proprio ruolo nella società», aggiunge Tamara Balducci.

Un bellissimo convegno a Rimini in memoria di Franco Leoni Lautizi

“Momenti come questo, in cui si affrontano tematiche e valori così importanti come pace, memoria ed Europa per trasmetterli a centinaia di giovani presenti in sala, riempiono di grande soddisfazione e speranza”.

Questo il commento di Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che questa mattina in un Teatro degli Atti pieno di studenti e studentesse, in occasione della 6° Giornata Nazionale delle Vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, ha preso parte al convegno intitolato Franco Leoni Lautizi. Un testimone tra Pace Memoria e Europa” promosso dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra in collaborazione con il Comune di Rimini e patrocinato, tra gli altri enti, dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Insieme a Petitti hanno partecipato alla tavola rotonda l’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, l’assessora con delega alle Politiche per la Pace del Comune di Rimini Francesca Mattei, il vice presidente nazionale vicario ANVCG Michele Corcio, Daniele Susini, storico e autore del libro “Ti racconto Marzabotto”. A moderare la giornalista Vera Bessone, mentre in apertura hanno portato i propri saluti la vicesindaca del Comune di Rimini, Chiara Bellini, Gianfranco  Grisi, delegato Ufficio Scolastico regionale Emilia-Romagna e il figlio di Franco, Cristiano Leoni Lautizi.

“Grazie all’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, con la quale collaboriamo in tante iniziative, ultima delle quali ha visto l’adesione della Regione Emilia-Romagna alla Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, esponendo uno striscione sul palazzo dell’Assemblea legislativa e illuminando la sede di blu”, commenta Emma Petitti.

“È estremamente importante per me essere qui oggi a ricordare e rendere omaggio a una figura come quella di Franco Leoni Lautizi, testimone della strage di Marzabotto. Un grande uomo che si è speso tanto per la comunità riminese nel diffondere la memoria storica dell’efferatezza della guerra, lanciando sempre un potente monito alla non violenza e al perdono. Ha incontrato negli anni migliaia di studenti e cittadini per raccontare la sua storia e portare il suo messaggio di pace e di speranza.

A livello istituzionale, oltre che ovviamente a livello personale, credo nell’importanza di sostenere, realizzare e promuovere iniziative che mirano a mantenere sempre salda la Memoria diffondendone i valori anche tra le nuove generazioni, affinché ogni percorso non vada perso nel tempo”.

“La volontà di fare la differenza è testimoniata anche dalla legge regionale sulla Memoria 3/2016 e da tutte le iniziative promosse e sostenute anche insieme agli Istituti storici del territorio e agli Enti locali, come i bandi dedicati ai Viaggi della memoria e attraverso l’Europa che nel 2019 (ultimo anno delle attività in presenza) ci ha permesso di portare 8.100 studenti nei luoghi simbolo del ‘900, dai lager alle foibe, dai Balcani alla Berlino divisa in due dalla Guerra fredda”.

“La pace è una costruzione continua che va alimentata ogni giorno con un lavoro quotidiano che si incentiva attraverso la memoria e quindi è importante ricordare, conoscere la storia, studiare, leggere e confrontarsi perché la pace e la democrazia (come vediamo anche in questo periodo) non sono mai acquisite per sempre. La Regione ha lavorato molto con il Comune di Rimini e le associazioni del territorio per sostenere progetti come la mostra “Auschwitz-Birkenau 1940-1945” ospitata dal Museo della Città e curata dal Mémorial de la Shoah di Parigi”.

 

Importante provvedimento a favore dei lavoratori frontalieri

Nell’ambito del disegno di legge di ratifica dell’Accordo tra l’Italia e la Svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri appena approvato in Senato (firmato con lo stato elvetico dall’ex Viceministro dell’Economia e delle Finanze Antonio Misiani), c’è una norma che riguarda tutti i lavoratori frontalieri, ed è quella relativa alla parte fiscale, con l’innalzamento della franchigia IRPEF a 10mila euro.

«Una conquista importante, frutto dell’accordo con le forze sindacali – commenta Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna –.

Per quanto riguarda la Repubblica di San Marino il fenomeno coinvolge un numero di lavoratori italiani che supera le 6000 unità, in gran parte riminesi, ma anche delle province limitrofe di Forlì-Cesena e di Pesaro-Urbino. Ora il ddl passerà per l’approvazione alla Camera dei Deputati».

 

A Rimini insieme ai lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni

“Sono accanto alle lavoratrici e ai lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni di Rimini”.

Come già accaduto in altre occasioni, anche oggi Emma Petitti, presidente dell’Assemblea Legislativa Emilia-Romagna, ha preso parte all’assemblea pubblica indetta dai sindacati  FILT CGIL Rimini – FIT CISL Romagna – UILT Grande Romagna, che ha dato il via a una serie di azioni come lo sciopero previsto per domani 27 gennaio per far luce sulla situazione dei 230 lavoratori attualmente in servizio nello stabilimento riminese.

Le organizzazioni sindacali ritengono imprescindibile che Trenitalia rispetti gli accordi, procedendo all’assunzione di personale e a effettuare gli investimenti necessari per riqualificare il sito produttivo riminese al fine di renderlo adeguato ai mutati sviluppi tecnologici a fronte anche di un’immediata disponibilità da parte dei lavoratori rispetto a un nastro orario lavorativo più ampio. Tutte queste richieste vengono avanzate per scongiurare la chiusura dello stabilimento ex OGR Rimini.

“Come richiesto dalle organizzazioni sindacali alle istituzioni, ho ribadito anche in questa occasione la mia attenzione e il mio sostegno nei confronti di questa situazione – continua Petitti –. È necessario che l’azienda confermi gli accordi presi sugli investimenti previsti e dia delle risposte concrete ai tanti timori dei lavoratori. OGR Rimini è una realtà preziosa e indispensabile per la competitività del nostro territorio grazie agli importanti servizi che offre, da tutelare e salvaguardare. Non possiamo permetterci ridimensionamenti, licenziamenti o mancati interventi, perché significherebbe andare a colpire al cuore un settore tanto strategico come quello della manutenzione dei rotabili e soprattutto rischiare che tante persone si ritrovino da un giorno all’altro senza un lavoro. Scenario che dobbiamo evitare con tutte le nostre forze. Rinnovo nuovamente il mio impegno a una collaborazione costante con le rappresentanze sindacali. L’obiettivo al quale vogliamo guardare è prima di tutto la difesa dei lavoratori e la messa in pratica degli accordi, che competerebbe un vantaggio in termini di competitività per tutti: Rimini, l’Emilia-Romagna e il Paese intero”.

 

A Bologna convegno della Conferenza delle Assemblee legislative e di UPI

Bologna ospita a Palazzo Malvezzi la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali. Emma Petitti: “Servono politiche pubbliche e interventi legislativi trasversali”

 

“Quanto avviene in Iran ci insegna come siano pericolosi i regimi che tendono alla dittatura, non li si può liquidare come ‘incivili’ solo perché sono distanti da noi. Sono un monito che ci deve preoccupare perché colpisce tutto il mondo”.

Chiara Saraceno, docente di fama internazionale e Honory Fellow al College Carlo Alberto di Torino, è intervenuta oggi a Palazzo Malvezzi, nel corso del convegno organizzato dalla Conferenza delle Assemblee legislative e delle Province autonome in collaborazione con la Città Metropolitana di Bologna.

“L’Italia – ha detto – sconta ancora molte disparità di genere, disparità salariali e contrattuali che si aggravano in un contesto in cui, come fra i giovani, anche i coetanei maschi sono già più fragili rispetto alle generazioni precedenti. Purtroppo i numeri ci dimostrano che anche a parità di titolo di studio, laurea compresa, le donne sono svantaggiate: o non riescono a entrare nel mercato del lavoro o, quando vi entrano, sono pagate meno e trattate peggio”. Saraceno lega i temi dell’estensione dei diritti a quello della demografia, dimostrando, numeri alla mano, che realtà con forti reti di welfare e di prospettive sociali sono quelle che hanno meno problemi sul versante della natalità, invitando “i governi ad attuare politiche pubbliche che favoriscano la crescita dei diritti delle donne e l’occupazione femminile al fine di avere effetti positivi su tutta la società e la demografia: se l’Italia nei decenni passati avesse voluto promuovere una bassa demografia, avrebbe dovuto fare, per paradosso, esattamente le stesse politiche pubbliche che ha fatto”.

L’Italia descritta da Chiara Saraceno è un paese dove la regressione della sfera dei diritti sociali ha portato a un crollo della natalità e un impoverimento diffuso delle fasce più deboli. “Il lavoro povero è aumentato e ha colpito soprattutto le famiglie numerose e le donne. Bisogna invertire e invertire significa – spiega la docente – puntare sulla formazione, in primo luogo delle donne”.

I temi proposti da Saraceno sono stati in qualche modo anticipati nel saluto della Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna con delega al coordinamento sulla parità di genere della Conferenza delle Assemblee, Emma Petitti: “E’ necessaria condivisione e uniformità. Servono politiche pubbliche e interventi legislativi trasversali. Occorre investire sulla conciliazione dei tempi vita/lavoro. Prima ancora, dobbiamo continuare a promuovere un cambiamento culturale che combatta gli stereotipi di genere, i retaggi patriarcali e i divari sociali e territoriali. Occorre diffondere una cultura paritaria: possiamo fare tanto, dobbiamo lavorare insieme. In Emilia-Romagna abbiamo investito sulla rete del welfare e questo ha permesso di avere un tasso di occupazione femminile regionale più alto di quello nazionale”.

Per Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, “l’attenzione per i diritti e la parità è molto importante, c’è ancora molta strada da fare ma l’impegno c’è. Lo dico qui, da Bologna, nella regione che per prima con una propria legge regionale affronta i problemi delle parità di genere. La politica nazionale italiana su questo tema avanza in modo zoppicante per via di antichi tabù. Parlare di parità di genere oggi vuol dire parlare di Iran, delle donne iraniane che lottano per la propria libertà: ho molto apprezzato le parole di condanna espresse dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ambasciatore dell’Iran in Italia, ma allo stesso tempo sono rimasto sgomento quando ho saputo che parte delle pallottole usate per sparare contro le donne che protestano in Iran sono prodotte in Italia”.

Il Sindaco metropolitano di Bologna Matteo Lepore ha ricordato come “per Bologna è molto importante ospitare la Conferenza delle Assemblee legislative, in quanto Bologna è una città che ha scelto la strada dei diritti, dallo ius soli all’impegno per la parità salariale uomo-donna. Purtroppo però in questo Paese le differenze e le diseguaglianze restano ampie, quindi è bene che ogni istituzione, ogni parte sociale si attivi per quanto di propria competenza per affrontare questi temi e risolverli: come società dobbiamo anche assumerci la responsabilità di fermare il costante quotidiano elenco di donne uccise od oggetto di violenze”.

Alla tavola rotonda “La dimensione di genere tra lavoro e modello di sviluppo” hanno partecipato Roberta Carlini, giornalista e ricercatrice all’European University Institute, Vincenzo Colla, assessore regionale dell’Emilia-Romagna allo Sviluppo economico, Maurizio Franzini, già docente di Politica economica alla Sapienza Università di Roma e Direttore di “Menabò di Etica e Economia”, Annamaria Simonazzi, già docente di Economia politica alla Sapienza Università di Roma, consigliera esperta del CNEL e presidente della Fondazione Giacomo Brodolini, e Pierluigi Stefanini, presidente di Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e Fondazione Unipolis.

Il dibattito è proseguito con il panel su “Salute, welfare, sicurezza: una prospettiva di genere” con Vincenzo Antonelli, docente di Diritto amministrativo all’Università degli Studi dell’Aquila, Barbara Lori, assessora regionale dell’Emilia-Romagna alle Pari opportunità, Rita Biancheri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Pisa, e Alessandra Carè, già responsabile del Centro di riferimento per la medicina del genere all’Istituto superiore di sanità. Sono intervenuti inoltre Federico Alessandro Amico, presidente della commissione per la Parità e per i diritti delle persone dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Simona Lembi, responsabile del Piano per l’uguaglianza della Città metropolitana di Bologna e Roberta Mori, consigliera regionale e  coordinatrice nazionale delle commissioni Pari opportunità di Regioni e Province autonome.

Il convegno a Palazzo Malvezzi è stato preceduto ieri sera dall’Assemblea plenaria della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, ospite dell’Assemblea legislativa regionale in viale Aldo Moro a Bologna, durante la quale è stata condivisa una prima stesura di un documento sulle questioni inerenti la parità di genere in materia di salute e lavoro. L’obiettivo è di approvare il documento durante la prossima Assemblea plenaria del 17 febbraio. Nel frattempo i Presidenti sono al lavoro per approfondirne i contenuti e avanzare eventuali osservazioni nonché contributi aggiuntivi.

Congratulazioni a Meris Soldati, rieletta segretaria generale dello SPI-Cgil di Rimini

La presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, si congratula con Meris Soldati che il XIII Congresso SPI ha confermato Segretaria generale dello Spi Cgil Rimini.
“Congratulazioni a Meris Soldati confermata Segretaria generale dello Spi Cgil Rimini. Una professionalità importante alla guida di un ente che rappresenta una parte fondamentale della nostra società. Tutelare i lavoratori e battersi affinché i diritti dei pensionati vengano garantiti rappresenta in questo momento storico quanto mai necessario per affermare un importante diritto costituzionale. Un monitoraggio necessario per prendere di nuovo piena coscienza di battaglie non solo a noi care, ma necessarie, che partono dal riconoscimento di una pensione dignitosa. Ma che comprendono anche un vero taglio del cuneo fiscale e continuare a combattere la piaga del lavoro povero attraverso il salario minimo e l’eliminazione dei contratti pirata.
A causa dei ritardi del Governo Meloni nell’approvazione della manovra è saltata, per 4 milioni di pensionati, la rivalutazione della propria pensione danneggiando lavoratori che per tanti anni hanno versato contributi. Anche la misura sulle pensioni minime porta ad aumenti esigui e non per tutti, ben lontani dalle promesse elettorali. Così come è stata ridotta la platea di accesso a Opzione donna inserendo, per delle specifiche categorie, dei vincoli legati ai figli e dunque non valida per tutte le donne.
Senza un reale dialogo con i sindacati il Governo cerca di fare cassa sulle pensioni del ceto medio con tagli dell’indicizzazione, colpendo i lavoratori in un momento in cui benzina e gasolio sono fuori controllo e l’aumento dell’inflazione non risparmia nessuno, con un crollo del potere d’acquisto di stipendi e pensioni. E questo è davvero preoccupante”.

Questa mattina ho incontrato la neo prefetta di Rimini, Rosaria Maria Padovano.

Questa mattina la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, ha fatto visita alla neo prefetta di Rimini, Rosa Maria Padovano. L’incontro è stato occasione per dare il benvenuto alla dirigente che subentra al prefetto Giuseppe Forlenza.

La presidente Petitti ha rinnovato l’impegno dell’Assemblea a una piena collaborazione con la Prefettura “per il bene del territorio perché solo attraverso le sinergie tra istituzioni si possono ottenere risultati importanti e raggiungere obiettivi nell’interesse delle nostre comunità”.
Aspetto quello della collaborazione tra istituzioni a cui anche la prefetta Padovano tiene particolarmente, per intervenire su tutti gli obiettivi comuni messi in campo.

Tra i temi affrontati insieme durante il colloquio sono emersi la legalità e il contrasto alle infiltrazioni mafiose, per cui l’Assemblea legislativa si sta impegnando fortemente anche grazie a iniziative come l’Osservatorio e la Settimana della legalità.

Ancora il contrasto alla violenza di genere con impegni su protocolli per sostenere sempre di più la rete dei centri antiviolenza, il lavoro sulla prevenzione e la protezione delle donne e il sostegno ai percorsi di autonomia femminile.

“Siamo pronti a fare la nostra parte – ha assicurato la presidente Petitti – mettendo a sistema in maniera proficua i rispettivi ruoli possiamo rafforzare il coordinamento e il rapporto tra Stato, Regioni e Comuni. E il ruolo della prefettura è fondamentale. Auspico che quella odierna sia solo la prima di una serie di occasioni di confronto e lavoro”.

La presidente ha poi sottolineato: “Il territorio riminese è peculiare rispetto all’intero panorama regionale, per il peso che l’economia turistica rappresenta e con essa la necessità di garantire un elevato livello di sicurezza, per gli ospiti e i cittadini residenti”.

La Commissaria europea Helena Dalli oggi in Assemblea legislativa regionale

La commissaria europea alla Parità Helena Dalli ospite al convegno organizzato in Assemblea legislativa. Interventi di Emma Petitti, Barbara Lori, Federico Amico, Lia Montalti e Simona Lembi. Il saluto di Stefano Bonaccini.

“L’Emilia-Romagna ha dato e continua a dare un forte contributo all’uguaglianza tra donne e uomini, ponendosi come nostro punto di riferimento per le politiche di contrasto alle discriminazioni e di promozione della parità di genere”. Così Helena Dalli, commissaria europea alla Parità, che, ospite dell’Assemblea legislativa regionale, ha confermato il forte legame tra la Regione Emilia-Romagna e l’Unione europea all’insegna del comune impegno per una società in cui violenza, discriminazione sessuale e disuguaglianza strutturale tra donne e uomini non devono più esistere.

A rafforzare questo sodalizio è “Parità e uguaglianza: dalla strategia europea al territorio. Le politiche regionali e comunali di uguaglianza, pari opportunità e parità di genere“, convegno organizzato oggi in viale Aldo Moro che ha visto la presidente dell’Assemblea Emma Petitti fare gli onori di casa. In apertura anche il saluto del presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

“La visita della commissaria europea Helena Dalli è il riconoscimento del lungo percorso fatto dall’Emilia-Romagna e del nostro impegno per riaffermare la parità di genere. Con le leggi e i rapporti fra le istituzioni vogliamo che parità e contrasto alla violenze di genere siano politiche reali e non solo dichiarazioni. L’Emilia-Romagna vuole contribuire a incidere sulle politiche di parità in Europa portando l’esperienza delle proprie prassi”, spiega la presidente Petitti, per la quale “riguardo in particolare al mondo del lavoro, è necessario continuare con azioni volte a raggiungere una parità effettiva e a superare ogni forma di ostacolo. Sono ancora impressionanti i dati relativi al divario retributivo di genere, se si pensa che nell’Unione europea le donne continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di lavoro svolto, con un divario retributivo medio di genere pari al 13%”.

“Apprezziamo molto il vostro impegno sul fronte dell’uguaglianza”, sottolinea la commissaria europea Dalli, per la quale “non si tratta solo di una questione di principio e di diritti, ma di concretezza, visto che in Europa c’è molto da fare. C’è l’aspetto economico, che va affrontato in via prioritaria. Sappiamo che in Europa ci sono quasi 8 milioni di donne qualificate ma che non lavorano perché hanno responsabilità di cura e accudimento familiare. In questo modo non si sfruttano gli investimenti che gli Stati membri dispongono per l’istruzione e la preparazione professionale delle donne. Se quella di stare a casa è una scelta, bene. Ma deve davvero essere tale”.

Barbara Lori, assessora regionale alle Pari opportunità, ricorda che “questi momenti sono particolarmente preziosi perché vanno nell’ottica della costruzione di una rete europea che lavora insieme per mettere al centro la cultura della parità, la battaglia a ogni forma di violenza di genere e un ruolo egualitario nei vari ambiti della società a partire dal lavoro. Come Regione siamo impegnati quotidianamente per promuovere, valorizzare e rendere sempre più protagoniste le donne. Penso ai bandi e alle misure di sostegno rivolte non solo alle donne, ma anche alle realtà impegnate nei percorsi di sostegno per le vittime di violenza”. Un esempio concreto? “Il Piano triennale contro la violenza di genere, strumento essenziale che -sottolinea Lori- ruota attorno a tre concetti chiave in questa nuova battaglia: prevenzione, protezione e rafforzamento della rete dei protagonisti. Penso anche alle campagne di comunicazione, ai progetti di formazione e alle tante iniziative rivolte soprattutto alle nuove generazioni. Ma anche al sostegno alle imprese femminili e alla promozione delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) per le competenze delle ragazze. Solo insieme, facendo rete, potremo realizzare una società finalmente paritaria in cui le donne siano libere di esprimere appieno il loro potenziale”.